Terra, aria, acqua e fuoco, i quattro elementi che da sempre hanno fatto la storia dell’uomo e che dalle origini sono dall’uomo venerati. L’omaggio alla Madre Terra che si celebrava non solo nei luoghi adibiti al culto, come i templi, ma in posti “en plein air”, quali una fonte o un bosco, dove gli antichi veneravano il “genius loci”.
Tutta l’Italia è piena di questi centri che irradiavano energia e che, in parte, la irradiano ancor oggi, in una sorta di continuità simbolica con il passato. Centri legati alla cultura contadina dove, al culto pagano delle origini, si è nel tempo sovrapposta una vena di genuina religiosità popolare. Ed è alla ricerca di questi luoghi che ci conduce “Acque, pietre, fuochi, alberi. Rituali di guarigione nei santuari e luoghi di culto del Lazio”, a cura di Elisabetta Cheap Beats uk Silvestrini, con prefazione di Anna Imponente. E’ il primo volume di una collana che la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio dedica, anche grazie ad un’attenta ricerca sul campo, a tradizioni legate a quella che gli antropologi definiscono “cultura subalterna”.
Tutto si intreccia e si amalgama in questo prezioso volume, passato e presente, divinità dei boschi e Dr Dre Beats UK delle acque con angeli e Madonne, in un affresco colorito quanto suggestivo. Nel suo intervento Luigi Lombardo Satriani parla in proposito di “sacralità terapeutica” che si riscontra in un dato luogo, perché il territorio circostante ha subito nel tempo una stratificazione simbolica tesa a creare una Cheap Beats sorta di scudo protettivo per i suoi abitanti. Nella nostra regione abbiamo molti luoghi che conservano questa memoria ed essi vanno preservati riscoprendo i loro valori di base, al di là di una commercializzazione pseudo folkloristica, come purtroppo spesso avviene (ma tutto oggi è consumo: vedi l’industria del Sacro). Ed entriamo nel vivo della ricerca, l’acqua ed i culti ad essa correlati.
Acqua come elemento primigenio di vita, dove ci si immerge o si beve, magari dopo il pellegrinaggio che acquista così una valenza iniziatica (la cappella di S.Felicita a Pietrafitta di Settefrati, la fontana dell’eremo di S.Leonardo e Beats uk citerei anche S.Maria in Via, a Roma).
L’aspetto cultuale, come già accennato, ha origini antiche, pre-storiche, il dialogo propiziatorio con la Madre Terra, che poi è stato assorbito e trasfigurato dal cristianesimo. Così la Maria Lactans sostituisce Cerere e apparizioni miracolose detronizzano entità pagane, come, in terra etrusca, la Madonna del Giglio, o Sant’Agata in area tiburtina (la Bona Dea romana). E qui è interessante osservare come il culto mariano, promosso nel V secolo da papa Sisto III, s’innesti sulla tradizione che, ancora nei primi secoli della chiesa, vedeva una forte presenza di divinità rurali. Al “genius loci” degli antichi si è sostituito il culto della reliquia che sacralizza il territorio e intorno fioriscono leggende risalenti spesso ad ère precristiane di cui fanno fede gli ex voto delle stipi votive.Dr Dre Beats E l’acqua come medium taumaturgico, magari con proprietà galattofore (abbondanza di latte alle donne sterili), è una presenza costante nel Lazio, rivisitata nei luoghi dove ancor oggi si praticano i rituali, come la Grotta di San Michele Arcangelo, a Morolo, o recuperata nelle testimonianze orali di chi li ha vissuti, come Santa Fortunata, a Sutri, inglobata in una necropoli etrusca. Da citare anche Santa Romana, la cui chiesa rupestre, sul Monte Soratte, essendo collegata a profonde cavità carsiche, evoca culti antichissimi (le divinità ctonie o del mondo infero). D’altronde il culto idrico è una costante nella storia dell’umanità (pensiamo alla Fonte dell’Eterna Giovinezza, tema caro alla pittura medievale).
Il percorso poi si snoda per il rituale del fuoco (dove il “saltare” sulle fiamme ha un significato magico-esorcistico), il ferro (le “chiavi di Sant’Eleuterio”, ad Arce), la pietra e qui è il “tocco” che sana la malattia. Come nella cripta dell’Abbazia di San Domenico a Sora, dove si svolge il curioso rito del “fare le colonne”, o a Sant’Eutizio di beats by dre uk Ferento a Soriano nel Cimino, con la pietra che trasuda, o, ancora, la Grotta di San Benedetto, a Subiaco. A Montelupone, nelle Marche, si passa sotto l’altare per guarire dal mal d’ossa, mentre a Montefortino, nei pressi di Ascoli Piceno, ci si strusciava alle colonne. Tutto ciò è una reminiscenza di rituali litici primitivi, il rapporto empatico con le oscure forze cosmiche per preservare l’integrità dell’essere. E, anche se molti cerimoniali si sono persi nel tempo e di taluni ne sopravvive la memoria orale, v’è comunque una continuità legata alla cultura popolare, un modo di vivere i quattro elementi e il loro rapporto con l’uomo sempre in bilico fra superstizione e religiosità. E il fine è taumaturgico, nel rito conseguire quello che il grande antropologo Ernesto De Martino chiamava “la decodificazione del negativo”.
Acque, pietre, fuochi, alberi.
Rituali di guarigione nei santuari e luoghi di culto del Lazio
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio
a cura di Elisabetta Silvestrini. Di Virgilio Editore, Roma.
Scritto da: Antonio Mazzain data: 2 luglio 2014.il20 settembre 2014.
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