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Il ritorno degli Ori Castellani

di Francesca Licordari.

Il gas dei lacrimogeni turbò la tranquillità del personale di vigilanza del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia quel sabato 30 marzo 2013, la notte antecedente a Pasqua, quando accadde l’inimmaginabile. Tre uomini incappucciati riuscirono a penetrare nel museo: oggetto di tale azione su commissione furono i gioielli della collezione Castellani. 27 pezzi furono portati via con la forza, quella notte, ma ora, a distanza di 6 anni, quei capolavori dell’arte orafa dell’800 sono finalmente ritornati al loro posto.

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Così a lungo sono durate le indagini del Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri (TPC), che sono riusciti a evitare la vendita e la dispersione di alcuni elementi fondamentali di quella collezione, donata allo Stato Italiano nel 1919. E proprio in occasione del centenario di quel lascito, la triste vicenda ha avuto un lieto fine.

Nella giornata di martedì 2 aprile 2019 sono stati presentati alla stampa i risultati dell’indagine, che ha portato al ritrovamento della refurtiva, chiamata “Operazione Villa Giulia”. Una nuova teca è stata sistemata al centro di quella “Camera delle meraviglie” che dal 2015 espone le preziose oreficerie con il nuovo allestimento. In particolare è stato il recupero di una collana costituita da smeraldi e altre pietre preziose a mettere la parola fine alle indagini: in seguito alla morte di uno dei ricettatori, la moglie ha deciso di restituire il prezioso monile alle Forze dell’Ordine. Nulla è finito sul mercato antiquario e soprattutto è fallita la vendita alla base del furto. Infatti una ricca collezionista russa era talmente innamorata della collezione Castellani da voler ottenere i gioielli con qualsiasi mezzo e a qualsiasi costo. Fu intercettata all’aeroporto di Fiumicino senza gioielli, ma portava con sé copia del catalogo della collezione e soprattutto immagini degli impianti di sicurezza del Museo di Villa Giulia. Sfumato l’affare, i ladri hanno provato in altri modi a piazzare i pezzi, ma senza successo.
Già presentati in altre occasioni, ma sempre splendidi da vedere, sono la spilla con il micromosaico della civetta di Atena, il bracciale con le scritte in greco Psyche ed Eros (Anima e Amore) e al centro la simbolica farfalla, una collana con bulle di cui una è mancante e preziose spille con ametiste e altre gemme.
La storia della splendida collezione di antichità e oreficeria dei Castellani comincia con Fortunato Pio (1794-1865) e prosegue con i figli Alessandro (1823-1883) e Augusto (1829-1914), molto conosciuti nella capitale come antiquari e collezionisti. Quest’ultimo seppe guadagnarsi presso gli studiosi del tempo fama di fine conoscitore delle antiche memorie storiche. Alla morte del padre diresse il laboratorio di famiglia. Esponente pubblico di rilievo, aprì al pubblico la sua ricca collezione esposta in quello studio di ricevimento che, secondo una tradizione inaugurata da Fortunato Pio, fu per molti decenni meta privilegiata di studiosi e intellettuali, di illustri esponenti della diplomazia e dell’aristocrazia europea in visita a Roma. La bottega di famiglia fu dapprima a Palazzo Raggi, all’inizio di via del Corso accanto piazza del Popolo, poi proseguì in un secondo laboratorio in piazza Poli ed infine a Piazza di Trevi 86, dov’è ancora visibile l’iscrizione.
I Castellani si ispirarono per molte delle loro creazioni agli ori riportati alla luce durante gli scavi archeologici dell’epoca, creando un nuovo stile che si affermò rapidamente. Si lasciarono influenzare, in particolare, dalle raffinate oreficerie orientalizzanti delle necropoli etrusche, soprattutto per la tecnica della granulazione e della filigrana. Ad Augusto si deve l’acquisto in blocco nel 1861-62 del corredo della tomba principesca di Praeneste, che dalla sua famiglia prende il nome, in parte esposta proprio a Villa Giulia. Nelle creazioni di famiglia è visibile anche l’influenza dei gioielli antichi della celebre collezione Campana, restaurati proprio da loro prima della dispersione all’estero in seguito alla bancarotta del marchese.
Non si può dimenticare, poi, la collaborazione col duca Michelangelo Caetani, appassionato disegnatore di gioielli, alla base di molte loro creazioni e del marchio di fabbrica della doppia “C”, (dato dalle iniziali di Castellani e Caetani), imitato ai giorni nostri da Cartier e Chanel.

Immagine

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
Piazzale di Villa Giulia 9, Roma
Orario: 9.00-20.00 (con chiusura delle sale alle 19.30), chiuso il lunedì.
La sala Ori apre alle 10.00
Biglietto: 8€, ridottissimo 2€, gratuito per gli aventi diritto. Possibilità di formule di abbonamento.
Per info: www.villagiulia.beniculturali.it

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