Era quella un’area sacra nota ai popoli del Lazio e vi giungevano etruschi, sabini, latini, falisci non solo in pellegrinaggio ma anche per commercio. Annesso al santuario si trovava infatti un mercato assai frequentato, uno dei più importanti della Valle del Tevere. Poi venne Annibale, reduce dalla battaglia di Canne, e le sue truppe saccheggiarono il santuario che fu riedificato un secolo dopo dal pretore Gneo Egnatio. Ma, con la guerra civile, una nuova distruzione, ad opera di Silla, cui segue il sorgere di una colonia romana sui resti del santuario, con il foro, terme, domus: la Colonia Iulia Felix Lucus Feroniae. Nel tempo tutto s’interra e cade l’oblìo finché, all’inizio degli anni ’50 viene individuata la zona alla quale più tardi, durante la costruzione dell’Autostrada del Sole, se ne aggiunge un’altra non meno importante, la Villa dei Volusii Saturnini.
Ora, dopo un lungo lavoro di ristrutturazione e restauro, grazie alla sinergia fra Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale e la società Arcus viene riaperta al pubblico l’intera area che comprende il Lucus Feroniae e la Villa, collegate fra loro da un ponte per il passaggio pedonale che scavalca la via Tiberina (finanziato da Società Autostrade). Oltre agli scavi è visitabile l’Antiquarium appositamente costruito, con un percorso didattico ricco di preziose testimonianze anche virtuali che permettono di ripercorrere la storia del luogo. E il tutto risulta di grande interesse nonché di grande fascino, a cominciare dalla spianata dove sorgeva il santuario eretto dove era il bosco sacro alla dea. Poco è rimasto del periodo arcaico, l’ara di Feronia, ma molto del periodo della colonizzazione romana.
Procedendo lungo l’asse dell’antica via Tiberina s’incontra prima una latrina perfettamente conservata, quindi il tempio della Salus che, in epoca sillana, venne a sostituire il culto di Feronia. Si entra poi nell’area sacra, dove un tempo avvenivano i ludi in onore della dea (c’erano anche i ludi funebri) e qui, in epoca imperiale, sorse il sacello degli Augustales, con le statue di membri della famiglia giulio-claudia (ora esposte nel museo). Sulla destra la sede dei Duoviri (i fondatori e primi magistrati della colonia romana), tabernae, ruderi di domus dai pavimenti spesso adorni di bei mosaici a motivo geometrico e floreale (non lontano i resti dell’anfiteatro), le terme, immancabili in ogni insediamento romano.
Torniamo indietro per la Villa dei Volusii ma, prima, si visita l’Antiquarium. E ci accoglie uno splendido monumento funebre con rilievo gladiatorio, assemblato con le parti recuperate dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. E’ importante non solo per la sua bellezza plastica, ma come documento quasi visivo di un’epoca. Seguono vetrine e pannelli esplicativi che tracciano un percorso dalle origini, quando, verso il XII secolo a.C., qui era una necropoli e sono esposti i vasi dove erano raccolte le ceneri, molto simili a quelli villanoviani. In mostra figurano poi bronzetti, ex voto della stipe votiva, terrecotte, marmi, frammenti del tempio, una bellissima testa di Vespasiano e le statue, molte acefale, degli Augustales. Insieme al rilievo gladiatorio è il punto più suggestivo -e storicamente significativo- del museo. La realtà virtuale suggella il tutto, con la dea Feronia che parla di sé e del culto che legava gli uomini alla natura.
Oltrepassato il ponte pedonale siamo nella Villa dei Volusii Saturnini, già proprietà della famiglia degli Egnatii che fu proscritta da Augusto per aver partecipato alla guerra civile. E’ la classica villa suburbana finalizzata all’ “otium”, con un ampio peristilio, una serie di stanze, il lararium, ambienti abbelliti da mosaici a motivo geometrico. Una tettoia protegge i resti della Villa che, insieme al Lucus Feroniae e all’Antiquarium, costituisce un polo archeologico di notevole interesse. Che può, peraltro, fungere da incentivo turistico per tutti i comuni della Valle del Tevere, non solo quelli direttamente interessati, cioè Capena e Fiano, pur ricchi di testimonianze storico-artistiche. Si sta proprio lavorando in questo senso, per incrementare il numero di visitatori, soprattutto in clima di Giubileo e, grazie alla sua posizione sull’A1, all’uscita verso l’Urbe, il complesso Feronia-Volusii si presenta come un bel biglietto da visita per chi giunge a Roma.
Area Archeolofgica e Antiquarium di Lucus Feroniae, Via tiberina km.18,500, da martedì a domenica dalle 8,30 al tramonto, ingresso libero. Per informazioni 069085173 e www.archeologialazio.beniculturali.it
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