Pubblicato: 14 aprile 2019 di admin in News // 0 Commenti
di Giusy Criscione .
Si è inaugurata il 9 aprile al Palazzo delle Esposizioni di Roma, una mostra originale e innovativa dal titolo: Il corpo della voce che durerà fino al 30 giugno.
L’esposizione parte dal presupposto che la voce nel suo complesso di modulazione, tono, intensità, ritmo sia un’opera d’arte di per sé, composta da una parte tecnica legata a problemi di fonologia e di suono vero proprio e dall’altra è un oggetto sonoro, arcaico e antropologico.
Nel greco antico phonè indica la voce in quanto suono prima di articolarsi nel linguaggio. Indica un luogo originario che precede qualsiasi intenzione di voler dire, di significare.
Secondo Nietzsche ciò che si comprende nel linguaggio non è la parola bensì tutto quello che c’è dietro ovvero come le parole vengono pronunciate. “La musica che sta dietro le parole, la passione dietro questa musica, la personalità dietro questa passione”.
Le curatrice della mostra, Anna Castelli Guidi e Francesca Rachele Oppedisano hanno voluto quindi illustrare la storia della ricerca sulla voce facendo riferimento ad una folta letteratura e una sperimentazione tecnologica nata appunto alla fine degli anni Sessanta con i primi magnetofoni e continuata con la musica elettronica degli anni Settanta.
Per quanto riguarda il suono, la parola, il ritmo i riferimenti sono stati Antonin Artaud, artista e teorico del teatro nel poema radiofonico Pour en finir avec le jugement de dieu; e Samuel Beckett con alcune sue pièces teatrali nelle quali “la parola si infrange contro il muro del linguaggio”. In realtà Beckett svolge quasi un’operazione di “privazione o negazione della parola, arrivando negli ultimi suoi lavori ad un silenzio quasi totale. I riferimenti sono anche teorici del linguaggio e semiologi, quale Roland Barthes.
Per mostrare l’evoluzione della ricerca sulla voce sulla traccia delle sperimentazioni linguistiche delle Avanguardie del Novecento, la pura potenzialità sonora da esse sintetizzata, nella mostra sono stati scelti tre grandi artisti che incarnano in maniera emblematica la ricerca più interessante e alta sulla vocalità. Accompagnati da video, fotografie rare, documentari di Rai Teche è possibile seguire gli studi condotti dall’attore Carmelo Bene negli ultimi suoi spettacoli dove la sua voce, accompagnata da supporti tecnologici, recupera dei suoni e una vocalità arcaica, divinatoria, quasi magica che lo riporta alle sue origini salentine.
Il secondo è il cantante musicista Demetrio Stratos, che svolge negli anni Settanta una ricerca sulle proprie capacità vocali con il Centro di Studio per le Ricerche di fonetica del CNR di Padova. Attento alle innovazioni tecnologiche ma anche alle tendenze del periodo, Stratos partecipa ai diversi ambiti della sperimentazione artistica: poesia, musica, teatro anche con lo studio delle pratiche di tecniche vocali dissonanti extraeuropee come quelle orientali.
La terza protagonista dell’esposizione è la cantante mezzo soprano Cathy Barberian, che collabora con il compositore Berio nell’ambito della sperimentazione elettroniche della Nuova Musica tenute presso lo studio di Fonologia della Rai di Milano. Partendo dal testo di Joice de l’Ulisse (cap XI le Sirene), Berio riorganizza gli elementi fonetici e semantici del testo di Joyce in modo tale che non è più possibile ”distinguere tra parola e suono, tra suono e rumore, tra poesia e musica”. In questo esperimento Berio è aiutato dalla versatilità della voce della Berberian, che genera diversi stili di canto, stimolo creativo per altri compositori che scriveranno appositamente per la sua voce: Bruno Maderna, Sylvano Bussotti, ecc.
Oltre ai tre differenti artisti e ai loro esperimenti vocali la mostra illustra con dei video cosa avviene all’interno della bocca con l’emissione della voce e del canto, a livello di corde vocali, glottide ecc.
Parallelamente all’esposizione sono previsti altri eventi. Le performance: Edipo Re di Sofocle, esercizio di memoria per quattro voci femminili della Societas ; Altre voci dalla città stanca di Monica Demuru in collaborazione con gli Allievi dell’Accademia Silvio D’Amico e altre iniziative quali liberare la voce, esercizi di riscaldamento vocale in gruppo.
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