“Piazze del sapere”. Bella e quanto mai condivisibile quest’affermazione di Antonella Agnoli per definire la missione delle biblioteche. Centri di irradiazione della cultura, come auspica lei esperta del settore e come, dopo ritardi, tagli di spesa ed altre problematiche varie, si tende ora a fare, per metterci in linea con le analoghe istituzioni europee e d’oltreoceano. E un esempio di working in progress è la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Molti di noi se la ricordano quando la sede era al Collegio Romano di dove, per problemi strutturali, traslocò a Castro Pretorio. Era dai primi del ‘900 che si parlava di un nuovo polo bibliotecario, il Collegio Romano essendo di anno in anno insufficiente ad accogliere il materiale cartaceo. Bel tempo ci furono diversi progetti, si pensò a varie collocazioni, nei pressi del Quirinale, il Pantheon, e nel ’36 Mussolini decise che la nuova biblioteca sarebbe sorta al Castro Pretorio, come continuità ideale con il passato (i Castra Praetoria, la caserma della Guardia Imperiale). E in effetti ora che la Nazionale, inaugurata nel 1975, sorge proprio sui resti romani, ben visibili, si avverte quel legame con la Roma dei Cesari.
Non è solo l’imponenza della costruzione ma il clima che vi respira, di una sorta di cosmopolitismo culturale come appunto era nell’Urbe al suo apogeo. E che ora viene ulteriormente valorizzato ed impreziosito con un ampio progetto in cui gioca un ruolo chiave un’intelligente sinergia pubblico-privato. E’ quanto emerso durante la conferenza stampa con la partecipazione del Ministro Dario Franceschini, Rossana Rummo, Direttore Generale Biblioteche e Istituti Culturali, Andrea De Pasquale, attuale Direttore della Nazionale, e Giovanna Barni, presidente della RTI CoopCulture. Tutti hanno sottolineato l’importanza del project financing che ha permesso di ampliare gli spazi della Biblioteca, così che alla fruizione culturale si aggiunge anche quella più, diciamo pratica, come un servizio di ristoro.
E partiamo da qui, un bar-caffetteria singolare, perché inseriti nel pavimento e sotto il piano in vetro dei tavolini vi sono libri a profusione, quale simbolico memento del luogo in cui ci troviamo. Dopo un bel caffè inizia la visita, a partire dagli Spazi900, area espositiva permanente che illustra, grazie a fondi, lasciti ed acquisizioni, un itinerario letterario in compagnia dei protagonisti del secolo passato. Così la Deledda, D’Annunzio, i Futuristi, Palazzeschi, Montale, Moravia, la Morante ed altri e sono libri, lettere, documenti, con un’area dedicata a Pasolini ed alla sua Roma borgatara. Appena inaugurata è “Le attese del niente. Carlo Levi tra scrittura e pittura”, con il suo autoritratto in primo piano e quelli, notevoli, di scrittori a lui coevi, come Cesare Pavese e Italo Calvino. E, naturalmente, sono in mostra le prime edizioni dei suoi libri più famosi, come “Cristo si è fermato a Eboli” e “L’orologio”.
Per la zona delle mostre temporanee MiBacco, lo stimolante risultato di un concorso per giovani artisti sul tema del libro e della lettura, opere che cercano di penetrare il senso di entrambe le situazioni, magari creando un nuova semantica che rapporti al luogo, cioè la Biblioteca come fonte di Conoscenza (fino al 31 marzo). E, da non perdere per la sua assoluta originalità, “Borges, Bestie, Carte. Una mostra di zoologia fantastica”, di Maurizio Quarello, disegnatore di fama internazionale che ha qui interpretato in chiave fra surreale ed onirica il famoso testo del grande scrittore argentino. In esposizione una folta serie di tavole a matita trasformate in pop-up da Luigia Giovannangeli (fino al 31 marzo).
E ancora spazi per ospitare workshop, conferenze, proiezioni, laboratori didattici, con prossima apertura di Librò Multimedia, area che ospiterà installazioni multimediali e Librò Cavea, utilizzando appunto la cavea esterna. Poi c’è, immensa, la Biblioteca con il suo ricco patrimonio librario, che si fregia di pezzi rari, esemplari unici al mondo come l’Opera di Virgilio stampata a Milano nel 1498 o “I sette salmi penitenziali” di Dante Alighieri, edito a Bologna nel 1500. Ma tanti sono i gioielli custoditi nella Nazionale che ora, grazie alla sinergia in atto, sta riprendendo quota dopo lo sbandamento degli anni passati. Certo ci sono da affrontare altri problemi, come quelli dell’organico interno, ma, finalmente, la strada non appare più in salita…
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