Pubblicato: 18 maggio 2014 di Redazione in News // 0 Commenti
La Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio diretta da Anna Imponente ha individuato la provenienza di alcuni marmi policromi che costituivano la decorazione di una cappella settecentesca. Paliotto d’altare e balaustre possono così tornare, dopo vent’anni, nella chiesa per la quale essi furono realizzati.
Dall’analisi stilistica era evidente l’origine meridionale dei marmi e si deve al funzionario restauratore Federica di Napoli Rampolla l’individuazione della loro provenienza: la Cattedrale di San Casto in Calvi Risorta in provincia di Caserta: in una cappella laterale è presente infatti una uguale balaustra e l’altare maggiore ha in basso identici motivi decorativi. Lo stemma cardinalizio che campeggia nei pilastrini delle due balaustre rubate è il medesimo che appare in altre pareti della chiesa.
Il materiale rubato fu sequestrato nel 1993 dagli agenti del Commissariato di P. S. di Frascati e lasciato in custodia presso un deposito giudiziario di automobili nei pressi di Grottaferrata e, poiché non ne fu individuata la provenienza, a conclusione del procedimento penale ne fu stabilita la confisca. La Soprintendenza del Lazio accettò l’acquisizione del materiale nonostante le problematiche che ciò presentava: i marmi intarsiati erano diventati molto fragili perché danneggiati dalla lunga esposizione all’aperto, avevano bisogno di un diffuso consolidamento oltre che di una ricomposizione delle diverse parti e necessitavano di un luogo idoneo per la loro conservazione.
Il restauro fu eseguito a titolo gratuito dagli allievi della scuola Ars Labor di Roma sotto la direzione lavori della responsabile dell’Ufficio Furti della Soprintendenza Giovanna Grumo. A conclusione dell’intervento paliotto e balaustre furono sistemati, in mancanza di spazi più adatti, al coperto nel chiostro di Palazzetto Venezia.
Dopo l’individuazione della provenienza, e la recente conferma da parte del Nucleo di Napoli dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, coadiuvato dal funzionario della Soprintendenza BAPSAE per le province di Caserta e Benevento Vincenzo Mazzarella, il prezioso materiale marmoreo potrà finalmente tornare alla Cattedrale di Calvi Risorta, nella chiesa dalla quale esso fu trafugato.
La vicenda dei marmi settecenteschi sta per concludersi felicemente.
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