Pubblicato: 13 giugno 2015 di Redazione in News // 0 Commenti
Nell’ambito degli eventi correlati alla mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle arti, in corso presso la Fondazione Roma Museo-Palazzo Cipolla, si terrà il concerto «Miracoli e suggestioni barocche», lunedì 15 giugno 2015, alle ore 21:00, nella chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, Piazza Campitelli, 9. Il Maestro Vincenzo di Betta dirigerà la Missa in Angustia Pestilentiae del compositore Orazio Benevoli (Roma 1605-1672) che sarà eseguita dalla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli, in collaborazione con il Coro da Camera Italiano, l’Ensemble strumentale La Cantoria e l’Ensemble di fiati Vigesimanona.
Il concerto prevede la prima esecuzione in tempi moderni della messa, per sedici voci e Organo, composta per invocare la liberazione dal contagio della peste diffusasi a Roma nel 1656 e dedicata a papa Alessandro VII Chigi. La musica sarà eseguita dalle cantorie barocche della chiesa di Santa Maria in Campitelli, la cui costruzione venne deliberata proprio in quell’anno dal Comune di Roma, per la miracolosa immagine di Santa Maria in Portico, alla quale si attribuiva la liberazione dall’epidemia. L’evento vuole far rivivere le sonorità della musica sacra del Seicento nel luogo dove solenni cori di si levarono alla fine della processione guidata dal Papa, per ringraziare la Madonna in porticu per la salvezza dalla pestilenza.
La Messa sarà eseguita completa delle parti in gregoriano del proprium missae e interpolata da brani eseguiti all’organo positivo Pollicolli del 1635, usato anche dal celebre compositore secentesco Giacomo Carissimi, e da Sinfonie strumentali dell’epoca, eseguite da archi e fiati barocchi.
Cenni storici: la peste a Roma
Nel 1656, a Roma, si diffuse una grave epidemia di peste, a seguito di un contagio di provenienza napoletana. Negli anni della peste in città si cercò di ridurre al minimo i momenti di aggregazione, che favorivano il contagio, ma contestualmente vennero celebrate funzioni liturgiche solenni, a porte chiuse, per ottenere la fine dell’epidemia, che terminò alcuni mesi dopo. A conclusione dell’epidemia si tennero a Roma grandi festeggiamenti e messe di ringraziamento per la grazia ricevuta.
La chiesa
La chiesa di Santa Maria in Campitelli è uno splendido ex voto barocco, eretto per accogliere la miracolosa immagine sacra della Vergine, che si trovava nell’antica chiesa di S. Maria in Portico, dove ora è il palazzo dell’anagrafe. A tale immagine il Senato ed il popolo di Roma si erano affidati proprio in occasione della terribile pestilenza del 1656. Sul luogo in cui oggi sorge l’edificio esisteva già una piccola chiesa, consacrata nel 1648. Terminata la pestilenza ed avvenuta la traslazione dell’immagine miracolosa, si pose mano alla ricostruzione del nuovo, maestoso tempio, su architettura di Carlo Rainaldi, architetto del Popolo Romano. In tale occasione risuonarono in città le musiche di compositori insigni come Orazio Benevoli. Così fu anche nella chiesa di Campitelli, arricchita dalle sue fastose cantorie barocche con addobbi preziosi di damaschi e arredi sacri. La chiesa presenta una planimetria molto particolare. L’interno risulta dal compromesso tra la pianta centrale e quella longitudinale, con un primo corpo a croce greca ed un secondo che comprende cupola ed abside. Ventiquattro colonne corinzie marcano scenograficamente l’articolazione spaziale della chiesa. L’interno è ricco di opere d’arte (tele di Luca Giordano, Sebastiano Conca, il Baciccio). L’altare maggiore è una scenografica macchina barocca, realizzata nel 1667 su disegno di Rainaldi da De Rossi, Ferrara e Schor. Vi si conserva la preziosa immagine di S. Maria in Portico Campitelli, «Romanae portus securitas», in lamina d’argento dorato su sfondo smaltato, opera dell’IX secolo.
Orazio Benevoli
Nato a Roma nel 1605, all’epoca Benevoli era Maestro di Cappella della Sacrosanta Basilica Vaticana, che dirigeva dal 1646, dopo essere stato Maestro nelle più importanti chiese e basiliche romane. Tra i compiti del Maestro, oltre alla direzione del Coro durante le funzioni liturgiche, vi era quello di comporre nuove musiche, che produsse in grande quantità sotto forma di messe policorali.
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