Sì, è proprio il caso di dire che il nostro (ex) sindaco è scivolato sulla classica buccia di banana. In maniera rovinosa, soprattutto perché la caduta si relaziona poco alle cause che l’hanno determinata, un grande tonfo provocato non da un grande movente, tipo complotto politico o inciuci di vario tipo, bensì da una cosuccia da poco, una bottiglia di vino, sia pur pregiato. Insomma non c’è assolutamente proporzione in questo perdere la guida di una città complessa come Roma per un pugno di euro pagati non di tasca propria ma con i soldi del comune, ovvero di noi contribuenti.
Ma come è possibile che una persona adulta e non certo sprovveduta (beh, non si direbbe) si sia comportata alla stregua di un accattone? Marino, il primo cittadino dell’Urbe, che scrocca più di una cena inserendola poi nella nota spese di rappresentanza, clamorosamente smentito da tutti gli interessati. Così anche chi lo difendeva contro l’attacco in massa delle opposizioni l’ha mollato, vedi il Pd, e alla fine, malgrado abbia lottato strenuamente, Marino si è dimesso. Aveva rinunciato alla carta di credito comunale, un “regalo” ai cittadini, ma ormai il pasticcio era combinato e proseguire sulla stessa strada sarebbe stato puro masochismo politico (già, ma questa da sempre è una peculiarità della sinistra: spararsi nei c….). E ora?
Ora il commissariamento che rende ancora più precario l’equilibrio in una città piena di problemi, le strade colabrodo, la raccolta rifiuti a singhiozzo, i mezzi pubblici con l’affanno, il tutto alla vigilia del processo di Mafia Capitale e con qualche milione di pellegrini all’orizzonte per l’imminente Giubileo. Sì, Roma ce la farà, la sua densa e lunga storia insegna che l’ha sempre sfangata, comunque, ma di certo il caso Marino crea problemi enormi, perché esploso in un momento storico delicato per la città. Il momento giusto per fare “pulizia” ed è questo che rimprovera il nostro ex, cioè che l’hanno fatto fuori proprio in quanto aveva toccato gli “intoccabili”.
Sarà, ma intanto, mentre il Pd si interroga su cosa farà da grande, le opposizioni si preparano alla grande kermesse primaverile, quando si andrà di nuovo al voto. A parte le prevedibili astensioni, di sicuro in aumento perché la nausea per la politica (e soprattutto “i” politici) è in crescita esponenziale, già si parla dei futuri candidati ad un posto non certo facile anche se prestigioso. La destra schiera la Meloni che è ben quotata ma eleggere lei significherebbe comunque una continuità con quella destra che, grazie ad un sindaco inutile come Alemanno, ha creato solo problemi nelle cui macerie (vedi Parentopoli ed altro) è poi inciampato Marino. Per Alfio Marchini pare ci siano contatti in corso, sempre che non si allei alla destra, di certo lui, anche se ha la faccia pulita, appartiene alla mala genìa dei palazzinari, quelli che hanno imbruttito Roma e devastato il territorio. I Cinque Stelle? Di Battista è un buon candidato, preparato soprattutto, e poi rappresenta un settore politico che ancora non si è sporcato le mani, dal quale quindi ci si può aspettare un linguaggio nuovo. Il Pd intanto si interroga, come sempre.
Scritto da: Antonio Mazzain data: 11 ottobre 2015.il12 ottobre 2015.
Turandomi il naso, a suo tempo votai Marino perchè l’alternativa era assai peggiore. Ora mi chiedo, al di là dei soliti noti da riesumare chi a sinistra ha il carisma e le p… per fare il sindaco? Nebbia assoluta.
Di Battista sindaco? Si potrebbero mettere alla prova, ma chi sarebbe il vero sindaco, lui o il duetto Grillo-Casaleggio? Avrebbe Di Battista la necessaria indipendenza?
Turandomi il naso, a suo tempo votai Marino perchè l’alternativa era assai peggiore. Ora mi chiedo, al di là dei soliti noti da riesumare chi a sinistra ha il carisma e le p… per fare il sindaco? Nebbia assoluta.
Di Battista sindaco? Si potrebbero mettere alla prova, ma chi sarebbe il vero sindaco, lui o il duetto Grillo-Casaleggio? Avrebbe Di Battista la necessaria indipendenza?