Marcus Ulpius Nerva Traianus, uno dei migliori comandanti dell’esercito romano designato da Cocceio Nerva come suo successore adottivo, nominato per merito e non per vincoli di sangue. Inizia così un periodo che va dal 96 al 180 d.C. quando Commodo, figlio di marco Aurelio, restaurò il principio dinastico chiudendo così il ciclo degli imperatori adottivi (Traiano, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, che governò insieme a Lucio Vero, suo fratello d’adozione). Traiano è celebrato come grande statista nonché capo militare, attento alla res publica romana e uomo giusto, tanto da essere collocato da Dante nel Paradiso, Canto XX. E Traiano viene di nuovo celebrato a 1900 anni dalla morte, 117 d.C., in una mostra simbolicamente ospitata nel suo Foro: “Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa”.
Virtù in effetti ne ebbe e non poche Traiano, a cominciare dalla tolleranza anche politica che creava un clima nuovo dopo quello piuttosto greve dell’epoca domizianea di poco precedente. Seppe infatti usare del suo potere in modo giusto, con particolare attenzione ai meno abbienti, come quando, per rimediare al declino dell’agricoltura, favorì la piccola proprietà contadina ponendo così un limite al latifondo (sempre per aiutare l’agricoltura impose una tassa ai senatori). O la “Institutio Alimentaria”, a favore dei poveri e bisognosi, distribuzione di grano e viveri che si svolgeva nei già esistenti Minucia Frumentaria, in Campo Marzio. Fu anche mecenate, incoraggiò le lettere, a differenza di Domiziano, e, naturalmente, fu anche un condottiero al quale si deve la conquista della Dacia, l’attuale Romania.
Il suo capolavoro urbanistico è il Foro con annessi i Mercati, la Basilica Ulpia, le biblioteche e la Colonna alla cui base verranno poi poste le ceneri sue e della moglie Plotina. Era – ed è – un complesso di spettacolare bellezza, autore Apollodoro di Damasco, “costruzione unica al mondo” (Ammiano Marcellino), per realizzare il quale venne sbancata la sella che univa Quirinale e Campidoglio. Quaranta metri di scavo, ovvero l’altezza della Colonna Traiana al centro del Foro, celebrativa della campagna di Dacia che, nella mostra, è riproposta con alcuni calchi dal Museo della Civiltà Romana (a quando la sua riapertura?). E naturalmente i Daci, questo popolo guerriero che si oppose fieramente alle legioni di Roma, qui presenti con pregevoli statue in marmo e pavonazzetto (in particolare un volto di notevole realismo).
Busti e profili di Traiano (notare quello di Traiano come Divus e Parthicus, con il copricapo orientale, in ricordo della campagna contro i Parti) si alternano a quelli delle donne che gli furono vicino, la madre Marcia, la moglie Plotina e la nipote Matidia, ritratte anche nelle monete (tre donne che sancirono la moda della Roma traianea, soprattutto nell’acconciatura dei capelli). Ma ci sono altri reperti che suscitano interesse, come un frammento di fregio con amorini e candelabri dalla facciata della Basilica Ulpia o un fregio con Erote dal Foro di Traiano, la cui bellezza dà il senso della grandiosità dell’intero complesso. E poi, fuori Roma, nuovo sfarzo con lacerti di decorazioni, stucchi ed affreschi provenienti dalla ricca Villa di Traiano ad Arcinazzo Romano.
Non poteva mancare, ovviamente, la ricostruzione virtuale, che evoca un’altra opera di Apollodoro di Damasco, Portus, il punto di attracco per le navi onerarie e militari, con darsena, officine e magazzini. Venne ad integrare e sostituire il porto di Claudio, interratosi perché troppo esposto alle maree e fu un capolavoro di ingegneria navale (il celebre bacino esagono), alla stregua del porto di Centumcellae (Civitavecchia) realizzato sempre da Apollodoro. Dal plastico in mostra si evince la grandiosità nonché la razionalità dell’intero complesso, tratto peraltro comune agli altri plastici, dal Ponte di Alcantara in Spagna a quello sul Danubio, costruito in occasione della guerra dacica. E non mancano gli archi, da Leptis Magna a Benevento, a cavallo della Via Traiana, una variante dell’Appia che accorciava il tragitto verso il terminale, Brundisium, Brindisi.
Reale è invece il suggestivo filmato dell’Associazione Speleologica Roma Sotterranea che descrive la “Privata Traiani Domus” situata nelle viscere dell’Aventino, in parte inglobata nelle Terme di Decio, costruite a metà del III secolo d.C. E come non restare fascinati dal video dove l’io narrante è Traiano in persona che narra della sua vita al servizio di Roma e dell’Impero, considerandosi “l’uomo giusto al momento giusto”? In effetti così fu, perché Traiano seppe amministrare il potere in modo equilibrato, a gloria di Roma (è il periodo della massima espansione dell’Impero) e dei suoi abitanti, in particolare, come già scritto all’inizio, la parte più debole. Traiano dunque come una personalità che assomma in sé il politico e l’uomo legato al suo territorio, il perfetto “civis romanus”, ed entrambi guardavano oltre, verso un orizzonte più ampio nel quale maturavano i germi della futura Europa. E, omaggio a un grande della storia, nella Via Biberatica, dove sono le “Taberane” dei Mercati Traianei, è collocata l’installazione di Luminita Taranu (non a caso rumena, a ricordare l’antico legame con la Dacia). “Columna mutatio – La spirale”, quale rappresentazione simbolica del flusso della Storia.
“Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa”, ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali, fino al 16 settembre 2019, tutti i giorni h.9,30-19,30, biglietto integrato Mercati e Museo dei Fori Imperiali + mostra euro 15, ridotto 13 per i non residenti, euro 13, ridotto 11 per i residenti. Per informazioni www.mercatiditraiano.it e www.museiincomune.it
Scritto da: Antonio Mazzain data: 17 aprile 2018.il23 giugno 2018.
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