Ritrovare se stessi? Fare Yoga per la propria rinascita
di Elio Rovi.
L’uomo moderno fa sempre più fatica a coesistere con l’incertezza.
Anzi, con le incertezze. Perché i tempi in cui viviamo sono forieri di
neologismi per classificare meglio ansie e aspettative. Così si legge,
per esempio, di “eco-ansietà”, a indicare l’incertezza relativa al
futuro del pianeta (e quindi al nostro e a quello dei nostri figli).
Incertezza nel lavoro, nella vita familiare, nel quotidiano. E, col
passare degli anni, diventiamo sempre meno tolleranti a insicurezze e
ansie. L’essere umano, e questo è un pensiero antropologico più che
psicologico, non ama l’incertezza. E come non definire incerti i
nostri tempi dove i sistemi politici, religiosi, sociali si sono
trasformati in una melassa spesso di difficile comprensione?
Molti reagiscono a questo stato di cose in diverso modo: 1) con
indifferenza; 2) arrabbiandosi e diventando ansiosi; 3) scaricando la
propria incertezza in attivita’ maniacali o innaturali (gioco
d’azzardo, iper attenzione televisiva e digitale, iper-lavoro). Altri
invece cercano un maggior contatto con se stessi e il proprio se.
Questi ultimi sono coloro che ricorrono ad attività sportive salutari,
frequentazioni sociali comunitarie e positive (circoli, ballo, corsi),
secolo a.C., ha conosciuto nell’ultimo secolo una diffusione e un
successo planetario eccezionale che si è particolarmente intensificato
negli ultimi 10 anni: pare siano più di 200 milioni gli appassionati
nel mondo ( solo in Italia sarebbero circa 2 milioni).
Il termine Yoga significa letteralmente “unione” e, non a caso,
presenta la stessa radice semantica di parole come “gioco” e “giogo”:
lo yoga unisce sia a livello individuale – il corpo, la mente, lo
spirito – che nella dimensione globale costituita dalla società e
dall’ambiente, fino a congiungersi con le forze che muovono l’intero
universo. Micro e macrocosmo possono raggiungere, secondo questo
insegnamento, un’armonia che va poi nutrita e rinnovata costantemente.
Nell’accezione comune, tuttavia, praticare lo yoga significa
sostanzialmente eseguire delle particolari posizioni, in sanscrito
asana, e mantenerle per un tempo più o meno prolungato aiutandosi con
il respiro. Questo è, in realtà, solo uno dei tanti elementi che
compongono l’antichissima disciplina indiana: secondo lo Yoga Sutra di
Patanjali, il principale testo di riferimento, una pratica yoga
completa dovrebbe contemplare esercizi di respirazione e di
meditazione, consuetudini ben precise riguardo la cura e la pulizia
del corpo nonché l’alimentazione, momenti di studio e di riflessione
sugli scritti dei grandi maestri. E molto, molto altro ancora.
Ma lo Yoga è anche “abilità nell’agire”.
E la frase “Lo Yoga è abilità nell’agire” è uno dei caposaldi
dell’Accademia Yoga di Roma. Non una scuola qualsiasi, quanto
piuttosto una sorta di patrimonio della Capitale per quanto riguarda
il collegamento tra Oriente e nostro Paese e che dovrebbe essere
riconosciuto da tutti coloro che credono che la storia di Roma sia
fatta anche di iniziative culturalmente e socialmente attendibili,
efficaci e meritevoli, proprio come l’Accademia Yoga.
La notizia è che questo istituto ha compiuto 50 anni. E’ infatti
nata il 10 Novembre del 1969 ed è la prima scuola di Yoga e cultura
orientale a Roma.
E’ stata fondata dal Maestro Giorgio Furlan allo scopo di
diffondere la millenaria Scienza dello Yoga nel mondo occidentale,
secondo gli antichi insegnamenti dei Maestri realizzati (Rishi)
dell’India.
Ha formato ed istruito alla pratica dello Yoga centinaia di persone
in tutti questi anni e molti di essi sono ancora iscritti al centro
(quale miglior modo per attribuire una validità culturale
dell’accademia?).
Forse, il miglior biglietto da visita di questa scuola è proprio
questo: la serietà e l’efficacia delle attività che da 50 anni vengono
portate avanti in questo centro. Un’attendibilità legata strettamente
al voler praticare lo yoga secondo i dettami dei più grandi maestri
come Yogananda e Sivananda. E non è poco.
Oggi lo Yoga – ricordiamo disciplina decretata patrimonio
dell’umanità secondo l’Unesco che ne riconosce il fine benefico e
l’importanza – vive una fase complessa.
Riconosciute le sue potenzalità benefiche psicofifiche in modo
quasi unanime e per questo diventato popolare e seguito, lo Yoga viene
praticato in modo a volte confuso in palestre e centri che coniugano
una disciplina psicofisica altamente evoluta con pratiche quali il
fitness, il rafforzamento del corpo, la semplice ginnastica e che non
hanno nulla a che fare con una attività che non è semplice ginnastica.
Forte della sua storia l’Accademia Yoga di Giorgio Furlan ha sempre
portato avanti, con coerenza e sincerità, un disegno culturale che
persegue la diffusione della millenaria Scienza dello Yoga nel mondo
occidentale, secondo gli antichi insegnamenti dei Maestri realizzati
(Rishi) dell’India.
Certamente le profonde esperienze di Giorgio Furlan, pioniere della
disciplina in Italia e autore di numerosi libri sullo Yoga, sono state
decisive nella qualità della formazione fornita dal centro. Il Maestro
Furlan nelle sue attività è sempre stato affiancato da Elisabetta
Furlan, maestra anch’essa autrice di testi sullo Yoga, che ha
destinato le sue forze nell’insegnamento dello Yoga ai bambini, caso
unico in Italia.
Altre info qui:
http://www.accademiayoga.it/informazioni/infoaccadyoga1.html
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