La Biccherna ritrovata
La Biccherna ritrovata
di Antonio Mazza
Biccherna era il nome della magistratura finanziaria della Repubblica di Siena, attiva dal XII secolo fino al 1786, e tale fu anche il nome delle tavolette dipinte che fungevano da rilegatura ai libri contabili. Allo scadere del mandato di sei mesi ogni magistratura commissionava ad artisti locali la decorazione del supporto ligneo, il cui soggetto variava, dalle figurazioni araldiche al tema sacro, all’evento particolare verificatosi durante il semestre in carica. Nel corso dei secoli le tavolette dipinte hanno creato un fascinoso nucleo di piccole opere d’arte nonché un prezioso documento della storia e del costume senese, quale traspare dalle 105 tavolette esposte nel Museo delle Biccherne, annesso all’Archivio di Stato di Siena. E che in parte ammirammo anche qui a Roma, in una bella mostra al Quirinale, nel lontano 2002.
Nel tempo, anche se il grosso di questo patrimonio culturale è giunto fino a noi, non sono mancate dispersioni, ma ora una buona notizia è come reintegrasse quelle perdite. Torna in Italia, grazie al Reparto Operativo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, una bellissima Biccherna del 1441 firmata da Sano di Pietro, che raffigura la “Flagellazione di Cristo”. L’opera che, esportata clandestinamente, figurava in un lotto d’asta di Sotheby’s, a Londra, è stata recuperata con il concorso dell’Avvocatura generale dello Stato, la Direzione generale Archivi e la Direzione generale Archeologia, belle Arti e Paesaggio. E qui, nella Caserma “La Marmora”, alla presenza del Ministro della Cultura Dario Franceschini, il Comandante TPC, Generale di Brigata Roberto Riccardi, il Coordinatore per il recupero e la restituzione dei beni culturali e Capo di gabinetto del MIC Annalisa Cipollone, il Direttore generale Archivi Anna Maria Buzzi, il Direttore generale Archeologia, Belle Arti e paesaggio Federica Galloni e il Direttore dell’Archivio di Stato di Siena Cinzia Cardinali, è avvenuta la consegna simbolica della preziosa Biccherna al Sindaco della città di Siena Luigi De Mossi. Una consegna che poi diverrà effettiva, in coerenza con “Cento opere tornano a casa”, la lodevole iniziativa varata da Franceschini per riportare nel luogo d’origine opere che altrimenti resterebbero dimenticate nei depositi dei musei.
Dunque Sano di Pietro, pittore famoso soprattutto per le sue varie rappresentazioni di San Bernardino, che in questa Flagellazione, pur nelle piccole dimensioni (42x30x52), riesce ad esprimere un dramma più umano che strettamente religioso. Dramma acuito dalla torsione plastica del Cristo e dei due carnefici, inseriti in una fuga prospettica che segna, particolarmente nel disegno delle figure, il distacco dagli stilèmi tardo gotici e suggerisce schemi nuovi, come si può dedurre dai polittici a tema sacro (il tutto forma un riquadro che poggia su una base fitta di stemmi araldici, fra i quali spicca quello dei Piccolomini, la famiglia di Pio II e Pio III). Formatosi nell’àmbito del Sassetta, del quale forse fu allievo, recependone la vivacità cromatica, Sano di Pietro è un esponente di rilievo di quella magnifica esperienza che fu la Scuola Senese. Nomi di maestri come Duccio, i Lorenzetti, Simone Martini, il lento percorso dal romanico ancora intriso di influssi bizantineggianti al gotico internazionale, i primi giochi prospettici del Sassetta, il dinamismo compositivo di Bartolo di Fredi, la nuova pittura rinascimentale con Bartolo di Fredi, fino all’elegante manierismo del Beccafumi e il termine di un generoso percorso artistico durato tre secoli, nel 1553, quando Cosimo I de’ Medici conquistò Siena, sancendone la fine come comune libero (e creativo). E, quale corollario alla cerimonia nella Caserma, il ministro Franceschini ha annunciato la prossima istituzione di un “Museo dell’arte salvata”, dove sarà possibile ammirare opere d’arte recuperate sul mercato clandestino o danneggiate da eventi naturali. A rotazione.
La Biccherna di Sano di Pietro, un frammento di Bellezza nel buio che ci sovrasta.
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