E’ senz’altro da annoverare fra le chiese più belle del centro storico, dietro piazza Navona e proprio in mezzo a quei due gioielli che sono Sant’Agnese in Agone e Santa Maria della Pace. Forse è proprio questo che la penalizza, romani e turisti la conoscono poco e invece merita di esser visitata, perché Santa Maria dell’Anima custodisce non pochi capolavori. Ariosa, a tre navate, costruita a metà del XIV secolo e poi ristrutturata in forme rinascimentali da Giuliano da Sangallo, la chiesa con l’ospizio collegato divenne punto di riferimento per gli appartenenti alla nazione tedesca. E lo è tuttora con il suo collegio per sacerdoti nonché luogo di accoglienza dei pellegrini, come fu in passato, sancito da una bolla di papa Eugenio IV.
Un altro papa ha qui la sua ultima dimora, Adriano VI Florisz, una sontuosa tomba firmata da Baldassarre Peruzzi all’interno del presbiterio. Sull’altar maggiore risalta una delicata Sacra Famiglia di Giulio Romano, il grande allievo di Raffaello, e, nelle cappelle laterali, figurano altri importanti pittori, come il manierista Francesco Salviati (una drammatica Deposizione) e il caravaggesco Carlo Saraceni (San Bennone e, nella cappella di contro, il martirio di San Lamberto, opere di forte connotazione cromatica). E ancora, notevole, una suggestiva Pietà scolpita dal Lorenzetto, anch’egli allievo di Raffaello.
In questo scrigno di bellezza ha sede la Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima diretta da Flavio Colusso, impegnato nel progetto “La Via dell’Anima”, il recupero del patrimonio musicale presente nei manoscritti della collezione Santini, musicista romano della prima metà dell’800. E nel corso del concerto, organizzato dal Pontificio Istituto Santa Maria dell’Anima in collaborazione con Musica Immagine e la Cappella Musicale, sono riemerse le figure di Giovanni Battista Costanzi e Lorenzo Pelli, musicisti romani del XVIII secolo. In programma anche una Messa di Mozart ed una composizione del maestro Colusso, il tutto in funzione liturgica, a commento dei vari passaggi della Messa “In Nativitate Domini”. E subito la Missa k.140, opera giovanile di Mozart, che si apre con la soave freschezza del Kyrie, sviluppando un discorso corale, voci e melodia, di grande fluidità (e sarà questo il tratto peculiare della musica di Mozart). Ai chiaroscuri del Gloria segue la densità del Credo, l’atto di fede che è lieve nell’ “incarnatus est”, più solenne nel “et resurrexit”, poi è tutto un crescendo sino al finale Agnus Dei.
“Panem coeli dedit eis”, di Giovanni Battista Costanzi, musicista senz’altro da riscoprire per la qualità e lo stile delle sue composizioni. Il brano eseguito infatti racchiude una potenzialità di interessanti soluzioni narrative che poi si esprimeranno in pieno nei più noti “Miserere” e “Dixit Dominus”. Più lineare e, se vogliamo, semplice ma non banale l’altro musicista riscoperto, Lorenzo Pelli, con “Pastorale, piva e mottetto”, per coro, archi e organo (entrambi sono stati maestri di Capella in Santa Maria dell’Anima). Infine Flavio Colusso con la sua dolcissima “Ninna nanna Gesù”, per soprano, coro, archi e organo, brano che ha interpretato in pieno il clima natalizio.
Non si può non citare i protagonisti di questa elevazione musicale: Margherita Pace e Arianna Miceli, soprani, Chiara Guglielmi mezzo soprano, Antonello Dorigo controtenore, Luigi Petroni tenore, Walter Testolin basso. Flavio Colusso maestro di cappella di Santa Maria dell’Anima che prossimamente ospiterà altri concerti di musica sacra da non perdere. In particolare “Missa l’Homme Armé”, di Carissimi, decisamente una rarità, essendo questa tecnica della Messa parodia (da intendersi come imitazione) soprattutto praticata dai musicisti franco-fiamminghi. Il 12 gennaio, mentre a marzo è in programma un capolavoro polifonico, la “Missa Papae Marcelli” di Palestrina.
Per informazioni sull’Ensemble: www.musicaimmagine.it
Per informazioni sulla chiesa di Santa Maria dell’Anima: www.pisma.it
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