Pubblicato: 16 ottobre 2014 di Nica Fiori in News // 0 Commenti
Nato alle falde del Palatino nel luogo detto “ad capita Bubula” (alle teste dei buoi), Augusto doveva essere particolarmente legato a quel colle, visto che proprio lì costruì la sua dimora destinata a diventare nel tempo la Domus Augustana, ovvero la reggia imperiale, in parte poi demolita da Domiziano per far posto al suo palazzo.
Edificata verso il Velabro, dove erano i ricordi dell’antica fondazione romulea, è la casa che ha accolto Ottaviano al tempo della Repubblica, quando l’erede di Cesare era un uomo in carriera, innamorato di Livia Drusilla, la donna che sposò in terze nozze e alla quale riservò un appartamento vicino al suo, la cosiddetta Casa di Livia. Solo più tardi, divenuto il primo imperatore e insignito del titolo di Augusto nel 27 a.C., decise di costruire una dimora più grande e le stanze affrescate che oggi ammiriamo, che un tempo si affacciavano su un giardino, vennero riempite di materiali di risulta e coperte da un terrazzamento sul quale sorsero nuovi ambienti.
La ricorrenza del bimillenario della morte di Augusto offre la possibilità di approfondire la conoscenza di un periodo straordinario della storia romana grazie a un “percorso augusteo” sul Palatino, ideato dalla Soprintendente per i Beni Archeologici di Roma Mariarosaria Barbera, che comprende la visita del Museo Palatino nel suo nuovo allestimento, l’ampliamento del percorso di visita della Casa di Augusto e la musealizzazione della Casa di Livia, con la presentazione in entrambi i siti di decorazioni pittoriche inedite.
Il Museo, creato nella II metà del XIX secolo nel Convento della Visitazione, conserva alcune straordinarie testimonianze relative ad Augusto e alla dinastia giulio-claudia, cui si sono aggiunte ora delle opere conservate nei depositi o scoperte in recenti scavi dei palazzi imperiali. Tra le novità esposte la statua acefala di Era (o forse Afrodite), copia di un originale greco, le bellissime ali marmoree di una Vittoria, ritrovate nel 2011 negli scavi della Domus Tiberiana, una collezione di campioni di marmi colorati tutti provenienti dal Palatino e un bacino lustrale del V secolo a.C. pertinente ad una domus aristocratica, di recentissimo ritrovamento. L’attuale allestimento del museo è tipologico ed è arricchito da una sezione didattica, che illustra con apparati multimediali la topografia e il ruolo storico e artistico del colle.
Il percorso augusteo prosegue con la visita della Casa di Augusto, scoperta negli anni ‘60 del Novecento da Gianfilippo Carettoni, ma finora chiusa al pubblico per gran parte della sua estensione. Soltanto ora, grazie a un innovativo sistema di copertura, è consentita la visita di ambienti che prima erano ridotti a grottoni. Le stanze, oltre a pavimenti a mosaico, conservano pitture tra le più raffinate e meglio conservate del mondo romano. Le decorazioni sono spettacolari e possono essere ascritte al II stile pompeiano, caratterizzato da prospettive architettoniche con effetti di illusione ottica, ottimamente resi nelle cosiddette stanze “delle maschere” e “delle prospettive”, finora inedite al pubblico. Oltre a questi ambienti, la domus repubblicana comprende un cubicolo superiore, denominato “studiolo di Augusto”, il “cubicolo inferiore”, il grande “oecus”, cioè l’ambiente che fungeva da soggiorno, e una monumentale “rampa” dalla volta a botte a finti cassettoni, che doveva servire da accesso al perduto tempio di Apollo.
Ciò che si vede è di livello straordinario. La brillantezza dei rossi, dei gialli e dei neri ci mostrano una casa vivacemente colorata e al tempo stessa allargata dalla tridimensionalità degli sfondi.
La stessa sensazione, ma in ambienti più grandi, si ha nella vicina Casa di Livia, identificata dall’iscrizione del nome di Livia Augusta su fistule idrauliche. Sanati i gravi problemi di umidità, gli affreschi degli ambienti già noti sono nuovamente leggibili con i bellissimi festoni di frutta e le scene di paesaggio o mitologiche (in particolare il mito di Io e Giove). Per la prima volta viene aperto al pubblico il triclinio, che conserva una decorazione pittorica a sfondo rosso con paesaggi sacri entro edicole. Uno di questi rappresenta il betilo (simulacro aniconico, ovvero senza immagine) di Diana. L’uso di rappresentare la divinità con un oggetto privo di aspetto umano è antichissimo e in questo percorso augusteo lo ritroviamo anche in una lastra fittile proveniente dal tempio di Apollo a simboleggiare il dio prediletto da Augusto.
Museo Palatino – Casa di Livia – Casa di Augusto
Ingresso: via Sacra – Arco di Tito
La Casa di Augusto e la Casa di Livia sono visitabili per gruppi accompagnati di un massimo di 20 persone.
Partenza dei gruppi, ogni 15 minuti, dall’Arco di Tito. Prenotazione obbligatoria: €3
Tel. +39.06.39967700 – www.coopculture.it
Il biglietto (intero € 12, ridotto € 7,50) consente l’accesso anche al Colosseo, al Foro Romano e al Palatino.
Scritto da: Nica Fioriin data: 16 ottobre 2014.il22 marzo 2016.
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