Terzo cd di una band romana che si è ormai guadagnato un suo spazio grazie ad un percorso musicale di progressiva maturazione. All’inizio erano i The No Depression, poi vennero i Lyllaloo e, infine, ecco i Padrinos, che hanno esordito di recente in un locale dell’Urbe presentando un album tutto “rigorosamente rock”, come si legge nella presentazione. Leader e “vocalist”, come già nelle edizioni passate, Daniele Cutino, alla guida di un organico da classica rock-band, cioè voce, chitarra, basso e batteria. Niente elettronica, synth o tastiere che sia, solo il “sound” delle origini: puro rock, appunto.
Se nei precedenti cd si andava sul melodico, qui i toni appaiono molto meno morbidi, anzi, taglienti, e tali sono già nel brano di apertura, “I’m Going Down”. Le chitarre come staffilate ed il parallelo incalzare della batteria, con la voce di Daniele che vi si immerge scavando all’interno. L’effetto è davvero notevole, un inarrestabile flusso sonoro, dove però non mancano aperture improvvise, scandite da un “drumming” ora felpato ora a suono pieno. Ed è quanto si ripete nel successivo “What I Had Before”, una serie di dense pennellate dove l’insieme voce-chitarre-batteria raggiunge il punto di perfetta fusione. E’ quell’ “hot point” cui aspirano da sempre tutte le rock-bands.
Vedi il terzo brano, “Things”, qui, dopo un inizio decisamente hard, tutto slarga in un tappeto sonoro che si snoda agile ma intenso, la voce al centro di un colorito percorso chitarre-batteria (quei giri di basso come uno sfumato). E così per “Fight Fire With Fire”, dalla struttura d’insieme tesa e compatta ma è nell’ultimo pezzo, “Revolution”, che si comprende davvero lo spirito dei Padrinos. Sin dalle prime battute, con quel rock cadenzato, appare chiaro come questo sia un chiaro omaggio ai Clash, i mitici Clash di “London Calling”, il punk fine anni ’70 che non dimenticava però il passato.
E così sono The Padrinos, ben consapevoli di tutto un patrimonio classico che loro filtrano senza però farsene condizionare, come risulta da questo cd autoprodotto che è costato un anno di intenso lavoro. E non si può che esserne soddisfatti perché è rock energico e a tratti anche duro, che seduce al primo ascolto, merito di Daniele Cutino, voce e chitarra, Giuliano Mameli, basso, Michele Giuliani, batteria.
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