I fuochi di Pasqua
…..e Pazzino De’ Pazzi
In Italia non c’è periodo dell’anno in cui non ci sia qualche ricorrenza religiosa o civile da festeggiare ed alcune di esse sono anche particolarmente spettacolari. L’Estate è la stagione dei Palii che si svolgono in giro per l’Italia e ve ne sono di tutti i generi. Il più noto è il Palio di Siena, protagonista il cavallo, ma noi abbiamo parlato anche del palio dei pescatori, in zone di mare, e potremmo citare il palio delle rane ed altri ancora. L’Autunno si presenta con le allegre e chiassose sagre dell’uva e della castagna che si svolgono lungo tutto l’italico stivale, da settembre a novembre e l’inverno è caratterizzato dai toccanti riti religiosi del periodo natalizio e dalle festose tavole imbandite d’ogni ben di dio delle tradizioni locali che allietano il palato e lo spirito. In Inverno il festosissimo e rumorosissimo carnevale la fa da padrone e l’immaginazione di grandi e piccini si scatena per dare corpo ai sogni e ai personaggi che popolano la fantasia. La Primavera, leggiadra e soave come la Venere del Botticelli, si presenta coi suoi profumi e i suoi colori per annunciare la Pasqua di Resurrezione coi suoi riti religiosi e con i riti profani che ad essi fanno seguito, riti che affondano le radici nei secoli passati.
Andiamo a scoprire qualcuno di questi riti
Lo scoppio della colombina
La storia dello scoppio della colombina a Firenze nel giorno di Pasqua ha origine nel Medioevo, esattamente al tempo della prima crociata.
Nel 1096 , un cavaliere fiorentino chiamato Pazzino de’ Pazzi, ebbe il grande merito di arrivare per primo a Gerusalemme e di piantarvi il vessillo con la croce.
Non si sa se poi il cavaliere si sia coperto di gloria nella lotta per la conquista del Santo Sepolcro, le cronache tacciono a proposito, ma Pazzino ebbe comunque il merito di essere arrivato primo e fu premiato con il dono di alcune schegge di pietra prese dal Santo Sepolcro, con le quali la famiglia dei Pazzi accendeva il Sacro fuoco del sabato Santo e lo portava in giro per le vie di Firenze.
La tradizione continuò nei secoli fino al tragico momento in cui i Pazzi organizzarono la famosa congiura contro la potentissima famiglia dei Medici, nel 1478, e, sconfitti, furono privati del privilegio e furono esiliati
Tre secoli fa la festa fu ripristinata con lo spettacolo dello scoppio del carro, preceduto da una solenne processione che parte dalla Chiesa dei Santissimi Apostoli ed arriva fino al Duomo.
La processione, guidata dal clero al completo che accompagna il fuoco benedetto contenuto in un antico braciere si snoda per le vie a passo lento e intanto, un grande carro tirato da buoi bianchi con ghirlande di fiori al collo, viene posto sul sagrato del Duomo, scortato da soldati, musici e sbandieratori.
Il brindellone, come viene chiamato per il suo ondeggiare, è collegato per mezzo di un filo di ferro ad un palo che sta fuori dal coro dell’altare maggiore del Duomo.
A mezzogiorno in punto della domenica di Pasqua, una colombina meccanica, spinta da piccoli razzi, scatta dal palo e correndo lungo il filo di ferro, arriva al carro e provoca lo scoppio dei mortaretti di cui il carro è pieno.
Una girandola di fuochi di tutti i colori si accende e prende la forma di un giglio, simbolo di Firenze, insieme ai gonfaloni della città, della riabilitata famiglia dei Pazzi, dell’Arte della Lana e perfino dell’ONU, come segno di pace.
La spettacolare e animatissima festa si conclude poi con tre potenti detonazioni.
Detto di una festa scoppiettante e piena di… detonazioni, passiamo adesso ad un’altra più tranquilla e tradizionale, in Sicilia, in provincia di Ragusa.
Vasa Vasa Modica
Nella giornata della domenica di Pasqua, a Modica, come in molte città d’Italia, la sacra rappresentazione consiste in un incontro tra i due grandi protagonisti, Gesù e Maria, e con il bacio della mamma al figlio, ripetuto per tre volte.
Da qui l’espressione “Vasa Vasa”, ovvero “Bacia bacia”.
Questa cerimonia risale al 1645, quando un artigiano, un intagliatore del legno, organizzò la sacra rappresentazione dell’incontro della Madonna con il Figlio. Da quel momento in poi, ogni anno il rito, peraltro anche assai spettacolare, si ripete a Pasqua.
La statua di Gesù esce per prima dalla chiesa di S. Maria di Betlem e viene portata in giro per la città. Mezz’ora dopo si fa uscire la statua di Maria, ammantata con il velo nero del lutto, e a mezzogiorno le due statue s’incontrano sulla piazza del Municipio.
Qui, la Madre in lutto, lascia cadere il manto nero e, in un tripudio di popolo festante, corre con gioia incontro al Figlio risorto, mentre si alzano in volo delle colombe bianche con nastri azzurri legati alle zampine.
A questo punto, Maria si avvicina a Gesù e lo bacia sul costato, poi assieme al Figlio si avvia prima verso prima alla chiesa di San Pietro, poi verso quella di Santa Maria in Betlem. dove viene ripetuta la cerimonia del bacio.
Anche la popolazione si trasferisce, quasi di corsa, da una chiesa all’altra per non perdersi la ripetizione del “vasa vasa” concluso il quale, iniziano i festeggiamenti della Resurrezione..
A questo punto è necessario chiarire il significato simbolico dei tre baci rituali.
Il primo dei tre baci avviene nella piazza del Comune e riguarda il potere politico, il secondo bacio avviene ai piedi della scalinata del Duomo ed è riservato al clero, il terzo, che avviene poco prima del rientro in chiesa delle due statue, è riservato al popolo.
La cerimonia del “vasa vasa” risale, però, ad un rito pagano di propiziazione degli dei perché favorissero in agricoltura dei buoni raccolti.
I contadini, infatti, dal volo delle colombe traevano gli auspici per i loro raccolti.
Mia madre raccontava spesso della cerimonia del vasa vasa e diceva che era una sorta di rito propiziatorio.
I tre baci, quello del potere politico, quello riservato al clero e quello riservato al popolo sono davvero teatrali e coinvolgenti.
Ho assistito allo spettacolo della colombina ed anche ad altre manifestazioni pasquali in Abbruzzo e in Puglia, mio luogo d’origine, ma nessuna di queste eguaglia per spettacolarità ed intensità emotiva l’Affruntata che si celebra in alcune località del Meridione. Non si tratta solo di una rievocazione di stampo religioso ma di teatro vero e proprio, con una partecipazione di popolo impressionante.