Senza dubbio l’aspetto più interessante della cultura ebraica è la ritualità, quel complesso ed articolato sistema di segni e simboli attraverso i quali si esprime il Sacro. Un sistema che regola anche la sfera del quotidiano, ovvero un universo simbolico dove il giorno di festa racchiude una trama di significati che ne fanno metafora, in senso biblico, della storia del popolo d’Israele. La ritualità, appunto, il cui prezioso seme è nella Torà e nel Talmud, i libri sacri alla prima delle religioni abramitiche. Una visione del mondo e dell’esistenza umana non però circoscritta in sé bensì aperta al confronto e al dialogo e questo può avvenire ed avviene a Roma, nel cuore del Ghetto.
“Ebraica-Festival Internazionale di Cultura”, l’11° edizione quest’anno ha per tema “Time § Life”, il Tempo e la Vita, ed inizia proprio con quell’apertura al dialogo di cui dicevo sopra. “La notte della Cabbalà”, il lato esoterico dell’ebraismo, la sua mistica come configurata nella Zohar, importante libro profetico. Sabato 23, al Palazzo della Cultura, dove figurano altri eventi di rilievo. Come “Donne straordinarie. 1948 Nascita di una nazione”, le donne in prima linea nella costruzione dello stato d’Israele; “Conversazione con la Storia. Inchiesta sul caso Mortara”, uno scandalo nella Roma di Pio IX, con Elèna Mortara, Franca Leosini, David Kertzer e Serena di Nepi; “A Jewish Jazz Story” con l’acclamato Trio Dmitrij che propone suites di Sostakovic influenzate dalla musica Klezmer, la musica degli ebrei askenaziti emigrati negli USA (il jazz ne fu parimenti influenzato) e un omaggio al grande Leonard Bernstein. Nei Giardini del Tempio “Il tempo che non passa”, con Roberto Riccardi, Lia levi e Lara Crinò, moderatrice, e “Fammi vivere, fammi sognare”, con David Gerbi e Raffaele Morelli il discorso onirico nella visione talmudica ed in quella junghiana. Alla Casina dei Vallati visita della mostra “1938. Vite spezzate”, l’infamia delle leggi razziali. Infine apertura straordinaria della Grande Sinagoga e del Museo Ebraico.
Il tema del tempo come concepito nella Torà è al centro della giornata del 24, “Eterno e quotidiano” al Palazzo della Cultura, un interessante dibattito al quale partecipano Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Donato David Grosser, Riccardo Pacifici, Roberto Colombo, Paolo Conti e Fabio Perugia, moderatore. Nella stessa giornata alla Ludoteca Casina di Raffaello, a Villa Borghese, “Facciamo festa!”, laboratorio per bambini, e a sera, all’Isola del Cinema, “Finché un giorno”, con Alessandro D’Alatri e il regista ed autore israeliano Shemi Zarhin del quale verrà proiettato “Aviva My Love”. E passiamo al 25, Palazzo della Cultura, la cucina ebraica delle feste a Roma, ricette antiche e moderne frutto anche di commistioni con la cucina locale (fenomeno consueto ovunque ci sia una comunità ebraica), “Tempus fugit: intelligenza artificiale e cognizione del tempo”, un tema quanto mai attuale che, dati i relatori, non avrà solo implicazioni puramente tecnologiche ma anche etiche e religiose (Riccardo Di Segni, Paolo Benanti, Massimo C.Comparini, Paolo Merialdo e Marco Panella, moderatore). A chiusura “Dicono della mia terra. Pagine su Israele”, con Maria Rosaria Omaggio e Pino Quartullo. Musiche di Oscar Bonelli, il paese filtrato dai suoi scrittori più noti, come Amos Oz ed altri. E si avverte l’aspro sapore di quella tipicità tutta ebraica, l’umorismo yiddish che ritroviamo poi soprattutto nella cultura ebraico-americana, dai fratelli Marx a Woody Allen.
Ancora Palazzo della Cultura il 26, “Di casa in casa. Sapori Kosher dal mondo in Italia”, approfondimento sulla cucina ebraica, con Ruth Dureghello, Roberta Calò, Claudia Condemi, Liana Della Rocca, Ronit Hassan, Francesca Modiano, Mimi Nandar, Ariella Telio e Miriam Haiun, moderatrice. Israele è poi protagonista di “Israele. Il tempo del ritorno”, con Roberto Della Rocca, Claudia De Benedetti, Yoel Zilberman e Edoardo Camurri, moderatore, e “Her Israeli Story. Donne israeliane tra arte e letteratura”, testi di Orly Noa Rabinyan e interprete l’attrice Ketty Di Porto, musiche di Luca Sgamas (molto stimolante essendo la società ebraica matrilineare). Infine il 27, Palazzo della Cultura, “Shalom. Comunicare per il futuro”, con Ruben Della Rocca, Giacomo Kahn, Fabrizio Conti e Gianluca Pontecorvo, “Kosher, Halal e bio. Regole e mercati”, con Elena Toselli, Sandro Di Castro e Carlo Hausman, moderatore, “A testa alta. Storia di Moretto”, con Antonello Capurso, Ludovico Fremont e Micol Pavoncello, regia di Antonello Capurso. Ispirato a “Duello nel ghetto”, di Maurizio Molinari e Amedeo Osti Guerrazzi è la storia di un pugile ebreo che sfidò le leggi razziali, Pacifico Di Consiglio detto Moretto. E con questo dramma personale che s’inserisce nel dramma di tutta una comunità annientata dalla barbarie nazista (il rastrellamento del Ghetto, 16 ottobre 1943) si conclude il festival, nel segno di una reale solidarietà, oltre ogni ideologia. “Shalom”, come lo storico mensile ebraico d’informazione apprezzato che presto avrà una più articolata diffusione sul web.
“Ebraica. Festival Internazionale di Cultura2 dal 23 al 27 giugno, ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per informazioni www.ebraicafestival.it
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