Decisamente densa questa edizione romana 2016-2017 della Filarmonica, più di cinquanta appuntamenti dove la differenziazione non è solo nel genere in sé, concerti, danza classica, performances in chiave teatrale, suggestioni letterarie, ma anche nei luoghi. Oltre a quelli classici, come il Teatro Olimpico, la Sala Casella ed il Teatro Argentina, figurano l’Accademia di Francia, con la sua prestigiosa sede di Villa Medici, il Teatro Palladium e il delizioso Teatro di Corte di Villa Torlonia, da poco restaurato. Quindi un bel lavoro di decentramento culturale sul territorio, all’insegna della musica quale forma di comunicazione universale.
L’inizio è solare, riproponendo tutta la luminosità dell’effimero barocco, con la No Gravity Dance Company di Emiliano Pellisari ed il Roma Barocca Ensemble diretti da Lorenzo Tozzi (Olimpico, dal 6 al 16 ottobre h.21 e 18 la domenica). E dalla “maraviglia” barocca, fantastico gioco d’ombre in un cielo di primavera, alla concretezza preromantica del “Beethovenklavier”, diciassette sonate per piano in un ciclo di cinque concerti alla Sala Casella con altrettanti giovani solisti di talento. E sono: Federico Colli (9 ottobre), Leonora Armellini (23), Leonardo Pierdomenico (13 novembre), Leonardo Colafelice (27), Gloria Campaner (18 dicembre). Appuntamento domenica alla Sala Casella h. 17,30, ovvero un modo diverso di trascorrere il pomeriggio festivo.
Molto intrigante l’idea cinema-libro, progetto di Giorgia Aloisio che si svolge in tre serate nel Teatro di Corte di Villa Torlonia, splendidamente restaurato. Quindi musica da film, “La mia Africa”, il libro più famoso di Karel Blixen, musiche di John Barry, “L’età dell’innocenza”, dal capolavoro di Edith Wharton, musiche di Elmer Bernstein, “Espiazione”, su testi di Ian McEwan, musiche di Dario Marianelli. Rispettivamente il 18, 19 e 20 ottobre h.20, Alessia Rabacchi voce narrante, in collaborazione con Roma Tre Orchestra Ensemble. Ma intrigante, come esplosione di sapori e colori, in chiave di intelligente contaminazione etnica, è anche la “Carmen” nella versione della ormai mitica Orchestra di Piazza Vittorio (Olimpico, dal 3 al 13 novembre h.21, domenica h.18).
Ma c’è anche il jazz, introdotto da un esperto del calibro di Adriano Mazzoletti, una serie di appuntamenti da non perdere alla Sala Casella, dove si parla e si suona di tutto, ragtime, Scott Joplin, Keith Jarret, la scuola di Harlem, il jazz in chiave italica (fu proprio Mazzoletti a far conoscere ed amare questo “sound” d’oltreoceano). Segnatevi le date: 11 dicembre, 5 e 19 febbraio, 5 e 9 marzo, h.18, l’ultima alle 20,30). E un pizzico di ragtime è anche in un altro appuntamento da non mancare il 19 dicembre all’Olimpico, h.21, “Storia del soldato” di Igor Stravinskij, con l’Orchestra di Piazza Vittorio, opera da camera nonché una storia da leggere, recitare e danzare. Con il suo vitalismo Stravinskij è stato per il ‘900 europeo quello che Rossini è stato per l’800, v’è quasi un comun denominatore fra i due e, non a caso, ecco in programma tre serate col musicista di Pesaro alla Sala Casella: “Rossini il serio” (arie dalle opere serie, 28 gennaio h.20), “Rossini il buffo” (duetti e concertati dal repertorio buffo, 29 gennaio h.12), e quello che potremmo definire il Rossini meditativo, la “Petite Messe Solennelle” (29 gennaio h.17,30). E un Rossini particolare, tutto didattico, in chiave di “opera family”, è quello de “Il Barbiere di Siviglia” (Argentina, 10 aprile h.21).
Prima di andare sul classico un’occhiata alla produzione più recente. Come “Hanjo” (Palladium, 18 novembre h.21), opera in un atto di Marcello Panni con l’Ensemble Roma Sinfonietta, la cui struttura narrativa mutua dal Teatro No (alla base un adattamento di Yukio Mishima, il grande scrittore giapponese). O la prima esecuzione assoluta di “Un’infinita primavera attendo”, opera in un atto di Sandro Cappelletto, musica di Daniele Carnini, nel centenario della nascita di Aldo Moro, quindi un lavoro di grande impegno civile (Palladium, 9 dicembre h.21). Ma di impegni civile bisogna parlare anche per “L’aria della libertà”, lavoro multimediale al cui centro è la figura di Piero Calamandrei, uno dei padri della nostra Costituzione (Olimpico, 8 maggio h.21). E infine, per restare ai nostri giorni, “Sentieri selvaggi”, autori contemporanei italiani (Palladium, 19 gennaio h.21) e gli incontri col nuovo virtuosismo di “Assoli”, sei concerti eseguiti dai giovani solisti dell’Imago Sonora Ensemble nella graziosa cornice della Sala Affreschi della Casina Vagnozzi (10 e 20 febbraio, 6 e 20 marzo, 11 e 21 aprile, h.19).
E ora il classico. Per esempio il grande Uto Ughi accompagnato al piano da Marco Grisanti in un programma che spazia dal ‘600 al ‘900 (Argentina 26 gennaio, h.21). O Misha Maisky che interpreta tre delle magnifiche Suites per violoncello di Bach, (2 marzo h.21 all’Argentina, dove Johann Sebastian viene riproposto il 6 aprile, Enrico Gatti violino e Rinaldo Alessandrini cembalo). E, ancora, Henry Purcell, grande musicista inglese con musiche dalle sue opere più note (“Purcelli in Love”, Argentina 23 febbraio h.21). E l’immancabile Vivaldi con “Le Quattro stagioni” (Argentina, 30 marzo h.21). Infine la danza. Inizio con “Cardia. Di pianto y de amor”, per la regia di Miguel Angel Berna, anche coreografo e ballerino, in collaborazione con Brizio Montinaro, un suggestivo viaggio nell’anima di due regioni del Sud d’Europa, Aragona e Salento (Olimpico 12 e 13 aprile h.21). Da segnalare anche “Romeo e Giulietta”, nell’interpretazione della Compagnia del Balletto del Sud (Olimpico giovedì 20 e venerdì 21, h.21), “Caruso”, omaggio a Lucio Dalla con il Mvula Sungani Physical Dance (Olimpico, 26 e 27 aprile h.21) e l’Aterballetto con un dittico molto particolare (Olimpico, 3 e 4 maggio h.21).
Per approfondire i singoli spettacoli e per informazioni generali, anche per quanto riguarda l’attività di formazione in programma alla Sala Casella, 06.3201752 e www.filarmonicaromana.org
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