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Felicetto di Villa Giulia

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                                                   Felicetto di Villa Giulia

di Antonio Mazza

  Lo chiamavano così, affettuosamente, gli amici e i suoi estimatori, che erano tanti perché lui, Felice Bernabei, ormai occupava un posto di rilievo nella Roma umbertina. Guadagnato con fatica e superando invidie e gelosie di mestiere, attento solo a difendere e preservare un patrimonio che, nel consolidarsi della coscienza nazionale, rappresentava le radici dell’identità italica. Archeologo ma, soprattutto pioniere di una scienza che cercava di stabilire regole precise in un paese dove c’era poca attenzione verso i reperti del passato e fioriva il mercato antiquario e clandestino, Felice Bernabei si impegnò per una reale legge di salvaguardia (“Trattavasi di dare carattere governativo nazionale all’Amministrazione per la tutela delle antichità in Roma, dove si opponevano i Romanisti Clericali; i dotti stranieri ed i mercanti di antichità”, scriveva nei suoi taccuini). E, finalmente, nel 1902  la legge Nasi stabilisce il diritto di prelazione e il divieto di esportazione di tutto quanto emerge dal sottosuolo, legge dello Stato che anticipa l’art.9 della futura Costituzione repubblicana.

Il Tempio di Alatri

Il Tempio di Alatri

  Già nel settembre 2021 era stata dedicata a Felice Bernabei una mostra, “Gocce di memorie private”, della quale scrissi a suo tempo. Il ricordo dello studioso che ha dato un contributo fondamentale per non disperdere la memoria storica del nostro paese, fondando quel magnifico Museo di Villa Giulia dedicato ai nostri “nonni” etruschi. E a cent’anni dalla scomparsa, 1922, Felicetto viene celebrato con una serie di eventi in quella che è la sua creatura, il Museo, dove il sublime Sarcofago degli Sposi, da lui voluto con caparbietà (12 anni di trattative con il principe Ruspoli), sta lì a testimoniare del suo amore per l’Antico inteso come humus per le nostre radici nazionali. In effetti dobbiamo molto a questo gentiluomo affabile e un po’ ironico, come lo descrivevano gli amici, e vale dunque la pena visitare la mostra in suo onore, “Centum Deinde Centum. Alle radici dell’archeologia nazionale”. Qui si celebra anche “La macchina del Tempio”, la fine dei lavori di restauro del Tempio di Alatri che Bernabei fece ricostruire fedelmente nel giardino della Villa a scopi didattici.

Maioliche realizzate dal giovane Felice Bernabei.

Maioliche realizzate dal giovane Felice Bernabei.

  Un restauro di tipo squisitamente filologico, attento ai particolari e soprattutto finalizzato a creare un clima “antico”, per far immergere il visitatore in quello che doveva essere il clima diciamo pure spirituale dell’epoca. E così meglio si assapora la mostra dedicata a Felicetto, un percorso nel quale tutto esprime amore per un passato dove la dimensione umana era ben inserita in un contesto primitivo, dove si avvertivano le forse libere della natura. E il ragazzo nato a Castelli, cresciuto in una famiglia di maiolicari e lui stesso, per alcuni anni, diviso fra il disegno e il lavoro con la ceramica, scelse poi la via degli studi d’archeologia. Lasciato il natio borgo selvaggio fu a Roma che realizzò i suoi sogni, divenendo un personaggio di punta per tutto ciò che riguardava la difesa di quelli che oggi definiamo Beni Culturali. Nella Sala di Mezzo il preludio e in quella dei Sette Colli e di Venere la narrazione documentata di un’attività all’inizio osservata con diffidenza ma poi apprezzata per quel sincero afflato patriottico, in senso identitario, che tale significava la sua appassionata difesa dell’Antico.

Materiale falisco proveniente da Narce, VII-IV secolo a.C.

Materiale falisco proveniente da Narce, VII-IV secolo a.C.

  Allacciò amicizie importanti nel campo culturale, nei rami più svariati, che grande era la sua curiosità intellettuale. Giuseppe Verdi, Emile Zola, Theodor Mommsen, Giovanni Pascoli (presente un carteggio) e, soprattutto, divenne intimo dei reali, Umberto e Margherita di Savoia. Un percorso di vita e di lavoro fascinoso che trova riscontro nelle bacheche dove sono esposti reperti di vario genere, dalle maioliche giovanili ai pezzi archeologici, fino a documenti più intimi, come il carteggio con Pascoli, le foto di gruppo, biglietti e inviti, le immagini dei reali. E se ne ricava il ritratto a tutto tondo di un grande umanista della Roma umbertina.

Invito di Sua Maestà all'Onorevole Felice Bernabei.

Invito di Sua Maestà all’Onorevole Felice Bernabei.

“Centum Deinde Centum. Alle radici dell’archeologia nazionale” al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia fino al 9 luglio. Da martedì a domenica h.8.30-19,30. Biglietto euro 10 intero. Per informazioni www.museoetru.it La mostra è organizzata dal Museo Etrusco di Villa Giulia con il patrocinio del comune di Castelli.

Foto di gruppo durante gli scavi al Foro Romano.

Foto di gruppo durante gli scavi al Foro Romano.

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