Le Terme di Diocleziano, maestoso complesso di bagni pubblici costruito verso la fine del III secolo d.C., con una capienza di tremila persone. Situate nella VI Regio Augustea Alta Semita erano estese su un’area di 14 ettari, un immenso quadrilatero con al margine una grande esedra e due biblioteche ai lati, nel corpo centrale il frigidarium, tepidarium, calidarium, la natatio e ai lati due aule ottagone.
In una città che delle Terme faceva vanto queste di Diocleziano erano le più imponenti, superiori a quelle successive e non meno spettacolari di Caracalla, andate anch’esse in rovina con la caduta dell’Impero. Nel medioevo subì la sorte di altri insigni monumenti i cui marmi venivano fusi nelle calcare disseminate in tutta Roma finché, nella seconda metà del XVI secolo, papa Pio IV affidò a Michelangelo il progetto di una chiesa all’interno delle rovine.
Santa Maria degli Angeli occupò gli spazi già del frigidarium e tepidarium mentre la certosa annessa alla basilica sorse nell’area delle Terme, con il chiostro grande ed il chiostro piccolo là dove era la natatio. Le aule ottagone interne, delle quali resta una sola, divennero magazzini per l’annona (e spazio per una chiesa, Sant’isidoro, della quale resta solo facciata. A fianco della basilica vennero ricavate le olearie papali, ) mentre in una di quelle esterne ai lati dell’esedra, lo spheristerium, sorse un’altra chiesa (San Bernardo) tuttora esistente. A nord l’area delle ex Terme era delimitata dalla Fontana del Mosè e le chiese di Santa Maria della Vittoria e Santa Susanna e a sud dalla villa Montalto, voluta da papa Sisto V (e poi, nel 1862, regnando Pio IX, dalla Stazione Centrale delle Ferrovie Romane, l’attuale Stazione Termini).
Per lungo tempo intorno alle Terme era una distesa di orti e vigne e la “verzura” che le circondava rivive oggi grazie alla realtà virtuale che ha permesso la ricostruzione fedele dell’intero complesso. E’ un viaggio affascinante indietro nei secoli, per ammirare le Terme sin nei dettagli, dalla sorprendente nonché scenografica struttura architettonica all’eleganza degli ambienti e al lusso dei marmi. Un viaggio multimediale in 3D reso possibile dai visori sponsorizzati dal vicino e non meno elegante St.Regis Rome, l’ex Grand Hotel inaugurato nel 1894 i cui accurati restauri hanno preservato l’originario quanto fascinoso clima da Belle Epoque.
Lo spettacolo inizia dall’Aula Ottagona che via Cernaia separa dal corpo delle Terme, un tempo forse usata come frigidarium secondario. La bellissima e ardita cupola a ombrello che ricorda molto il Pantheon venne utilizzata come planetario per proiezioni di astronomia e, in seguito, come locale d‘essai del quale ha usufruito un’intera generazione di cinefili. Ad inizio anni ’90, svuotato di schermo e poltrone, il nuovo spazio è diventato sede espositiva di sculture provenienti da edifici termali, annoverando pezzi notevoli come l’Afrodite Anadiomene e la statua di Herakles da Caracalla. Con la realtà virtuale l’aula si trasforma in una sinfonia di linee, luci, colori e così avviene per le Terme in generale, nella sequenza delle aule ricostruite, i giardini, l’ampia esedra. E’ una vertigine di bellezza che attraversa i secoli, passando per le trasformazioni michelangiolesche e approdando infine ai giorni nostri. Una vertigine che vale davvero la pena provare.
“Castro Pretorio. L’evoluzione di un rione dall’antichità al XXI secolo”. Il trip virtuale è possibile fino al 28 luglio nell’Aula Ottagona la II e IV domenica del mese h.10-13 con prenotazione obbligatoria (0639967700 e www.coopculture.it) . Biglietto euro 10 intero e 5 ridotto, valido per visitare tutti gli spazi delle Terme. Il progetto, voluto dalla direttrice Daniela Porro, è il risultato dello studio di Filippo Cosmelli e Daniela Bianco e la consulenza dello staff scientifico delle Terme.
Inserire un commento