Sì, è davvero un po’ strano o, quanto meno, particolare il terzetto muliebre che incontriamo in “Tre donne”, di Dacia Maraini, ritratto atipico di tre generazioni che convivono nello stesso spazio. In effetti quella che dovrebbe essere la più saggia o, almeno, posata, Gesuina, la nonna sessantenne, è invece la più sbarazzina. Ex attrice e ora declassata a fare le iniezioni a domicilio (ma non si lamenta, anzi) passa il tempo libero a chattare e -in fondo è ancora piacente, regge bene all’usura degli anni- a civettare con il fornaio (ma in modo casto, ed è questo l’unico tratto che la caratterizza in senso generazionale, quando il bacio era la soglia proibita). Maria, la figlia, anni quaranta, al contrario vive in un mondo ovattato, foderato di libri, dove lei, di mestiere traduttrice, si nutre di parole, della realtà intorno a sé vivendo solo il rapporto d’amore (per buona parte epistolare) con il bel François. Infine Lori, la figlia sedicenne, irrequieta come tutti gli adolescenti ma anche estremamente curiosa, che analizza con cinica ironia questo buffo ed anche un po’ grottesco mènage familiare.
Tutte e tre le donne tengono la cronaca degli avvenimenti, sia pure in modo differenziato. “E’ curiosa questa casa: io scrivo lettere, mia figlia scrive su un diario che tiene nascosto dentro un buco nel muro, mia madre registra quello che le passa per la mente su un minuscolo registratore che nasconde dentro una tasca”. Così Maria a François, ma oltre non va, poco si cura di quello che accade in casa, tutta presa dal suo lavoro che, pur legato alla concretezza della parola, privilegia l’immaginazione (la parola ha un suo potere evocativo ben oltre il dato in sé). E in fondo è questo il comun denominatore che unisce le tre donne, surrogato di un dialogo inesistente o comunque zoppo: la fantasia, il sogno, l’idea, insomma qualcosa che, per ognuna in modo diverso (lezioso per Gesuina, avvolgente per Maria, drammatico per Lori), caratterizza i ritmi segreti del proprio quotidiano.
E tuttavia, fra le righe, si avverte un senso di vuoto, come un’assenza che s’insinua fra le pieghe di questa famiglia al femminile, all’inizio solo un’ombra che ognuna esorcizza a modo suo (la nonna con i suoi amoretti platonici, la madre dividendo la sua intensa vita culturale con François, la figlia in modo compulsivo sul diario e nella relazione con Tulù, un suo coetaneo), finché dilata sommergendo tutto. Ed è un improvviso corto circuito che porterà ad un totale quanto brusco cambio di prospettiva ma anche ad un ridimensionamento dei ruoli e una nuova e sofferta consapevolezza.
Il sottotitolo del libro è “Una storia d’amore e disamore”, quanto mai appropriato, perché le tre protagoniste sono costantemente in bilico fra questi due estremi. E’ la ricerca dei sentimenti a spingerle innanzi, ognuna trovando un suo più o meno stabile punto di riferimento (il binomio Gesuina-fornaio, Maria-François, Lori-Tulù), ma all’interno del gruppo è disamore, inteso come non-appartenenza. E’ solo nel dramma che avviene un recupero identitario, superando la presenza maschile, e questo è in piena coerenza con la problematica femminile (forse è meglio dire postfemminista) della Maraini, fin dai tempi di Marianna Ucria. La donna come baricentro di se stessa, narrata non come pretesto polemico ma in maniera quasi naturalistica, il che le dà uno spessore diverso.
Come appunto le protagoniste, i cui caratteri si svelano non con una scrittura uniforme, come in genere avviene, ma trina per così dire: spigliata e un po’ sboccata (ma conosciamo il tipo) Gesuina, elegante e raffinata Maria, senza pause e adrenalinica Lori (la sua è la generazione degli sms e degli smartphone a palla). Ma oltre a questo già interessante artificio tecnico bisogna riconoscere la musicalità dell’insieme, il ritmo melodico che s’imprime agli stessi personaggi, così che vien spontaneo attribuire ad ognuna un movimento : Gesuina allegretto, Maria largo, Lori fra andante con moto e giga.
E, fra tutte, una frase colgo come una ciliegia: “I libri fanno fiorire il cervello”.
“Tre donne. Una storia d’amore e disamore”, di Dacia Maraini, Rizzoli Ed. euro 18.
Scritto da: Antonio Mazzain data: 11 gennaio 2017.il19 maggio 2018.
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