Pubblicato: 12 maggio 2015 di Redazione in News // 0 Commenti
Prosegue nella spettacolare loggia di Villa Lante al Gianicolo la quattordicesima edizione de «L’Orecchio di Giano: Dialoghi della Antica & Moderna Musica», il ciclo di concerti organizzato da Musicaimmagine in collaborazione con l’Institutum Romanum Finlandiae, il sostegno del MiBACT e con il patrocinio dell’Ambasciata di Finlandia : tredici concerti – dei quali quattro fuori sede e fuori abbonamento - alla scoperta di rarità musicali di ieri e di oggi con numerosi artisti e compositori illustri ospiti dell’Ensemble Seicentonovecento, fondato e diretto da Flavio Colusso e impegnato nella rivisitazione del passato e nell’esecuzione di nuove opere. Mercoledì 13 maggio 2015, alle ore 20:00 la giovane e talentuosa pianista e musicologa Chiara Bertoglio, definita da Paul Badura Skoda “un talento eccezionale”, propone a Villa Lante al Gianicolo il primo di una serie di appuntamenti su Johann Sebastian Bach:
« Molti sono i fili rossi che collegano i brani in programma nel concerto di questa sera. I rapporti fra Bach e l’Italia, in primis: Bach attento alla musica italiana, da cui trasse spunto per le sue composizioni, e che trascrisse con curiosità ed umiltà; e dalle trascrizioni vere e proprie, come quella da un concerto per oboe di Alessandro Marcello che apre la serata, si passa ai “falsi d’autore”, come il Concerto nello Stile Italiano che lo seguirà immediatamente. Ma anche Bach amato e studiato da musicisti italiani come Ferruccio Busoni, la cui versione delle Variazioni Goldberg chiuderà il concerto.
Bach e le trascrizioni, in secondo luogo: il gioco di timbri che ricrea sulla tastiera del cembalo i colori dell’orchestra barocca, reale (come nel Concerto da Marcello) o immaginata (come nel Concerto italiano); il passaggio dal violino al pianoforte – con la sola mano sinistra – nella trascrizione brahmsiana della Ciaccona; l’enigma dell’interpretazione delle opere per tastiera di Bach sul pianoforte rivelato nella versione busoniana delle Goldberg.
Bach e i corali: la citazione seminascosta della felicità nel Concerto Italiano, quasi il tradirsi di un compositore luterano che dà voce alla gioia identificandola con Dio; il tessuto di corali attraverso il quale nella Ciaccona “rielabora il lutto” per la prematura ed inaspettata scomparsa della giovane moglie; l’umiltà del creatore di fronte al Creatore nelle Goldberg. E tanti altri aspetti forse secondari: la variazione, la danza, il virtuosismo, il pathos di movimenti lenti che si fanno sempre più rarefatti ed espressivi.
Insomma, un programma fitto di rimandi ma che cercherà, soprattutto, di toccare il cuore.»
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