Casina Vagnuzzi sulla via Flaminia, elegante edificio cinquecentesco poi ristrutturato in forme neo classiche dal Valadier e dal Canina, ai romani ben noto per il suo splendido giardino dove ogni anno musica e cucina etnica si danno appuntamento. E’ il Festival estivo dell’Accademia Filarmonica, che quest’anno si svolge dal 26 giugno al 6 luglio, alternando, come negli anni passati, musica (dal classico al jazz all’etnico, ovviamente), letture, mostre, incontri, il tutto in uno scenario di verzura che crea un’oasi di serenità nel mezzo della calura romana.
La particolarità di quest’edizione è lo spazio dedicato ai talenti in erba, tre serate dal titolo significativo, “Giovani prodigi”, a cominciare dal 26 in Sala Casella h.20 con il duo Teo Gertler (11 anni!) violino e Antonio Gomena (22) al piano, in un repertorio tutto classico. Alla Slovacchia segue la Corea del Sud con lo Jihye Lee Jazz Quartet, dove la musica della tradizione si fonde con tipiche sonorità jazz (Giardini, h.21,30). L’Iran monopolizza la giornata del 27, “E’ solo la voce che resta”, le poesie di Forough Farrokhzad con accompagnamento musicale di Ali Ghassemieh (e mostra delle artiste iraniane a Roma, Sala Affreschi h.18,30), “Un canto, una terra” musica tradizionale persiana (Sala Casella, h.20), “Echi dell’Antica Persia”, la regione del Lorestan (Giardini, h.21,30).
Il 28 “One Voice, Two lands”, concerto multimediale con video e spunti coreografici dove figurano compositori americani ed italiani (Casella h.20) precede il Germano Mazzocchetti Ensemble, che opera come una sorta di sincretismo linguistico (“musiche della crisi” le definisce il critico Giordano Montecchi). Un esperienza interessante che guarda al futuro (Giardini, h.21,30), mentre, il 29, con una “Serata all’opera”, da Pergolesi a Mozart a Rossini e Donizetti, con Eleonora Contucci, soprano, Umberto Chiummo, baritono, e Antonio Di Marco, pianoforte, facciamo un rinfrescante tuffo nel passato (Casella, h.20). Ma è “Munedaiko”, la tradizione dei tamburi giapponesi, con Mugen e Naomitsu Yahiro, a far ritrovare il giusto equilibrio, laddove il timbro percussivo risveglia echi remoti e penetra nel profondo del sé. Un concerto da non perdere (Giardini h.21,30).
La particolare suggestione del folk irlandese è di scena il 30 con Naomi Berril voce e violoncello che presenta un’anteprima dell’album “Suite Songs (Casella h.20). Con “Frammenti” a cura del gruppo Extradiction fondato da Marco Sinopoli, si apre un percorso che si snoda fra sonorità diverse con risultati molto stimolanti (Giardini, h.21,30). Tutta Colombia il primo luglio, l’Orquesta Filarmonica de Medellin diretta da Juan Pablo Valencia, con un programma di compositori locali che hanno reinterpretato il folklore nazionale (Giardini h.21). Ed ecco di nuovo “Giovani Prodigi”, l’Ensemble di fiati, archi e legni della Juniorchestra, ovvero uno stupendo mix di adolescenza e musica e Carlotta Maestrini, classe 2005, al piano (Casella h.20 e Giardini h.21,30). Il 3 è all’insegna di Michele dall’Ongaro, compositore ed attuale presidente-sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, un omaggio musicale del Quartetto Henao (Casella h.20) e “Gilda, mia Gilda”, monologo per voce recitante e quintetto su testo di Vittorio Sermonti (Giardini h.21,30).
E, il 4, siamo al terzo capitolo di “Giovani Prodigi”, Maria Salvatori, violoncello, e Rosamaria Macaluso, pianoforte, entrambe provenienti dalla scuola di musica di Fiesole, in Bach, Schumann e Brahms, con un corollario di letture scelte a cura dell’Associazione “Un mercoledì da lettori” (Casella, h.20). Poi di nuovo l’India, il genere “Khayal”, la tradizione vocale classica con l’Hindustani Trio (Giardini, h.21,30). Di rilievo l’appuntamento del 5 luglio che permette di conoscere Pancho Vladigerov, celebre compositore bulgaro che ha saputo conciliare la tradizione classica con quella popolare, al piano Ivan Donchev (Casella, h.20). Interessante anche “I diritti degli altri”, con David Riondino voce recitante, Gabriele Mirabassi clarinetto ed Enrico Zanisi pianoforte. Un discorso sui diritti civili, performance poetica sul filo della musica jazz, con il patrocinio dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America (Giardini, h.21,30).
Si chiude il 6, con “In questo viaggio”, il Trio Tapa Ruja che propone un genere etnico di ricerca, un’esperienza insolita che fonde timbriche diverse, dal piano al didgeridoo all’organetto indiano fino all’elettronica (Casella h.20). ‘s Wonderful è una sorta di narrazione del “nuovo”, in senso musicale, che una generazione di migranti, fra cui non pochi compositori, scoprì approdando sul suolo americano. Il tutto interpretato da Raffaella Misiti, voce, Pino Perris, pianoforte, Alessandro Tomei, fiati, Aldo Perris, contrabbasso, Francesco De Rubeis, batteria (Giardini, h.21,30). E, immancabile, il lato gastronomico, con Hummus Town, nato da un progetto per far conoscere il cibo e la cultura siriana nel mondo. Il punto ristoro è gestito da rifugiati e propone una gustosa cucina etnica.
Per informazioni più dettagliate sui programmi e sul prezzo dei biglietti 063201752 e www.filarmonicaromana.org
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