Anselm
di Antonella D’Ambrosio
La prima cosa che colpisce è l’immenso spazio che abitano le opere di Anselm Kiefer. Wim Wenders ha dedicato all’artista un particolare documentario che arriva al cinema dal 30 aprile.
Presentato al 76° Festival di Cannes, tra le proiezioni speciali, quest’opera del regista consente a chi la guarda di vivere questa esperienza di avvicinamento ad un grande artista contemporaneo come se fosse presente. Sarà lo spettacolare 3D con la risoluzione in 6K a farci sentire di più la presenza del pittore ? Sembra proprio di essere fisicamente immersi nel suo lavoro: ecco che le grandi tele materiche sono lì davanti ai nostri occhi e le pennellate trasudano, rendendo l’esperienza cinematografica unica e coinvolgente. Esplorando la passione di Kiefer per il mito e la storia, scopriamo la sua fonte di ispirazione e il conseguente processo creativo: il passato e il presente si intrecciano e in questo il mezzo cinematografico ci aiuta a capire la pittura. Le riprese, durate più di due anni, fanno riflettere sullo straordinario rapporto che si deve essere instaurato tra i due geni: Wim Wenders ha realizzato un ritratto unico di uno dei più grandi artisti contemporanei, permettendo di immergersi completamente nell’universo di Anselm Kiefer. Rendendoci partecipi delle azioni che si svolgono all’interno dello studio del pittore, vediamo come opera e, oltre le sue grandi tele, il rapporto con gli altri che lo circondano. L’artista si sposta addirittura in bicicletta negli immensi spazi e i quadri sono montati su ruote per poter essere spostati agevolmente, viste le enormi dimensioni. Dopo il grande successo di Perfect Days, Wim Wenders torna al cinema con questo omaggio ad Anselm Kiefer, uno dei più innovativi e importanti artisti del nostro tempo. Facendo seguito all’importante lavoro fatto su Sebastião Salgado ne Il sale della Terra (2014) e su Pina Bausch (2011) in Pina e l’indimenticabile Buena vista social club del 1999, un nuovo straordinario ritratto d’artista filmato da Wenders sarà in sala dal 30 aprile. Il film, non a caso intitolato solo Anselm, quasi ad indicare il grande rapporto che li lega, ma anche quello che si verrà a creare tra l’artista e lo spettatore durante la visione, racconta il percorso di vita del pittore e scultore tedesco, la sua visione, il suo stile rivoluzionario e il suo immenso lavoro di esplorazione dell’esistenza umana e della natura ciclica della storia. Negli oltre due anni di lavoro, il regista è tornato sulle tracce di Kiefer partendo dalla nativa Germania fino alla sua attuale casa in Francia, ripercorrendo le tappe di un viaggio dietro le quinte della sua arte. Wenders ha saputo realizzare un’esperienza cinematografica unica, assolutamente da vedere come è stata pensata e cioè in 3D, che illumina il linguaggio di Kiefer, come scopriremo, fortemente influenzato dalla poesia, dalla letteratura, dalla filosofia, dalla scienza, dalla mitologia e dalla religione: i monumentali dipinti, privi di figura umana, sembrano fuggire da un’umanità alla deriva, eppure, rivelandosi emblematicamente pieni di implicazioni simboliche, ci invitano alla ricerca di una rinnovata consapevolezza. |
Inserire un commento