Pubblicato: 8 maggio 2016 di admin in News // 0 Commenti
di Giusy Criscione.
Si sa, oramai da tempo Berlino è tornata ad essere a diritto e come è giusto la capitale della Germania unificata e Bonn, capitale della fu Germania Ovest, scelta a seguito della divisione di influenze dei due “blocchi” Occidentale ed Orientale, ha ripreso il suo ruolo di bella cittadina, centro di studi universitari e soprattutto città natale del grande Beethoven che come Mozart a Salisburgo viene omaggiato in tutte le “salse”, dalle statue, alle sale da concerto alle borse, ai cioccolatini. Certamente per Bonn non deve essere stato facile ritornare alla normalità ricominciando da capo e soprattutto accettare la perdita di prestigio che le derivava dal suo status di baluardo a difesa della democrazia occidentale contro il totalitarismo della Germania Orientale e Comunista il cui simbolo era rappresentato dalla martoriata divisa capitale Berlino. Ma si sa che la storia può provocare ribaltamenti “di fortuna” e in poco tempo con il crollo del muro di Berlino, Bonn cadde nell’oblio, o quantomeno nell’immaginario collettivo la città fu dimenticata e Berlino è risorta. “ Fu fatta capitale per caso tra il 1948 e il 1949, prima che il Muro fosse costruito, fu rasa al suolo metaforicamente la sera del 9 novembre di 25 anni fa. Good bye Lenin a Est e Good bye Bonn a Ovest: in una sera, una sola, 147 corrispondenti di tutte le testate mondiali si trasferirono a Berlino e praticamente non la rividero più. Era cambiato il simbolo, d’altronde. Bonn c’era senza esserci più”. Formalmente ha smesso di essere capitale il 20 giugno del 1991. “Tre anni dopo, il Berlin-Bonn act stabiliva che i 14 ministeri avrebbero avuto sedi in entrambe le città, ma che le posizioni più rilevanti dei 6 più importanti sarebbero state a Berlino. A Bonn restavano invece 22 agenzie federali. Apparato, burocrazia, Stato: Bonn veniva svuotata, ma tenuta in piedi dalla politica. Come risarcimento arrivarono l’equivalente di un miliardo e 430 milioni di euro”.
Così l’Onu ha aperto il suo Campus europeo: 13 organizzazioni e 550 dipendenti si sono trasferiti in città insieme a 150 organizzazioni non governative. Attualmente a Bonn esiste una cittadella ufficiale delle Nazioni Unite. “È un grattacielo squadrato che in passato fu la sede dei parlamentari. Nei suoi corridoi il Cancelliere Willy Brandt scoprì che il suo assistente personale, Günter Guillaume, era un infiltrato del capo delle spie della Ddr, Markus Wolf. Quel palazzo era l’emblema di Bonn capitale. Adesso è il condominio di burocrati chic, multilingue e multirazziali che si sono trasferiti qui.” Il centro di Bonn è piccolo, ordinato e pedonabile una cattedrale in parte ricomposta e un pezzo di muro con bastione completamente ricostruito campeggiano in due piazze centralissime insieme al busto di Beethoven e poi in questa stagione, primavera, ci sono i ciliegi giapponesi in fiore e quello che colpisce di più è che i veri giapponesi vengono a fotografarli.
Ovviamente non fanno il viaggio appositamente, ma dato che ci sono non disdegnano il tripudio di petali rosa in salsa alemanna. Per i tedeschi questa fioritura è motivo di grosso orgoglio, come per i giapponesi del resto e così ci rendiamo conto che non è un caso se gli abitanti del sol levante vengono spesso paragonati per la loro organizzazione, efficienza agli antichi alleati; ora aggiungerei che c’è un’altra cosa che li accomuna la passione per i ciliegi in fiore! Ma cosa ne è stato di tutte quelle costruzioni edificate di quando Bonn era la capitale della Germania federale e democratica? Sono tutte state riutilizzate per centri congressi, organismi internazionali, perché Bonn al di là del piccolo centro storico è composto da città satelliti che si estendono al di qua e al di là del Reno. In mezzo a queste cittadelle più che moderne sorgono musei e tra questi spicca a nostro avviso quello di arte moderna e contemporanea il Kunstmuseum che nel campo dell’arte moderna tedesca è uno dei più importanti della Germania. Il museo fa parte del Museumsmeile, che indica il complesso di quattro nuovi musei. Inaugurato nel 1992 il museo di arte moderna è stato progettato dall’architetto berlinese Axel Schultes. La collezione di questa struttura è specializzata nell’arte tedesca dal primo novecento ad oggi. Molto numerose sono le opere di August Macke, Helmut Macke .,e degli espressionisti renani. Non si può finire la nostra visita a Bonn senza parlare della casa natale in Bonngasse 20 di Beethoven il più grande compositore tedesco che qui nacque ,in una piccola mansarda la notte tra il.16 e il 17 dicembre del 1770. In questa casa ora museo e allargata alla casa attigua del numero 18 sono contenuti documenti e oggetti e strumenti musicali appartenuti e riguardanti la vita di Beethoven.; la più grande collezione al mondo di documenti, materiale e oggetti di Beethoven. Fa parte del museo un piccolo e delizioso giardinetto dove sono esposti alcuni busti del grande compositore. All’interno preziosissime testimonianze su e di Beethoven , ritratti della sua famiglia. Si scopre così che anche B. come Mozart era un enfant prodige, già all’età di 10 anni Ludwig suonava l’organo della Chiesa dei Minoriti. Il grande compositore lasciò nel 1792 Bonn solo per prendere lezioni da Haydn a Vienna con l’intento di tornare poi come musicista di corte. Ma l’occupazione della Renania da parte dei francesi nel 1794 pose fine al governo vescovile e Beethoven si stabilì definitivamente a Vienna. Non rivide più la sua città natale. Gli amici, nel congedarsi, gli regalarono un album di ricordo con gli auguri per l’imminente trasferimento. Nella casa natale è conservata la dedica del Conte Waldstein che termina con le parole: “Grazie alla Sua infaticabile dedizione riceva lo spirito di Mozart dalle mani di Haydn.”
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