Virgilio Retrosi, artista eclettico
Virgilio Retrosi, artista eclettico
di Antonio Mazza
Senza dubbio uno degli angoli più suggestivi di Villa Torlonia è il Casino delle Civette, che il principe Alessandro Torlonia commissionò nel 1840 all’architetto Giuseppe Jappelli. Nel tempo la costruzione si arricchì di nuove prospettive, divenendo un misto fra villaggio medievale e castello fiabesco. Agli inizi del ‘900 fu impreziosita da aggiunte liberty, soprattutto le magnifiche vetrate a firma di Duilio Cambellotti, Paolo Paschetto ed altri, divenendo un piccolo scrigno di bellezza, purtroppo infranto durante l’occupazione alleata di Roma (qui era un comando anglo-americano e i militari si divertivano a sparare sui vetri). Nel dopoguerra seguì l’abbandono, anche per una sorta di “damnatio memoriae” (al centro della Villa v’era la residenza del Duce) e il Casino, come il resto delle costruzioni, andò in rovina. Finalmente restaurato, come tutto il comprensorio, si offre al visitatore con la squisita bellezza delle sue vetrate, realizzate a più mani, è vero, ma quelle che risaltano maggiormente sono su disegno del grande Cambellotti. Un maestro versatile, che ha affrontato più generi, molti si sono formati alla sua scuola di arti applicate ed ha quindi un particolare significato, dato soprattutto il luogo, la riscoperta di un suo valido allievo.
“Nel segno di Cambellotti. Virgilio Retrosi artista e artigiano”, una deliziosa mostra (meglio, una “chicca”) distribuita nelle sale della Dipendenza della Casina delle Civette. E scopriamo subito il suo indubbio valore come ceramista grazie allo stupendo “Piatto con donnola e trifogli”, 1921, e la serie dei 14 rioni di Roma, esposta nel 1926 alla mostra annuale degli Amatori e Cultori d’Arte. Altrettanti piatti che denotano, oltre alla cura del particolare, un’eleganza di forme ed un gusto raffinato che si rispecchia anche nel piatto posto al centro della stanza, con impresso un volto di Medusa. A lato, sulla parete, è presente il maestro Cambellotti, con due spettacolari xilografie del ciclo “Leggende Romane” e quel segno secco e quel vago sapore di mito che promana dalle sue raffigurazioni lo ritroviamo non tanto nella produzione di ceramiche di Retrosi, che rivela uno stile ben preciso, quanto nella cospicua attività di grafico.
La seconda sala è dedicata alla sua versatile personalità artistica, peraltro fascinosa per quel continuo e colorito trasmutare di temi. Così la bella ed ariosa serie di otto cartoline commissionate dalla Lega navale Italiana ed ispirate dalle “Canzoni delle Gesta d’Oltremare” di Gabriele D’Annunzio, 1912, in tricromia (evidenti gli echi cambellottiani, vedi la fascia inferiore con quel bue che richiama molto il ciclo delle Paludi Pontine). E poi la cartellonistica, notevoli i manifesti di propaganda sociale, come quello sulla malaria (l’Agro Romano ancora non bonificato, dove Cambellotti e Sibilla Aleramo organizzavano le scuole per i contadini) e degni di nota anche quelli di propaganda bellica. Ci sono poi i bozzetti per francobolli, locandine cinematografiche, cartoline e depliant dell’Enit, Ente Nazionale Italiano per il Turismo, frutto della sua attività di grafica applicata, come insegnate alla Scuola Preparatoria delle Arti Ornamentali di Roma. E, ancora, a testimoniare dell’eclettismo di Retrosi, i lavori in rame sbalzato ed i gioielli, che completano il quadro di questo artista-artigiano di tutto rispetto. D’altronde tale maestro tale allievo…
“Nel segno di Cambellotti. Virgilio Retrosi artista e artigiano”, Musei di Villa Torlonia, Casina delle Civette, fino al 2 giugno 2024. Da martedì a domenica h.9-19, biglietto euro 6 intero, ridotto 5, gratis con la MIC Card. Per informazioni 060608 e www.museivillatorlonia.it
La mostra, a cura di Gloria Raimondi e Gaia Dammacco, è promossa e realizzata da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Cuklturali.
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