Festival “Magie Barocche”
Sabato 20 settembre alle ore 20:30, nell’Oratorio del Caravita in Roma (via del Caravita 8a), una prima esecuzione in tempi moderni costituirà l’evento-clou del cartellone i confini del Barocco, “progetto speciale” 2014 del Festival Internazionale del Val di Noto “Magie Barocche” (www.magiebarocche.it), fondato e diretto dal musicologo Antonio Marcellino. “Magie Barocche” renderà omaggio al compositore catanese Giuseppe Geremia (1732-1814) con l’esecuzione dell’oratorio per soli, coro e orchestra L’esaltazione di Mardocheo (1776). Farà seguito l’incisione discografica, nel solco delle pluripremiate edizioni realizzate nell’ambito del Festival a partire dalla prima edizione del 2005.
La revisione del manoscritto dell’oratorio di Geremia, conservato nel Museo Belliniano di Catania, è curata da Salvatore Maugeri e Flavio Colusso (www.flaviocolusso.it). Quest’ultimo dirigerà il suo Ensemble Seicentonovecento con strumenti d’epoca (www.seicentonovecento.it) e i solisti: il soprano Maria Chiara Chizzoni nel ruolo del titolo, il soprano Paola Cigna (Amaltea), il contraltista Antonio Giovannini (Alimano), il tenore Anicio Zorzi Giustiniani (Abimelecco), i quali si cimentano con gli arditi virtuosismi dell’epoca d’oro del belcanto. Il coro, in cui emerge la parte solistica della Licenza interpretata da Arianna Miceli, è preparato da Walter Testolin. L’organico di questo “Componimento per musica da cantarsi nella Chiesa del Ven. Monastero di S. Nicolò l’Arena” di Catania prevede una ricca e sfavillante orchestra, con accoppiamenti concertanti di flauti traversi, oboi, fagotto, corni, trombe, timpani e archi, fra cui due violini e un violoncello solisti, organo e clavicembalo.
L’operazione è emblematica della progettualità che contraddistingue il Festival, il quale dal barocco siciliano del Val di Noto approda ora nell’Oratorio capitolino del Caravita. Questa prima esecuzione moderna rappresenta la ghiotta occasione di ascoltare musica completamente sconosciuta ai nostri giorni, affascinante, sapientemente scritta, espressiva e comunicativa. L’ingresso è libero, fino ad esaurimento dei posti.
L’esecuzione dell’oratorio di Geremia sarà anche l’occasione per presentare a Roma il programma e gli obiettivi del progetto speciale “I confini del Barocco”, oggetto di un approfondimento che vedrà la partecipazione di qualificati studiosi. Venerdì 19 settembre alle ore 17:00, presso il Museo degli Strumenti Musicali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (www.santacecilia.it/auditorium/museo_degli_strumenti.html), all’Auditorium Parco della Musica (viale de Coubertin) si parlerà appunto di “Magie Barocche: dalla Sicilia a Roma”, incontro sui percorsi artistici “ai confini del Barocco”, proposti quest’anno a Catania, Noto, Siracusa e nella capitale. La conversazione è coordinata da Agostino Ziino con la partecipazione di Paola Besutti, Flavio Colusso, Johann Herczog, Antonio Marcellino, Alessandro Mastropietro, Salvatore Maugeri, Augusto Vismara.
Giuseppe Geremia, di cui quest’anno ricorre il duecentesimo anniversario della morte, formatosi nell’alveo della gloriosa Scuola napoletana e latore degli insegnamenti scarlattiani e durantiani, fu uno dei protagonisti della grande rinascita culturale e artistica del Settecento catanese. Al suo ritorno nella città natia ebbe il compito di comporre per le molteplici chiese, conventi e monasteri ove si alternava con Vincenzo Tobia Niccolò Bellini (nonno del celebre Vincenzo) nella gestione musicale delle attività liturgiche, tra le quali spiccavano le celebrazioni della “Festa di sant’Agata”, patrona di Catania, e di quella del “Santo Chiodo” solennizzata dai padri Benedettini.
L’argomento dell’oratorio è liberamente tratto dal veterotestamentario libro di Ester, adottata alla morte del padre da Mardocheo, al tempo in cui gli Ebrei erano esuli a Susa, nell’antica Persia. Divenuta regina e favorita di Assuero, Ester (su perorazione di Mardocheo) riesce ad ottenere la revoca di un vero e proprio “pogrom” che Aman, crudele e potente primo ministro, aveva chiesto contro gli Ebrei per vendetta contro Mardocheo stesso, leale funzionario del re. Nell’intreccio poetico qui messo in musica, il protagonista è risoluto, anche se in forte pericolo, a non fuggire malgrado il desiderio contrario dei suoi due amici Alimano e Abimelecco e di Amaltea, sua sposa, perché ostinato a difendere la sua innocenza e la sua integrità morale. Ammirato per la sua virtù dagli amici e sostenuto successivamente dalla solidarietà della moglie disposta a morire con lui, Mardocheo viene soccorso dal miracoloso capovolgimento della situazione: il complotto del ministro viene svelato, Aman punito, gli Ebrei salvati e l’eroe portato in trionfo. È proprio da questo evento che ebbe origine la festa ebraica di Purim.
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