“Recuperare il passato per avere un futuro”. La frase bilingue che accoglie il visitatore introduce non solo ad una mostra che narra delle nostre radici, ma ad una realtà di studio dove l’insegnamento è volto proprio ad acquisirne consapevolezza. E di qui comprendere che esiste un punto comune, un’appartenenza al di là di razza o religione ed è questa ricerca sempre rinnovantesi a permeare la dottrina e l’azione del Rome International School della LUISS a Monte Mario. Una realtà cosmopolita, 500 studenti di 50 nazioni, dall’infanzia ai 18 anni, seguiti in una serie di percorsi il cui traguardo è divenire cittadini non di forma bensì di contenuti. E sono valori dei quali la società di domani ha bisogno per non ridursi ad un arido algoritmo, perfetto e tuttavia senz’anima, come fanno presagire taluni segni inquietanti.
Dunque parliamo in termini di neo umanesimo, un progetto importante non solo a livello internazionale, ma per noi, un paese che invecchia e dove la cultura rischia di essere confinata in poche isole felici. Un paese nel quale si legge poco, con un analfabetismo di ritorno fra i più alti del mondo occidentale, un paese che pur toccato dalla Bellezza non sa apprezzarla come dovrebbe. E allora situazioni come questa che si vive nel campus della Camilluccia, immerso nel verde del Parco di Monte Mario (e questo già in sé crea armonia) sono senz’altro positive, soprattutto come stimolo per migliorare la qualità di un modo di vivere sempre meno a misura d’uomo.
Dell’educazione alla Bellezza qui se ne fa carico il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che non esito a definire il fiore all’occhiello dell’Arma per la sua preziosa opera di salvaguardia della nostra identità. Perché contrastare il traffico illecito dei beni culturali e colpire il mercato clandestino significa recuperare pezzi della nostra storia, ovvero la nostra memoria, e dunque l’identità. Il Comando Carabinieri TPC si è formato nel 1969 ed in quasi 50 anni di attività ha messo a segno operazioni importanti, adottando negli ultimi anni tecniche sempre più sofisticate. “Leonardo” è il più voluminoso database di beni culturali oggi esistente, un esempio per le altre nazioni che guardano con interesse (e voglia d’apprendere) all’attività del nucleo TPC.
I 75 reperti esposti in quattro sale provengono da ricerche compiute su territorio e lavorando all’estero, con risultati spesso clamorosi, come l’operazione “Teseo”, 5300 pezzi di gran pregio o l’operazione “Antiche Dimore”, ben 45 casse di materiale recuperato in Svizzera, ora fortunatamente non più porto franco per i trafficanti d’arte . Così, selezionando alcuni reperti particolarmente significativi, si è creato un percorso storico-didattico che parte dalle origini, cioè come “leggere” un frammento del Passato. Ed è quanto si deduce visitando le prime due sale, “Leggere i segni: dal recupero dei reperti alla ricostruzione della storia per giungere al ritorno, nostos”, perché ogni oggetto reca tracce che riconducono direttamente al Mito, la radice di tutto. E allora III sala acquista un valore simbolico, perché parla di “Eroi, guerrieri, soldati”, ovvero la difesa, il presidio intorno alle origini, l’identità, come era in passato e come oggi è ancora grazie al Comando Carabinieri TPC.
Lame di pugnali, spade, elmi, corazze in bronzo, intervallate da vetrine con anfore, crateri, vasi di eccezionale fattura dove torna sempre il motivo della guerra o della lotta rituale (come nella rara anfora calcidese con Teseo e il Minotauro). Ma il pezzo più rilevante è la panoplia con l’oplita, soldato della fanteria greca, di cui sono stati qui ricomposti l’elmo, la corazza, gli schinieri e, ovviamente, la lancia. Una ricostruzione molto suggestiva che introduce alla IV Sala, dedicata al culto dei morti (magnifiche lastre tombali dipinte di provenienza lucano-sannita) ed alle ceramiche della Magna Grecia ed etrusche (esposti anche pezzi di metallurgia ed oreficeria in cui i Rasenna erano maestri: dagli specchi alle fibule).
Una spettacolare “askos” canosina nell’ingresso accoglie (e congeda) il visitatore, nel segno di un passato che non possiamo né dobbiamo dimenticare, perché parte imprescindibile della nostra memoria collettiva. E che questa venga proposta ai giovani, trasformando la scuola in museo, come alla International, grazie alla collaborazione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, è di fondamentale importanza. Soprattutto oggi.
“Recuperare il passato per avere un futuro”, a cura di Vincenzo D’Ercole e Roberto di Paola, Rome International School fino al 30 aprile, ingresso gratuito su prenotazione dal lunedì al venerdì h.8,30-18 (fine settimana 10-20). Per informazioni www.romeinternationalschool.it
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