Un tempo, nelle sale a pianterreno del Palazzo dei Conservatori, era la sede delle Corporazioni romane ed ancora si vedono, qui e intorno, salendo le scale verso la Protomoteca, stemmi e portali che ricordano le varie “Universitas” che nella Roma del ‘600 raggiunsero il loro massimo splendore. Ad esse erano collegate le Confraternite, loro diretta emanazione, il cui scopo era l’assistenza ai bisognosi ed opere pie, quindi una visione generale di armonia alla quale si richiama idealmente la mostra in corso, “La bellezza ritrovata”.
Tre sezioni che affrontano altrettanti temi relativi alla salvaguardia del nostro immenso patrimonio storico-artistico. La prima riguarda il recupero delle opere rubate grazie alla paziente e precisa attività del Comando Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, corpo altamente specializzato che tutto il mondo ci invidia. Un cratere lucano a volute del V-IV secolo ed una hydria etrusca del VI, con una curiosa metamorfosi uomo-pesce, introducono al tema della ricettazione e del mercato clandestino. Sono esposte alcune tavole di un pittore toscano di scuola vasariana (“San Torpè” ed episodi della Bibbia “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” e “Melchisedech che offre il pane ed il vino ad Abramo”), il sereno “San Benedetto e monaca in preghiera” del Sodoma e, soprattutto, la splendida “Mater dolorosa” di Quentin Metsys, grande pittore fiammingo. Tutte opere che un restauratore infedele stava per collocare sul mercato clandestino (la “Mater dolorosa”, venduta per tre milioni di euro, è stata recuperata in Grecia).
Seconda sezione, il terremoto che, oltre all’olocausto di vite umane, ha inflitto gravi ferite al patrimonio artistico dell’Italia Centrale. Danni ingenti, talora irreparabili, una memoria del passato che in molti casi non esiste più, vedi Amatrice, e qui sono presenti opere che vengono dalle Marche, la rete dei Musei Sistini del Piceno. In particolare “San Liborio” e una “Sacra Famiglia” di Giuseppe Ghezzi, il padre del più noto Pier Leone Ghezzi, pittore alla moda della Roma del ‘700, ed un raro “Cristo tunicato” scultura lignea romanica, secoli XI-XII. Decisamente notevole, con quella sua bellezza severa e raccolta, una struttura d’insieme però morbida, pur riproponendo gli stilèmi d’Oltralpe.
Se la sezione relativa ai danni sismici è attuale, non da meno è quella che concerne i guasti provocati dalla guerra (vedi la barbarie dell’Isis). E’ qualcosa che ancora ristagna nella nostra memoria collettiva e che qui riaffiora con quanto venne recuperato sotto le macerie della cattedrale di Benevento dopo il raid aereo alleato del settembre 1943. Sono i frammenti dei due amboni gotici, capolavori di Nicola di Monteforte che li eseguì nel 1311, pezzi che sono stati ritrovati in un deposito e, dopo attento restauro, esposti nel Museo del Sannio. Le foto d’epoca permettono di capire la posizione degli animali stilofori (due grifi e sette leoni), di una pregevolissima lastra inserita nella parte superiore del pergamo, che rappresenta l’autore ai piedi del crocifisso (si notano resti cosmateschi) ed una dolcissima Madonna con Bambino. Un autentico tesoro purtroppo sfregiato che tuttavia rende l’idea della bellezza originaria, confermata dagli oggetti esposti al centro della sala, lavori in argento cesellato, paramenti sacri, un ostensorio impreziosito da decorazioni in corallo.
Dunque una sorta di trittico il cui filo tematico è la fragilità del nostro patrimonio storico-artistico, che bisogna saper difendere dalle offese dell’uomo e dai capricci della natura. Una mostra piccola ma “densa”, che suona come un auspicio a prendersi cura, tutti, nessuno escluso, della bellezza che ci circonda anche se, troppo distratti da smartphone e selfie vari, spesso (troppo spesso) non ce ne accorgiamo.
“La bellezza ritrovata. Arte negata e riconquistata in mostra”, ai musei Capitolini, sale terrene del Palazzo dei Conservatori, fino al 26 novembre. Tutti i giorni h.9.30-19,30, biglietto euro 15 integrato Mostra + Museo, ridotto 13. La mostra, a cura di Vega de Martini, è stata promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali diretta da Claudio Parisi Presicce e ideata ed organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura presieduto da Giuseppe Lepore con il concorso di Zètema Cultura. Per informazioni www.museicapitolini.org
Scritto da: Antonio Mazzain data: 11 agosto 2017.il28 marzo 2021.
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