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Il lungo carnevale di Putignano

2-Carnevale-Putignano-2015-Carro-Se-il-vizio-vuoi-montar-rischi-di-cascar-Il carnevale è considerato da sempre tempo di svago e di allegra spensieratezza per grandi e piccini, probabilmente perché dopo di lui arriva il tempo della quaresima che porta con sé austerità e mestizia. Di solito è un periodo piuttosto breve dappertutto, ma non a Putignano, in provincia di Bari, dove le celebrazioni carnavalesche si dilungano per giorni e giorni, iniziando dal giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre, e si protraggono fino al martedì prima delle ceneri.

Perché il 26 dicembre?

L’origine della festa risale al 1394, quando le reliquie del Santo furono traslate da Monòpoli a Putignano, nella chiesa di Santa Maria la Greca, per proteggerle dalle scorribande dei Saraceni che a quel tempo imperversavano lungo tutta la costa della regione. In quel giorno accadde una cosa straordinaria destinata ad avere sviluppi nel tempo. i contadini di Putignano, quel giorno intenti a piantare le viti con il metodo delle propaggini (un sistema per la riproduzione di alcune piante), al passaggio delle reliquie di Santo Stefano, abbandonarono il lavoro e si unirono al corteo con gioia, improvvisando una festa con canti, balli e rime in dialetto.

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Nacque così la festa della propaggine, ancora oggi esistente, che dà inizio al carnevale putignanese. Secondo alcuni studiosi si tratterebbe di una festa antica e pre-cristiana per propiziare la fecondità della terra. Col passare del tempo, però, a partire dall’epoca fascista, non è più una festa contadina, ma è divenuta, diciamo così, urbana con la vivissima partecipazione di artigiani e commercianti vestiti da contadini, forse per un inconsapevole ritorno alle origini. La festa, però, non si svolge tutti i giorni, forse perché sarebbe defatigante e rischierebbe il declino per sopravvenuto sfinimento della popolazione. Infatti, dopo il 26 dicembre si passa d’un colpo al 17 gennaio e poi al 2 febbraio, festa dell’orso. L’orso, in passato, era un orso vero, in carne ed ossa, che veniva portato al guinzaglio  dai pastori ed era oggetto di sberleffi  e continue punzecchiature  e provocazioni proprio perché era al guinzaglio.  Oggi, però, per evitare pericoli, si preferisce far circolare un orso finto (un uomo vestito da orso), ma per il resto, la festa si svolge come in passato. I finti contadini attraversano le vie della cittadina e vanno sul palco a recitare versi satirici in dialetto. La satira infatti, specialmente quella politica, è stata sempre il tema preferito dei putignanesi perché la satira consente loro di alludere con sarcasmo a fatti e misfatti locali e a mettere alla berlina personaggi locali presi come bersaglio con frizzi e lazzi tipici della satira. Dopo il 17 gennaio ogni giovedì è dedicato al carnevale e ogni volta viene presa di mira una categoria diversa di persone: monsignori, preti, monache, cattivi, donne sposate, pazzi e, per finire, non possono mancare i cornuti. A questi ultimi, viene riservato addirittura un trattamento speciale, a cura nientemeno che dall’Accademia delle Corna. Il trattamento speciale consiste …. nel taglio delle corna! Poi il lunedì si festeggia alla grande con interminabili banchetti e ricche abbuffate di succulenti maccheroni. A seguire, ancora balli, canti, sfilate di maschere e di carri allegorici, vanto ed orgoglio degli artigiani-artisti di Putignano. Questi carri hanno le strutture portanti in ferro e, in alto, fanno bella mostra di se pupazzi vari d’ogni foggia e d’ogni genere di cartapesta, vero e proprio trionfo della fantasia.

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Il personaggio simbolo è Farinella, ideato negli anni 50 del secolo appena trascorso. Si tratta di un giullare con il vestito fatto di toppe multicolori e pieno di sonaglini sul collarino, sul cappello e sulle scarpe. Il lunedì, però, è anche il giorno in cui s’incomincia a prendere congedo dal Carnevale, questo caro amico così a lungo coccolato, e gli si dà addirittura l’estrema unzione.

Infine, il martedì grasso, ultimo giorno di festa, si fa il funerale del carnevale ed il caro estinto viene bruciato a mezzanotte in punto, mentre i 365 rintocchi delle campane ne segnano la fine e preannunciano l’imminente quaresima.

1 Commentoa“Il lungo carnevale di Putignano”

  1. Molta bella descrizione del carnevale di Putignano e di Ronciglione ma a me viene in mente una considerazione, la seguente. l’Italia, con l’Europa sta affondando e il Paese festeggia il carnevale, esattamente come faceva la banda musicale sul Titanic che continuava a suonare mentre la nave andava a fondo.

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