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Pd, caos all’assemblea regionale

190430039-f629d61c-0bf4-4583-918b-ca6e2408fcc5Scoppia il caos all’assemblea regionale del Pd del Lazio. I delegati si sono riuniti nel pomeriggio per ufficiliazzare l’elezione a segretario regionale di Fabio Melilli, vincitore delle primarie del mese scorso. Melilli è stato eletto segretario dall’assemblea con il voto di 116 delegati contro i 62 di Lorenza Bonaccorsi e i 22 di Marco Guglielmo. Subito dopo, però, si sarebbe dovuto procedere all’elezione del presidente dell’assemblea, ma a quel punto è scoppiata la bagarre. Il motivo della contesa è stato l’ambiguità di un articolo dello statuto che apre a diverse interpretazioni. I renziani, sostenitori della candidata Lorenza Bonaccorsi, sostenevano che il presidente dell’assemblea doveva essere scelto tra gli interni all’assemblea, mentre la candidata dell’area di Di Stefano, Liliana Mannocchi, data come favorita dai pronostici, non ne è membro.

Il neo proclamato segretario regionale, Fabio Melilli, premeva dunque per procedere in ogni modo alle votazioni. Ha quindi dichiarato di prendere sulle sue spalle la responsabilità e l’incarico di “ragionare domani con la direzione nazionale e verificare la legittimità della votazione e, se verranno provate delle irregolarità, torneremo qui a votare di nuovo- Cerchiamo di non vanificare i risultati delle primarie – ha minacciato Melilli – altrimenti questa sera, se non votiamo il presidente, convoco una conferenza stampa e dico che non sono più il segretario”.

Parole che hanno permesso di riprendere le votazioni. Liliana Mannocchi, candidata dell’area Marco Di Stefano, è stata dunque eletta presidente dell’assemblea regionale del Lazio. “Per me questa nomina è un grandissimo onore – ha detto il neo presidente salendo sul palco – Io sono una neofita in politica, il mio percorso e’ iniziato un anno fa con la candidatura a membro dell’assemblea capitolina. Sono una cittadina comune, una moglie, una lavoratrice che, scusate il termine, si è sempre fatta il mazzo per conciliare famiglia e lavoro. Io non sono alla ricerca di poltrone, – ha sottolineato – perché un lavoro l’ho sempre avuto e l’ho svolto con serietà. Per questo mi dispiaccio per le polemiche. Io amo il Pd e voglio combattere per il partito. Mi auguro che, chi oggi non mi ha espresso la sua fiducia, in futuro possa conoscermi e valutarmi per il lavoro che farò”.

Poi, però, la bagarra è ripresa e gli animi dei delegati si sono inaspriti. Dopo l’elezione dei due vicepresidenti, tra urla, polemiche e spintoni, un membro dell’assemblea, Massimiliano Dolce, si è accasciato a terra colpito da un attacco epilettico (anche se tra i presenti c’è chi sostiene che il malore sia stato scatenato da uno spintone). La seduta è stata quindi sospesa e rinviata alla prossima settimana per la nomina dei vice segretari.

da repubblica.it

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