Anno XV di una manifestazione che, negli anni, è qualitativamente cresciuta fino ad assumere un significato che va ben oltre la manifestazione stessa. Se Roma è il luogo fisico dove si svolge l’evento questo in realtà ne travalica i confini e, simbolicamente, diventa universale. Perché la Bellezza è un linguaggio che ci accomuna, soprattutto quando è espressa con e nella musica, già in sé qualcosa di aggregante, sorta di fascinoso filo rosso fra le culture. E così questo XV Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra che si svolge, come sempre, nelle basiliche romane, aggiungendo quindi alla bellezza della musica quella del contesto, dove affreschi, marmi, mosaici fanno da controcanto al fluire melodico. E l’incanto è perfetto.
Ottimo inizio con Mozart, la luminosa “Messa dell’Incoronazione” composta a 24 anni, eseguita dall’Illuminart Philarmonic Orchestra e Illuminart Chorus diretti da Tomomi Nishimoto, che il pubblico romano ha già avuto modo di apprezzare. Segue la Santa Messa celebrata da Sua Em.za Rev.ma Cardinale Angelo Comastri alla quale si accompagna la “Missa Prima Pontificalis” di Lorenzo Perosi, con il Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” diretta da massimo Palombella. E, in chiusura, “Orasho”, la liturgia cattolica che s’innesta nella tradizione del canto popolare giapponese, il tutto ovviamente eseguito dall’Illuminart Chorus diretto da Tomomi Nishimoto (Basilica di San Pietro, mercoledì 16 con inizio alle h.16).
Una delle pagine musicali più belle (ed immortali) della musica classica ci attende giovedì 17 alle h.21 nella Basilica di San Paolo ed è impossibile mancare l’appuntamento. Ludwig van Beethoven, “Sinfonia n.9 in Re minore” che, insieme alla “Missa Solemnis”, può essere considerato come il testamento spirituale di un sommo artista (compose la sinfonia nella quasi completa sordità). Anche qui troviamo quali protagonisti dell’esecuzione l’Illuminart Philarmonic e l’illuminart Chorus diretti da Tomomi Nishimoto. Segue un altro testamento spirituale di un altro grande, il maestoso “Requiem” di Wolfgang Amadeus Mozart nella Basilica di Sant’Ignazio, venerdì 18 alle 12,30. Leo Kraemer dirige il Palatina Klassik Vocal Ensemble, il Philharmonischer Chor an der Saar ed il Coro e Orchestra del Conservatorio Statale di Kazan (il concerto è dedicato alla memoria delle vittime del terremoto del Centro Italia ed a quelle del terremoto dell’Aquila del 2009). E, sempre a Sant’Ignazio, sabato 19 alle 12,30, ritroviamo gli stessi impegnati nello “Stabat Mater” di un ispirato Gioacchino Rossini e in brani del “Tannahauser” di Richard Wagner.
In contemporanea nella Basilica di Santa Maria Sopra Minerva, alle 12, due formazioni americane, The Continuo Arts Symphonic Chorus e The Evangel University Chorale dirette da Candance Wicke e Tom Matrone eseguiranno la “Mass of the Children”, su testi latini, greci e di poeti anglosassoni. Inoltre musiche corali del passato e del presente, Palestrina, Staheli, Esenvalds, Gjeilo, Caldwell, Ivory e la prima esecuzione assoluta di “The Courtial Concerto for Violin § Piano” del duo canadese Roy § Rosemary, rispettivamente piano (Roy Tan) e violino (Rosemary Siemens), considerati come “The Bogart and Bacall Hollywood’s soundtrack virtuosos”.
I Wiener Philarmoniker, storico complesso che Richard Wagner definiva una delle più eccellenti orchestre del mondo (ma anche Bruckner, Mahler, Strauss la ammiravano). Graditissimi ospiti sin dalla prima edizione del Festival anche quest’anno daranno una prova della loro bravura nel “Concerto per due violini, archi e basso continuo in re minore” di Johann Sebastian Bach e nel poco noto perché poco eseguito “Stabat Mater” di Luigi Boccherini, nella sua prima versione (sabato 19, Basilica di San Paolo h.21). Ma poco eseguite sono anche la “Messa di Gloria per soli, coro a 4 voci e orchestra”, opera postuma di Giacomo Puccini e due composizioni sacre di Mozart, “Misericordias Domini” e “Ave Verum Corpus”, con Christoph Eschenbach che dirige il Coro e Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala (domenica 20 in San Paolo, h.20,30). E la conclusione è su registro tardo romantico, la “Sinfonia n.3 in re minore” di Anton Bruckner, nell’esecuzione della World Peace Philarmonic diretta da Justus Frantz che ne è il fondatore (lunedì 21, Basilica di Santa Maria in Aracoeli h.21).
Ma la Fondazione Pro Musica e Arte Sacra non ha solo il merito di portare avanti negli anni uno stimolante programma musicale. Con grande mecenatismo ha finanziato numerosi interventi di restauro sul prezioso patrimonio d’arte sacra dell’Urbe, con risultati di rilievo, come le tombe della Necropoli Vaticana, il Mausoleo dei Valeri e quello dei Marci. Da segnalare anche l’Appartamento dei Papi Alessandro VI e Giulio II, il baldacchino monumentale di San Paolo firmato da Arnolfo di Cambio, la Cappella di Sisto V in Santa Maria Maggiore, la “Fontana della Burbera” sulla terrazza settentrionale di San Pietro e, assolutamente eccezionale per la sua complessità, l’intervento in tre fasi per i prospetti sud, ovest e nord della Basilica Vaticana. Ma la Fondazione, come sappiamo, opera nel segno e nel nome della Bellezza, di qualcosa che resterà dopo di noi e che perciò dobbiamo trasmettere a chi ci seguirà nel tempo.
Il Festival è dedicato a Madre Teresa di Calcutta, la Santa dell’Anno della Misericordia.
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