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Dl Salva Roma, il governo lo ritira

Il governo rinuncia al decreto Salva Roma. Ad annunciarlo è  il ministro Maria Elena Boschi alla conferenza dei capigruppo della Camera. La decisione arriva a causa dell’ostruzionismo di M5S e Lega perché l’elevato numero di emendamenti avrebbe tenuto l’Aula impegnata fin dopo la scadenza del provvedimento. Il governo varerà «un nuovo provvedimento, dopo una valutazione dei contenuti», che contenga anche le norme sull’Expo e sulla Sardegna e «si impegna a recepire in un secondo provvedimento le norme» del decreto Salva Roma che «ritiene indispensabili». Esulta  la Lega Nord con il segretario Matteo Salvini su Twitter dice: «È una nostra vittoria. Gli italiani risparmieranno 1 miliardo di euro che servivano a tappare il buoco della città più indebitata del mondo». Opposto il punto di vista dei dem. «Nonostante un lavoro molto intenso e severo dei parlamentari del Partito democratico, il decreto legge per la città di Roma è caduto perché, da più parti, ha subito un’opposizione animata dal solo gusto di far chiasso in Aula e priva di attenzione al reale interesse del Paese e dei cittadini. È una bruttissima pagina della politica e del parlamento italiani», afferma Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato

 MARINO: «NON FACCIO IL COMMISSARIO»

Ma l’ex sindaco  Alemanno avverte: «Il bilancio di Roma non ha copertura». Deluso anche l’attuale primo cittadino di Roma Ignazio Marino (Pd):  «Non si può amministrare Roma in dodicesimi» avrebbe detto il primo cittadino al telefono parlando con esponenti del governo. Il sindaco si riferiva all’«economia di guerra» cui sono costretti i Comuni fino a quando non approvano il bilancio. Amministrare in dodicesimi in sostanza significa non fare uscire dal bilancio più di un dodicesimo di quanto speso l’anno prima. E ciò comporta naturalmente tagli ai servizi e blocco degli investimenti, avrebbe aggiunto. A breve Marino lascerà il Campidoglio per recarsi a Palazzo Chigi per lavorare insieme al governo ad un nuovo testo dopo il ritiro del dl. «Non sto minacciando dimissioni ma voglio sapere qual è la mia job description. Non sono pronto per la job description di commissario liquidatore». Così il sindaco di Roma Ignazio Marino a chi gli chiedeva se avesse minacciato di dimettersi da primo cittadino.   «Credo semplicemente che devo essere messo nelle condizioni di governare la città – spiega – questa non si governa in dodicesimi. Se c’è bisogno di un sindaco che gestisce un bilancio della Capitale d’Italia io sono felice di esserlo perché ho avuto l’onore di essere eletto dai cittadini. Se c’è bisogno di un commissario liquidatore che licenzi il personale, venda Atac e Ama, dismetta Acea e metta in cassa integrazione tutto il personale io non sono disponibile a fare quel lavoro lì».

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