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Botero a Roma

"Bailarin a en la barra" (2001)

“Bailarin a en la barra” (2001), Fernando Botero (copyright)

                                                          Botero a Roma

di Antonella D’Ambrosio

Ottima idea a Palazzo Bonaparte aver esposto la mostra del grande Botero suddivisa per temi, se ne gode di più: in ogni stanza sembra di entrare in un mondo a parte, in quella dimensione particolare che l’artista voleva indagare: immancabili le sue iconiche serie coi temi classici e a lui più cari come l’amata America Latina, il circo, la religione, la mitologia, la natura morta e la corrida, quest’ultima forse il tema più interessante, perché interpretato attraverso il filtro della tradizione ispanica molto sentita nell’arte, da Goya a Picasso. Vedere dal vivo opere che si è visto tante volte pubblicate è un’opportunità da non perdere: si capisce la grandezza dell’artista e la sua abile mano, gli acquerelli dall’enorme formato sono poi una tipologia mai vista e da apprezzare; sono la più recente sperimentazione del maestro che, dal 2019, dipinse con una nuova tecnica degli  acquerelli su tela e in grandi formati: opere quasi diafane, sintesi dell’opera di una vita, frutto di un approccio delicato ai temi familiari di sempre.
Fernando Botero, nato in Colombia nel 1932, inizia giovanissimo a dipingere, dopo aver lasciato la scuola per matador per dedicarsi all’arte; si impone sulla scena artistica internazionale a partire dal 1961, quando il Museum of Modern Art di New York acquista il suo Monna Lisa all’età di dodici anni (1959), da allora comincia un tour in giro per il mondo facendo crescere la sua fama in modo esponenziale: tutto questo si può comprendere dai significativi video opportunamente inseriti nella bella mostra, curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua opera, che racconta oltre 60 anni di carriera artistica.

"El bano vaticano", (2006), Fermando Botero. (copyright)

“El bano vaticano”, (2006), Fermando Botero. (copyright)

Si capiscono, ammirando le oltre 120 opere esposte, comprendenti anche bozzetti in marmo e bronzo, le profonde radici nella sua Colombia e si apprezzano le forme monumentali dei suoi soggetti e le fisicità corpulente, ciò che ha reso il suo stile unico e immediatamente riconoscibile: il volume insieme all’uso iperespressivo del colore, l’abbondanza che è per l’artista positività, ricchezza e vita; per lui l’arte deve elevare.
La mostra esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e l’Italia. Cristina Carrillo de Albornoz aggiunge: “In Italia, a 20 anni, quando si confrontò con i capolavori del Rinascimento italiano, in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, con forme massicce e colori straordinari, avvenne la sua “metamorfosi”. Botero si è sempre interessato al volume, fin dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano”.

"Aquarelle grand format" (2002), Fernando Botero  (copyright)

“Aquarelle grand format” (2002), Fernando Botero
(copyright)


E si apre con un’opera importantissima,  mai esposta prima, raffigurante la scena della corte dei Gonzaga in cui Ludovico è raffigurato seduto mentre riceve una lettera dal suo segretario: “Omaggio a Mantegna” (1958), prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto da Lina, la figlia di Botero, tramite Christie’s. Botero vinse con questo quadro il primo premio al Salone Nazionale di Pittura della Colombia nel 1958. Altre relazioni con l’Italia sono le versioni di capolavori della storia dell’arte, come la “Fornarina” di Raffaello o il celebre dittico dei Montefeltro di Piero della Francesca. “Questa è una mostra eccezionale perchè è la prima grande esposizione di pitture dedicata a Fernando Botero dopo la sua morte. È anche una visione diversa del suo lavoro, che mette in evidenza la maestria con cui Botero ha lavorato con tecniche diverse nel corso della sua carriera artistica”, afferma Lina Botero, che conclude: “È un’occasione straordinaria per celebrare il primo anniversario della morte di mio padre in Italia, un Paese che ha significato molto per lui e per il suo lavoro”. 
Tutte le opere provengono da collezioni private e questo è un altro dato importante.

"Strong Man" (2007), Fernando Botero (copyright)

“Strong Man” (2007), Fernando Botero (copyright)

Col patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio e del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Fernando Botero Foundation e in partnership con la Fondazione Terzo Pilastro Internazionale e Poema. La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision e la Repubblica, hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de la Ville e sponsor tecnico Cantine Ferrari Trento.
Catalogo edito da Moebius.
BOTERO a Palazzo Bonaparte Piazza Venezia, fino al 19 gennaio 2025. Da lunedì a giovedì h.9.00-19.30, da venerdì a domenica h.9,21. Biglietti euro 16 intero 15 ridotto. Per informazioni 068715111 e info@arthemisia.it

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