Nel 1945, appena finita la guerra, con le macerie di San Lorenzo ancora fumanti, nella vicina Università riprendeva l’attività culturale interrotta e, quasi come reazione agli anni del dolore, ebbe un grande consenso di pubblico la neonata stagione della IUC, Istituzione Universitaria dei Concerti. Da allora, arricchendosi di sempre nuovi apporti, con nomi ogni anno più prestigiosi, il cartellone dei concerti IUC è divenuto una realtà imprescindibile del variegato panorama culturale romano. Ed è così che siamo giunti alla 73° edizione, con un programma che quest’anno spazia dal barocco al romantico, con felici incursioni nell’etnico e nel contemporaneo con sfumature jazz. E diamo subito una scorsa al cartellone.
Ottimo inizio stagione, “Gerusalemme: celeste e terrena, perduta e liberata”, dove sacro e profano dialogano ad alto livello, dalle “Lamentazioni” di Colonna, in prima assoluta, al “Combattimento di Tancredi e Clorinda”, madrigale in stile rappresentativo di Monteverdi, a brani di Corelli, Biber, Lully. Fulcro di questa performance che potremmo definire concettuale è la nota soprano Anna Caterina Antonacci, la cui notevole abilità interpretativa è coadiuvata dall’Accademia degli Astrusi diretta da Federico Ferri. Subito dopo, martedì 17 alle 20,30, un salto nel tempo con Stravinskij (una curiosità, le sue “Nozze” rilette in lingua garganica da Roberto De Simone) e una novità di Marcello Filotei (“Nessun luogo è lontano”, per 6 percussionisti), con l’Ensemble Ars Ludi e il Ready Made Ensemble diretti da Marcello Panni.
Ennio Morricone e Goffredo Petrassi nell’interpretazione del duo pianistico Canino-Ballista, con Mariano Rigillo voce recitante (“Se questo è un uomo”, testo di Primo Levi), Marco Serino violino, Antonella Marotta mezzosoprano e l’Orchestra Roma Sinfonietta diretta da Gabriele Bonolis (sabato 21 h.17,30). Poi Elio, quello delle Storie Tese, quale voce recitante e baritono in una intrigante rilettura del mozartiano “Flauto magico”, è li a testimoniare che non ci sono steccati rigidi fra genere leggero e classico. Con lui il soprano Julia Bauer e l’Ensemble Berlin, formato da parte dell’organico dei mitici Berliner Philharmoniker (martedì 24 h.11 e h.20,30). Imperdibile infine, sabato 4 novembre h.17,30, il duo Isabel Faust violino e Kristian Bezuidenhout cembalo, che si alternano o eseguono insieme sonate di Bach (a proposito di Isabel il New York Times ha scritto: “Il suo suono ha passione, grinta ed elettricità, ma anche un calore e una dolcezza disarmanti”).
Ancora Bach, ma in una versione contrapposta, classico (Ramin Bahrami) e improvvisazione jazz (Danilo rea), ovvero “Bach in the Air”, decisamente sui generis (martedì 7novembre h.20,30) e il debutto italiano di un giovanissimo e già famoso pianista russo, Alexander Malofeev, dalla tensione drammatica della “Marcia funebre” di Chopin al tardoromanticismo della “Sonata n.2” di Rachmaninov. E tardoromanticismo è anche quello della “Sinfonia n.1” di Brahms, nell’esecuzione dei giovani di Spira Mirabilis, orchestra acefala che ha orma un suo vasto pubblico (martedì 21 h.20,30). E dopo una serata (sabato 25 h.17,30) all’insegna del tango, “Anda” col quintetto di Daniel Melingo, “un eretico della religione tangueira”, scrive “Le Monde de la Musique”) appuntamento con la repubblica di Georgia, in pieno fermento culturale come dimostrano queste “miniature” di Giya Kancheli eseguite da Alessandro Stella pianoforte e Nino Surguladze mezzosoprano (martedì 5 dicembre h.20,30).
E proseguiamo citando, 12 dicembre h.20,30, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese nel “Doppio concerto in la minore per violino e violoncello” e la magnifica “Sinfonia n.4” di Brahms (dirige Ulrich Windfur, Chloe Hanslip violino e Umberto Clerici violoncello), “Il Pomo d’Oro”, Edgar Moreau, altro giovane in ascesa al violoncello con un programma barocco (sabato 16 h.17,30), il centenario di Debussy celebrato al pianoforte da Ilia Kim (sabato 13 gennaio h.17,30), un duo di fama internazionale, Steven Isserlis violoncello e Olli Mustonen pianoforte (16 gennaio h.20,30), Fazil Say, pianista turco che ha avuto problemi con il regime (23 gennaio h.20,30), le Voci Sacre, suggestiva celebrazione delle tre religioni abramitiche nella ricerca di un tratto comune (27 gennaio h.17,30).
Da non mancare anche “Quatuor pour la fin du Temps”, scritto da Olivie Messiaen in campo di concentramento (sabato 10 febbraio h.17,30), L’Ensemble Barocco di Napoli (13 febbraio h.20,30), la Camerata Ducale impegnata in atmosfere inquietanti, come “Il trillo del diavolo” di Tartini (17 febbraio, h.17,30), la prima volta romana del pianista Steven Osborne (27 febbraio h.20,30), il Quartetto Borodin (sabato 3 marzo h.17,30), l’affiatato duo Giovanni Sollima violoncello e Giuseppe Andaloro pianoforte (6 marzo h.20,30), la grande scuola russa riproposta al piano da Alexei Volodin (17 marzo h.20,30), il Quartetto Guadagnini (27 marzo h.20,30).
E siamo verso la conclusione. Ad un singolare incontro-dialogo fra corno e percussioni (Alessio Allegri e l’ensemble Tetraktis, sabato 7 aprile h.17,30) e ad una serata tutta sax, da Hadydn rivisitato a Chick Corea (Signum Saxophone Quartet, 10 aprile h.20,30) segue il ritorno di un gradito ospite. Jordi Savall, viola d’arco, lyra e direttore, si esibisce con il suo Hesperion XXI in musiche ottomane e della tradizione sefardita (17 aprile h.20,30). Manuel Barrueco, solista di chitarra, “un musicista superiore”, come lo definisce il New York Times, esegue pezzi classici e moderni (21 aprile h.17,30) e i Solisti Aquilani diretti da Shlomo Mintz, anche violino, con la loro verve ci ricorda che l’Aquila sta finalmente risorgendo (sabato 12 maggio h.17,30). Infine “…E cammina cammina”, con Peppe Barra, un colorito percorso nella napoletanità, da Raffaele Viviani a Pino Daniele, solare epilogo di una stagione musicale ricca di eventi (22 maggio h.20,30) .
Stagione Universitaria dei Concerti: per informazioni e abbonamenti 063610051/52 e www.concertiiuc.it
Scritto da: Antonio Mazzain data: 8 ottobre 2017.il25 novembre 2017.
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