Liliana
LILIANA di Ruggero Gabbai
di Antonella D’Ambrosio
Per soli tre giorni, il 20, 21 e 22 gennaio, ma replicato il 27 in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, si potrà vedere in sala l’ottimo documentario su Liliana Segre, già molto apprezzato alla Festa del Cinema di Roma. “LILIANA”, il film documentario diretto da Ruggero Gabbai, racconta la storia della senatrice a vita Liliana Segre: l’arresto, la deportazione nei campi di concentramento, il ritorno a ciò che era rimasto della famiglia, i suoi anni di silenzio e il momento in cui, parecchi anni dopo questi terribili avvenimenti, ha deciso di prendersi l’impegno sociale di trasmettere alle giovani generazioni un messaggio di libertà e uguaglianza, contro ogni sopraffazione dei diritti umani.
È il racconto intimo e personale di questa incredibile e coraggiosa donna che sa coinvolgere con le sue pacate parole. Oltre la sua toccante narrazione, arricchiscono il documentario, mai pesante né noioso, la preziosa testimonianza di figli e nipoti, la voce di personaggi pubblici come Ferruccio De Bortoli, Mario Monti, Enrico Mentana, Geppi Cucciari, Fabio Fazio e interessanti materiali inediti d’archivio. La forza di quest’opera, oltre al montaggio scorrevole che rende il film piacevole da seguire, nonostante l’argomento impegnativo, è il fatto che rappresenta un inno alla pace, all’amore e al rispetto: la storia di una donna che ha saputo darsi la forza di raccontare l’irraccontabile per far sì che non sia dimenticato e contemporaneamente stimolare le giovani generazioni alla Pace tra i popoli con un messaggio di libertà e uguaglianza.
Ovviamente anche immagini storiche di repertorio contestualizzano le fasi cruciali della vita della senatrice. La straordinaria donna narra con parole semplici, che toccano profondamente, quando è stata costretta a dare l’ultimo doloroso saluto a suo padre. La ascoltiamo oggi, alla sua veneranda età -è nata il 10 settembre 1930- raccontare il suo vissuto con pacatezza: lei, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz dove entrò a soli 13 anni,. fu perfino respinta alla frontiera svizzera di Arzo nel 1943. Dunque il ritratto contemporaneo di una delle donne più importanti d’ Italia, si alterna al racconto storico e procede per accostamenti, rimandi e contrasti, in modo da tenere desto l’interesse di chi guarda. Sono messi in luce gli aspetti meno conosciuti della senatrice, facendo scoprire il suo lato moderno e appassionato nonché l’aggressività di alcune persone che ancora ce l’hanno con lei, tanto che le hanno dovuto assegnare la scorta. La senatrice a vita, nominata il 19 gennaio del 2018 superstite dell’Olocausto, si considera una delle ultime testimoni di qualcosa di inaudito come la Shoah e continua a divulgare i terribili accadimenti per far sì che non si ripetano mai più.
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