Musica come segno di Pace
Musica come segno di Pace
di Antonio Mazza
Sì, capita proprio nel momento peggiore, in questa fase speriamo di transizione, dove la violenza (in Ucraina, in Medio Oriente, in Africa ma anche, più subdola, nel nostro quotidiano) sembra il linguaggio prevalente, quell’appuntamento annuale con la Bellezza che è il Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra. Un appuntamento che, proprio per l’attuale, drammatica contingenza, può, “deve”, trasmetterci un messaggio che vada oltre ogni negatività e renda meno aspro questo clima di tensione diffusa. Durerà forse poco, una manciata di sere, e tuttavia lascerà una traccia, non foss’altro per quella luminosità che, da ormai da anni (siamo alla XXII edizione del Festival), si irradia (direi sgorga) da ogni concerto e riempie l’anima di chi ascolta. E quest’armonia non può che essere messaggio e voglia di Pace, auspicio che cessi ogni violenza nel mondo e gli uomini si riconoscano in reciprocità, perché, come dice papa Francesco, “con la guerra sempre si perde”.
Il Festival inizia il 4 novembre alle h.12 in San Pietro, con la Messa celebrata dal Cardinale Angelo Comastri e, quale ariosa cornice sonora, la “Messa dell’Incoronazione” di Mozart. Questi la compose a soli 23 anni, un’opera giovanile già di robusto spessore che fu oggetto di una memorabile performance in San Pietro nel giugno 1985, con il grande Herbert von Karajan alla presenza di Giovanni Paolo II. Esegue l’Orchestra di Roma e IlluminArt Chorus diretti da Tomomi Nishimoto mentre Temistocle Capone dirige il Coro del Vicariato Vaticano in brani di Emmerig, Brosig, Bartolucci, Perosi. E Perosi è protagonista assoluto alle h.21 nella Basilica di Santa Maria ad Martyres, il Pantheon (locazione inedita per il Festival e perciò di particolare interesse), con la “Missa Redemptionis” diretta da Mons.Valentino Miserachs Grau e l’Ensemble Guillou Consort.
Nei giorni seguenti due “evergreen”, per così dire, due pietre miliari della musica classica che non ci si stanca mai di ascoltare e riascoltare. Domenica 5 alle h.21, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, la “Sinfonia n.9” di Beethoven, il simbolico cammino dell’umanità ed il suo anelito alla Gioia, l’andare oltre la fragilità dell’essere verso una nuova consapevolezza di sé. Di nuovo Tomomi Nishimoto con l’Orchestra di Roma e l’IlluminArt Chorus, Rossana Cardia soprano, Chiara Chialli mezzosoprano, Delfo Paone tenore, Ferruccio Finetti basso. E l’altro appuntamento da non mancare è nella basilica di Santa Maria Maggiore, h,21, con il “Requiem in re minore”, di Mozart, dove la perfetta simbiosi fra musica e voci crea un pathos che rasenta il sublime. Ildebrando Mura dirige la Venerabile Cappella Musicale Liberiana, Coro e Orchestra della Cappella Ludovicea, Pia-Marie Nilsson soprano, Debora Beronesi mezzosoprano, Rodrigo Ortiz tenore, Andrea D’Amelio basso.
In chiusura, Sant’Ignazio di Loyola, h,21, i fasti della Scuola Romana con Giacomo Carissimi, del quale si sta per celebrare il IV centenario della nascita, 1605. E quale migliore interprete di Flavio Colusso che ormai da quaranta anni interpreta e diffonde il suo messaggio, dal 1981, quando iniziò il progetto “Giacomo Carissimi Maestro dell’Europa Musicale”. Messaggio non solo affidato ai suoni ma di forte e sofferta interiorità reso in veste di “esercizi spirituali concertati”, rivisitazione moderna della sensibilità religiosa della Roma del ‘600. Flavio Colusso, direttore al cembalo, con l’ensemble Seicento Novecento e la Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima eseguono due oratori, Sponsa Canticorum – “Dialogo à 4”, meditazione dal Quaresimale di Paolo Segneri, e Vanitas vanitatum – “Contemptus mundi”.
L’ingresso ai concerti è libero e gratuito fino al raggiungimento della massima capienza dei posti. E’ possibile prenotare il posto compilando il modulo di registrazione su promusicaeartesacra.lineamenta.org
Per informazioni 066869187 e www.fondazionepromusicaeartesacra.org
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