Un giorno a Bomba
Torniamo a Bomba!
Nella Valle del Sangro ricca di sorgenti d’acqua e di cultura
di Angelina Travaglini
“Torniamo a Bomba!” è un’espressione idiomatica usata di frequente e pare sia stato Silvio Spaventa (Bomba 1822 – Roma 1893), patriota, parlamentare, poi divenuto Ministro, ad averla usata per primo e a ben donde. Infatti Silvio Spaventa è nato a Bomba, un piccolo paese di circa 800 anime, in provincia di Chieti, nella Valle del fiume Sangro. Si narra che Spaventa abbia pronunciato la frase durante un discorso in Parlamento poiché i suoi avversari politici lo interrompevano in continuazione, distogliendolo dall’argomento principale in cui l’illustre bombese si era cimentato, la costruzione di una strada. Ma l’etimologia di Bomba viene da lontano, da un antico gioco di ragazzi, simile al nascondino, in cui per mettersi in salvo si diceva “Bomb!” cioè “Tana!”; comunque sia sembra evidente che Bomba deriva da bibere, acqua, bevanda, bumba. Ma torniamo a Bomba! La passeggiata alla ricerca dei piccoli, grandi patrimoni culturali di Bomba, organizzata dalla delegazione del FAI di Lanciano, guidata da Ersilia Caporale, ci porta alla scoperta del Museo Etnografico, in via Roma all’ingresso del paese, con un ampio parcheggio a disposizione. Inaugurato nel 1990 il museo custodisce i tesori della tradizione contadina e della storia di Bomba degli inizi del Novecento; è gradevole e allegro l’allestimento, si sente il tocco di una mano felice di raccontare i momenti piacevoli della vita di comunità; ben conservata la collezione. “L’esigenza del museo nasce nel momento in cui ci siamo accorti che alcuni nomi degli utensili di uso comune non erano più compresi, né conosciuti dalle giovani generazioni e allora abbiamo capito che c’era un problema – ricorda il Professor Peppino Caniglia, Direttore della Fondazione Spaventa, mentre illustra la collezione del Museo Etnografico insieme a Teresa Martorella – le sei sale del museo raccontano la vita contadina, gli usi e i costumi e i mestieri: il fabbro, il falegname, il sarto, il calzolaio, il tutto corredato da una ricca raccolta di fotografie d’epoca”.
Curata anche la sezione dedicata alla comunicazione scritta e alla documentazione di archivio. Ma c’è molto altro da vedere e approfondire al museo dove si può anche godere di una veduta spettacolare della Valle del Sangro, boschi e campagne verdeggianti dove un tempo i contadini con fatica e sudore coltivavano la terra. Tanti piccoli insediamenti abitativi campeggiano nel paesaggio circostante dove un tempo la facevano da padroni i Briganti, fenomeno controverso del Mezzogiorno d’Italia. Proseguiamo con la visita ai fantastici murales di Penny Sullivan, artista londinese che negli ultimi anni ha impreziosito i muri di Bomba con 15 allegri e significativi murales. Vi invito a venirli a vedere: sono davvero belli perché hanno un respiro internazionale, si vede che sono stati realizzati pensando alle donne e agli uomini di tutte le età e paesi perché i bombesi sono in tutto il mondo (e una volta ritornavano spesso al paese natio, adesso forse i figli e i nipoti prediligono altre località). Come il fotografo Gianfranco Gorgoni, morto a New York nel 2019, romano di genitori bombesi, amico di Penny che gli ha dedicato uno splendido ritratto, sul muro di ingresso del paese che guarda al fondo Valle. Gorgoni ha lavorato molto negli anni ’70 e ’80, a Roma e a New York. Le opere di Sullivan raccontano la vita quotidiana ma anche i grandi fatti del mondo. Uno dei murales è dedicato al post Covid e riprende una bambina che guarda al cielo, alla vita ritrovata e dondola su di un’altalena.
Una battaglia vinta dall’umanità quella contro il Covid, riassunto dalla datazione “Summer 2020 e Freedom 2023” alla sinistra del murales dove troneggia il paesaggio verde della Valle del Sangro ma anche il pergolato di uva dell’abitazione accanto. Bomba è ricca di pergolati di uva, un tempo il paese era celebre per la coltivazione degli ulivi e delle vigne. Intenso il murales dedicato all’amore, alla fiducia e alla protezione nella coppia con lo sguardo femminile dolce e pieno di speranza. Incantevole il celeste della veste della Madonna con bambino, dipinto in una scalinata del paese; singolare la donna Gorgone nella piazza dedicata al musicista Crisanto del Cioppo. Interessante da visitare anche il Palazzo Comunale e soprattutto la casa degli Spaventa, di proprietà della Fondazione Spaventa, del Comune di Bomba e degli eredi Spaventa. C’è molto da fare per ripristinare gli ambienti originali e per poter mettere in sicurezza un patrimonio importante per la cultura di tutti gli italiani sperando che gli italiani non continuino ad essere un popolo senza memoria, come diceva Indro Montanelli.
Il Museo Etnografico di Bomba è visitabile su prenotazione ai numeri 328 0358839 e 340 2392427; biglietto intero 5 € ridotto € 3
Link al sito web del Comune di Bomba
https://www.comunedibomba.it/hh/index.php
lanciano@delegazionefaifondoambiente.it 3205658635
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