Frida la messicana
Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray
di Antonella D’Ambrosio
La mostra, al Museo Storico della Fanteria fino al 20 luglio, dal titolo “Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray”, cioè la famosa e amata artista messicana Frida vista attraverso lo sguardo del fotografo amico e amante Nickolas Muray, val bene una visita: si aggiunge un altro tassello alla vita non facile di questa donna affascinante. Diciamo subito che non si tratta delle opere dell’artista, bensì delle interessanti foto scattate a lei da Muray; è vero che le più famose già si conoscono, ma, a parte il piacere di vederle raggruppate insieme, ce ne sono molte non note e sono intercalate dai bei vestiti coloratissimi, riproduzioni di quelli che Frida usava indossare, e seguite anche dai gioielli. È interessante leggere dai chiari, perché facilmente leggibili e ben scritti, testi della mostra la storia dell’incontro fra queste due forti personalità: probabilmente, oltre ad amarsi e stimarsi, si saranno influenzati a vicenda. Vittoria Mainoldi, curatrice della mostra internazionale, ha così illustrato il contenuto e il messaggio dell’esposizione: “Questa mostra racconta uno degli aspetti meno conosciuti della vita e dell’arte di Frida Kahlo, cercando di restituire la persona dietro l’artista e l’artista dietro la persona. Il tutto attraverso le opere di uno dei più grandi fotografi del primo ‘900, Nickolas Muray, e le fedeli ricostruzioni degli abiti, gioielli e ambienti di Frida, cimeli che evidenziano come l’artista messicana sia diventata una icona mondiale che pervade la cultura popolare”.
La particolare mostra esplora il legame tra il fotografo ungherese, naturalizzato americano, e la pittrice restituendo un’immagine della femminilità e della personalità di Frida Kahlo attraverso lo sguardo di chi condivise con lei una relazione sentimentale, sfociata in una profonda amicizia durata circa 10 anni. Nickolas Muray per molto tempo sperò di avere un rapporto stabile con lei e non voleva capacitarsi di come Frida fosse ancora innamorata dell’uomo che l’aveva lasciata, l’artista e marito Diego Rivera. I due iniziarono una storia d’amore che proseguì a fasi alterne per i dieci anni successivi e un’amicizia che durò fino alla morte di Frida, all’età di 47 anni, nel 1954. L’esposizione ricade nel 100° anno dall’incidente che devastò la giovanissima vita dell’artista, imperitura icona mondiale, con la tragedia delle numerose fratture subìte, che la costrinsero a sofferenze e dolori, ma segnò, allo stesso tempo, la nascita di Frida artista. Sono in mostra circa 50 fotografie, in bianco e nero e a colori, scattate tra il 1937 e il 1946, provenienti dall’archivio di Nickolas Muray, che immortalano l’artista messicana in vari Paesi e in diverse situazioni, pubbliche e private, rivelando molteplici aspetti della sua personalità e del suo carattere, mettendo in risalto la sua forza interiore e la sua bellezza unica e magnetica. Tra queste anche la celebre fotografia di Frida sulla panchina bianca (1939). Inoltre la riproduzione dello studio di Frida, con un dipinto sul cavalletto, e di abiti e gioielli della Kahlo sono ricostruzioni del di lei variopinto universo. L’artista faceva un grande uso di accessori, per esempio gioielli in argento, soprattutto orecchini, anelli e bracciali. La coppia di orecchini a forma di mano, visibili in mostra e alle sue orecchie in foto, sono un richiamo ai pendenti ricevuti in dono da Pablo Picasso a Parigi. È incredibile quanto sia riuscita a viaggiare nonostante i gravi dolori post incidente che sicuramente la tormentavano, questa è una ulteriore prova della sua grande forza d’animo. Insieme alle fotografie si possono vedere riproduzioni di lettere che i due amanti si scambiarono e constatare così la conoscenza della lingua inglese da parte dell’artista messicana. Le lettere sottolineano la profondità del legame tra i due e il loro rapporto fatto di amicizia, stima e amore. A completare il percorso espositivo si può ammirare una ricca sezione dedicata ai francobolli emessi da numerosi Paesi del mondo in omaggio a Frida Kahlo, a cominciare dal 2001 ‒ con la prima emissione da parte degli Stati Uniti d’America, a testimonianza dell’ammirazione per Frida come artista e come donna, simbolo di forza e tenacia. Ovviamente il suo Paese, il Messico, le ha dedicato varie emissioni nel 2001 e nel 2007 per il centenario della nascita.

Francobollo commemorativo che riproduce un famoso ritratto di Frida e, sullo sfondo, la Casa Azul, casa-museo.
Nella sala video allestita si può assistere al consigliatissimo documentario sulla vita dell’artista messicana e del marito: si apprende che Frida nacque nel 1907 a Coyoacan, un quartiere di Città del Messico, e si “entra” nella Casa Azul, dove lei visse per la maggior parte della sua vita, e che oggi è diventato un museo per volere di Diego Rivera. Molte delle fotografie realizzate da Muray sono entrate nell’immaginario collettivo riferito a Frida Kahlo, ritraendola con i suoi caratteristici abiti tradizionali e accessori floreali, che in questa mostra hanno un loro spazio, grazie alla preziosa ricostruzione dettagliata di ben otto abiti con relativi accessori e sei parure di gioielli realizzate artigianalmente. L’ intento è di restituire la potenza della comunicazione che Frida affidava ad un abito, ad un accessorio o ad un gioiello, considerati come qualcosa di più di un mero oggetto estetico e testimoni della sua grande personalità.
Ecco un esempio delle schede che accompagnano gli abiti esposti: ABITO TEHUANA DA CERIMONIA, ROSSO CON MOTIVO FLOREALE (si veda la foto). Parte superiore: huilpil in satin rosso, con ricami floreali realizzati all’uncinetto con filo di cotone. Parte superiore:gonna ricamata all’uncinetto con volant plissettato di pizzo bianco. Presenta una sottogonna che dà volume alla gonna. Accessori; copricapo floreale realizzato a mano, mantiglia realizzata al telaio artigianale e tipica collana di bronzo intrecciato. Perfino il ricco bookshop merita attenzione con capi di abbigliamento originali e piccoli oggetti che richiamano la cultura messicana e sono alla portata di tutti.
La mostra, prodotta da Navigare srl, da una iniziativa di Difesa Servizi S.p.A – Ministero della Difesa, con il patrocinio di Regione Lazio, Città di Roma e Ambasciata del Messico in Italia, è curata da Vittoria Mainoldi.
L’esposizione, aperta dal 15 marzo al 20 luglio 2025, segue questi orari: dal lunedì al venerdì ore 9:30 – 19:30 mentre sabato, domenica e festivi chiude alle 20:30. Costo biglietto intero: euro 15,00 weekend e festivi, feriali intero 13,00; ridotto (solo in biglietteria) 10,00 euro dal lunedì al venerdì e 13,00 euro weekend e festivi: giovani fino a 14 anni, over 65, giornalisti con tesserino, universitari con tesserino, personale delle Forze armate con tesserino
Biglietteria in sede e su ticketone.it. Informazioni: www.navigaresrl.com
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