Le Marche e le sue bellezze, che sono molte e tutte da scoprire. Città storiche, cultura, paesaggio e nomi che hanno segnato l’arte della regione, da Crivelli a Bramante, da Lotto a Raffaello. E la musica, naturalmente, Pergolesi, Spontini, Rossini, tre personalità che hanno lasciato un segno vistoso nella loro epoca.
E ancor oggi tracciano un solco vivo che non è solo memoria ma si traduce in convegni, incontri, concerti, occasioni di studio. Jesi ne è un importante centro propulsore, giunto quest’anno alla XV edizione del Festival Pergolesi Spontini e alla 48° Stagione Lirica di Tradizione del Teatro G.B.Pergolesi di Jesi.
“Lacrimosa memoria, sorridente levità” è il tema del Festival dedicato a due illustri personalità del mondo della cultura nel decennale della loro scomparsa: il musicologo Francesco Degrada e l’attrice di teatro Valeria Moriconi. Degrada è stato il massimo esperto di Pergolesi, grandissimo musicista jesino che nel brevissimo arco della sua vita (1710-1736, appena 26 anni) riformò l’opera buffa che influenzerà fortemente i francesi e compose capolavori come lo “Stabat Mater”. L’inizio, il 4 settembre, in memoria di Degrada, vede l’Accademia Barocca de I Virtuosi Italiani in una serata tutta pergolesiana, il “Concerto per violino e archi”, i due “Salve Regina” e lo “Stabat Mater”. Assolutamente da non mancare (h.21, Teatro Pergolesi).
Domenica 6 è la volta di Valeria Moriconi, in memoriam, “Inventare le vite degli altri”, drammaturgia di Gabriele Marchesini, con l’attrice Lucia Bendia che, grazie ad interviste, note, appunti, propone il ritratto di un’indimenticabile attrice (anch’essa nata a Jesi), la cui vita è ripercorsa in una sorta di diario dal 1957 al 2004 (h.21, Teatro Valeria Moriconi). E di nuovo si torna a Pergolesi con un film del 1932, regia di Guido Brignone, una biografia romanzata molto fantasy ma interessante per la colonna sonora, curata da Vittorio Gui e Fernando Previtali, due grandi direttori d’orchestra del ‘900 (il 6 in piazza Federico II, a Jesi, h.22,30 e il 10 a Moie di Maiolati Spontini, h.21).
Da vedere anche “Il canto della Macina in concerto”, con Gastone Pietrucci e l’Orchestra giovanile delle Marche diretta da Stefano Campolucci, canti della tradizione popolare (sabato 5, Teatro Moriconi, h.21). E poi, naturalmente, Spontini, ovvero “Note da Parigi, le ultime lettere di Gaspare Spontini”, da un’idea di Silvano Sbarbati tratte dal’Epistolario familiare a cura di Giuseppe Gaetti (Galleria di Palazzo Pianetti, lunedì 6 h.21). Da segnalare anche “Stabat Mater Stabat Pater”, su testo di Sbarbati, le musiche di Pergolesi come sfondo e intreccio narrativo di un percorso umano di recupero: un momento di riflessione che ha come protagonista una comunità terapeutica (martedì 8, Teatro Moriconi, h.21).
E’ poi la volta degli strumenti a tastiera, l’organo (Andrea Coen) con sonate, toccate e fughe degli Scarlatti, Alessandro, Domenico ed il meno noto Pietro Filippo, una grande dinastia di musicisti del ‘700 italiano (un po’ come i Bach in Germania: mercoledì 9 h.21, a Maiolati Spontini, chiesa di S.Stefano) e il cembalo (ancora Coen), che ripercorre tre secoli di musica napoletana, da Gesualdo a Pergolesi (giovedì 10, Montecarotto, Teatro Comunale). I Virtuosi Italiani sono protagonisti di due serate, con una “prima” di Spontini, “Cari figli alme innocenti”, scena e aria per “Andromaca”, “Solo un pianto” dalla celebre “Medea” di Cherubini e tre sinfonie di Haydn (venerdì 11 h.21, Teatro Pergolesi) ed una serata con pagine di Spontini e Weber (sabato 12 h.21, San Marcello, Teatro Ferrari).
Domenica 13, h.11,30, nella Cattedrale di San Settimio, a Jesi, solenne celebrazione liturgica con la splendida Messa in do minore di Francesco Durante, personalità di spicco della Scuola Napoletana, nella revisione di Johann Sebastian Bach e,h.21, al Teatro Valeria Moriconi, un insigne pianista, Michele Campanella, eseguirà composizioni di Cherubini, Liszt, Weber. E proseguiamo: dai “Canti d’amore e di vino” dell’Amakheru Duo (con successiva degustazione di prodotti enogastronomici del territorio: lunedì 14 h.21, Teatro Moriconi) a “Un virtuoso alla moda: Nicola Grimaldi detto Nicolini”, concerto dedicato ad un celebre castrato del ‘700, con il contralto Teresa Jervolino (Montecarotto, Teatro Comunale) e da “Invenzione a due celli”, musica quasi come un intrattenimento ludico con Adriana Sanchez Malaga e Luca Franzetti (Ostra, teatro la Vittoria) a “Commedia ridicolosa”, un colorito pastiche di Adria Mortari sui toni della Commedia dell’Arte (dentro ci sono Pergolesi, Goldoni e la Napoli di Pulcinella: sabato 19 h.21, Teatro Pergolesi. Venerdì 18 h.17, anteprima giovani). E conclude “Passion Live”, da Viviani a Pino Daniele con una serie di gruppi noti (uno fra tutti: gli Almanegretta)che propongono varie versioni del “sound” napoletano, con Eugenio Bennato quale ospite d’onore (domenica 20 h.21, Palasport E.Triccoli).
Non meno nutrita di eventi è poi la “Ancona Jesi opera”, che racchiude la 48° Stagione Lirica di Tradizione che si svolge a Jesi e il Festival d’autunno anconitano. Inizio a Jesi, fatto dai e dedicato ai giovani, “Le nozze di Figaro” di Mozart prodotta dal Fondo Peter Maag, una fucina di nuovi talenti nel ricordo di un grande direttore (venerdì 2 ottobre h.16, Teatro Pergolesi). E sempre a Jesi “Nabucco” di Giuseppe Verdi, una coproduzione che vede insieme Modena (Teatro Comunale “L.Pavarotti”) Piacenza (Teatro Muncipale) e Jesi con la sua Fondazione (mercoledì 16 h.16, venerdì 16 h.20,30, domenica 18 h.16). Un altro grande, Gaetano Donizetti, e il “Don Pasquale”, anche questa una coproduzione che vede coinvolti centri lirici e teatri d’opera italiani e francesi (mercoledì 11 novembre h.16, venerdì 13 h.20,30, domenica 15 h.16). Infine, dopo un omaggio a Mario del Monaco nel centenario della nascita, grande tenore che a Pesaro apprese i primi rudimenti operistici e che a Pesaro riposa (sabato 21, conferenza h.18 e concerto lirico h.21), chiusura all’insegna del sorriso, “La vedova allegra” di Franz Lehar (mercoledì 9 dicembre h.16, venerdì 11 h.20,30, domenica 13 h.16).
Cartello piuttosto denso anche per Ancona, con spettacoli al Teatro delle Muse ed al Teatro Sperimentale. Inaugurazione alle Muse il 4 ottobre h.18 con un “Recital di canto” al quale fa seguito, l’8 alle 21 il pianoforte di Arianna De Stefani. Imperdibile poi “La Bohème” di Giacomo Puccini diretta da Pier Giorgio Morandi (venerdì 9 h.20,30 e domenica 11 h.16,30) con il suo corollario “Intorno a la Bohème” (sabato 10 h.20). Seguono l’Orchestra Fiati di Ancona (mercoledì’ 14 h.20,30) e il Quartetto Manfredi (giovedì 15 h.20). Allo Sperimentale, venerdì 16 h.20,30, i Solisti Aquilani in “Non abbiamo pianto (sulle rive dei fiumi di Babilonia)”, con Enrique Irazoqui voce narrante, il memorabile Gesù pasoliniano del “Vangelo secondo Matteo” (1964). La chiesa anconitana di San Francesco ospita un concerto d’organo eseguito da Giovannimaria Perrucci (sabato 17 h.18,45) e lo Sperimentale propone “Zanetto”, opera poco nota di Pietro Mascagni, che all’epoca ebbe critiche ma anche le lodi di Ugo Ojetti (domenica 18 h.18). Ancora un recital, Carola Zosi violino e marco Mantovani pianoforte (Muse, giovedì 22 h.20) e l’ultima opera di Giuseppe Verdi, nonché uno dei suoi capolavori “Falstaff”, diretto da Nicola Paszkowski (Muse, venerdì 23 h.20,30 e domenica 25 h.16,30). E dopo una conferenza su “La tradizione dell’opera al Teatro delle Muse di Ancona” (sabato 24 h.18) si finisce come si era iniziato, con un “Recital di canto” (mercoledì 28 h.18, entrambi gli spettacoli alle Muse).
Ma lo spirito del Festival si condensa soprattutto nel convegno internazionale di studi dedicato alla figura di Francesco Degrada che, oltre ad essere un grande esegeta di Pergolesi, ha il merito di aver dato il giusto valore al Fondo Spontini conservato presso la Biblioteca Planettiana di Jesi. E le quattro giornate di studio, con la partecipazione di personalità non solo del mondo musicale, approfondiscono il tema impostando anche nuove prospettive di ricerca relative ad un archivio musicale unico al mondo. E, come cornice, la città di Jesi, con il suo bellissimo centro storico, dove si combinano in maniera armonica medioevo e rinascenza.
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