mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry bags mulberry outlet mulberry sale mulberry handbags mulberry bag mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk mulberry purse mulberry bayswater mulberry outlet york mulberry factory shop mulberry uk sac longchamp saint francois longchamp sacs longchamp sac longchamp pliage longchamp pas cher Babyliss Pro Perfect Curl babyliss curl secret babyliss perfect curl babyliss babyliss pro

Operazione Teseo

Foto (29)Mai vista una conferenza stampa così affollata, almeno duecento persone, compresi i corrispondenti esteri a Roma, per un avvenimento davvero eccezionale svoltosi all’interno delle Terme di Diocleziano. Operazione Teseo, la lunga e complessa indagine condotta dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che ha portato al recupero di ben 5361 pezzi razziati dai tombaroli in scavi clandestini e finiti in musei e collezioni di mezzo mondo. Il valore stimato è sui 50 milioni di euro, ma indubbiamente superiore è il valore simbolico, perché questa immensa mole di materiale archeologico ci racconta delle nostre radici, di come veniamo da lontano: è la nostra identità.

Foto (17)

  Tutto ha avuto inizio con un’operazione poco chiara, il famoso cratere a campana di Assteas venduto al Paul Getty Museum (e in seguito restituito all’Italia) che evidenziò, a margine, una filiera di traffico archeologico facente capo ad un mediatore, Gianfranco Becchina. Questi, che gestiva una galleria d’arte in Svizzera, smistava i “pezzi” poi recuperati dai Carabinieri in quattro continenti (Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone, Australia). Un lavoro, come dicevo, complesso, che ha visto la collaborazione della Svizzera, territorio di transito del materiale trafugato (e questo non può non far piacere, dato che, in passato, l’area elvetica era un po’ una zona franca per il traffico d’arte italiana). Ma anche quella delle autorità dei paesi interessati e il risultato è qui, in mostra nei locali delle Terme, riassunto in un caotico quanto splendido avvicendarsi di oggetti scaturiti dal passato, il “nostro” passato.

Foto (20)

  L’insieme, che copre un arco di tempo vastissimo, dall’VIII secolo a.C. al III secolo d.C., è comunque stato selezionato per specie, diciamo così, ed ecco la serie del vasellame, brocche, calici, coppe, ovvero oinochoai, kantharoi, kylikes, lekythòi, crateri apuli, trozzelle daune, e poi materiale fittile, come le antefisse, reperti in bronzo, fibule e statuine (ma anche elmi ed una corazza), mosaici (fra questi una bellissima testa di Medusa), frammenti parietali dipinti, figure in terracotta ed ex voto provenienti da stipi votive, un non comune “oscillum” (disco votivo che aveva funzioni propiziatorie, qui a forma di mezzaluna), marmi. Una distesa di oggetti variopinta e spesso di rara bellezza, come le raffinate ceramiche di Egnatia o quelle canosine, di grande plasticità. In percentuale è il Sud che risulta più depredato, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, ma neanche il Lazio è stato risparmiato. Regioni avviluppate da una rete criminale di tombaroli, trafficanti e ricettatori ma, purtroppo, per sopraggiunta prescrizione, non ci saranno condanne ( la legislazione è davvero tutta da rivedere, perché non è possibile che, per lungaggini burocratiche e cavilli giuridici, delinquenti di vario tipo la facciano franca).

Foto (31)

  Dai Carabinieri è stato anche ritrovato un enorme archivio con migliaia di foto e annotazioni sui pezzi da vendere, fatture, false certificazioni, indirizzi, materiale prezioso per le indagini tuttora in corso, perché, dalla loro lettura, risulta che ancora molta roba manca all’appello. Il grosso, comunque, è stato recuperato e, se il “vulnus” al patrimonio archeologico risulta per buona parte sanato, non così quello storico, perché gli oggetti sono completamente decontestualizzati. Si sa che quasi tutti provengono da scavi clandestini nell’Italia meridionale, ma si ignora l’alveo originario, poniamo  la tomba x di una necropoli del Metaponto, o il sacello del tempio y di un’area sacra della Campania. E’ questo il danno maggiore, perché impedisce agli archeologi la storicizzazione dell’oggetto, il suo identikit che significa un’epoca precisa, con tutto il suo tessuto di influssi culturali, commerci via mare e via terra, confronto-scontro di popoli (e il Sud ne ha da raccontare).

Foto (9)

  L’operazione Teseo prende nome da uno stamnos (contenitore di liquidi) con la raffigurazione di Teseo e il Minotauro, proveniente dalla Peucezia (Dauni, Messapi e Peuceti erano popoli della Puglia preromana). E’ il simbolo della splendida operazione compiuta da quel corpo d’elite dell’Arma dei carabinieri che è il nucleo preposto alla tutela del nostro patrimonio culturale. Un’ “eccellenza” l’ha giustamente definito il Ministro Franceschini nel corso della conferenza stampa, dove ha anche detto che i reperti torneranno nelle loro terre d’origine. E allora, a chi ama questo museo diffuso sparso per la penisola, che dobbiamo ai nostri antichi Padri, viene spontaneo un “grazie” a quanti hanno collaborato a questa difficile impresa (i Carabinieri e il generale Mariano Mossa, il Procuratore Aggiunto della Repubblica Giancarlo Capaldo). E’ la nostra memoria, da custodire e difendere, senza se e senza ma.

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto (14)

 

Inserire un commento

L'indirizo di email non verrà pubblicato.




WordPress SEO fine-tune by Meta SEO Pack from Poradnik Webmastera