Le African Mothers di Mimmo Frassineti
Il portamento elegante e il sorriso delle mamme ugandesi, fotografate con grande rispetto da Mimmo Frassineti, ci colpiscono profondamente, così come gli occhioni dei loro bambini, spesso portati sulle spalle per poter permettere ai piccoli osservatori una visione dall’alto dell’ambiente circostante. Sono le immagini di un’Africa vera, spogliata dalla banale ricerca dell’esotico e senza atteggiamenti pietistici: immagini che esprimono sì la povertà delle persone ritratte, ma al tempo stesso la loro serena dignità.
Fino al 21 ottobre 2017 possiamo ammirare queste foto nella mostra “African Mothers. Gulu, Uganda: viaggio fotografico di Mimmo Frassineti”, ospitata nelle Biblioteche di Roma (via Aldrovandi, 16 a) nell’ex Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente. L’evento dà il via alla X edizione del Festival della Letteratura di Viaggio, promosso dalla Società Geografica Italiana, che quest’anno compie 150 anni di vita. Le foto sono in effetti la documentazione fotografica di un reportage realizzato lo scorso autunno per il Venerdì di Repubblica da Antonella Barina e Mimmo Frassineti e raccontano la storia umana del St. Mary’s Lacor Hospital, un ospedale fondato da missionari comboniani nel 1959 per assistere le donne e gli abitanti di Lacor, nel nord dell’Uganda presso Gulu, vicino al confine con il Sudan del Sud. A poco a poco quello che inizialmente era un semplice dispensario con 40 posti letto è divenuto il più grande ospedale no-profit dell’Africa orientale, diretto dal pediatra italiano Piero Corti e dalla chirurga canadese Lucille Teasdale, che qui si conobbero e si sposarono. Ha superato mezzo secolo di guerre civili e la sua presenza rassicurante ha fatto sì che intorno ad esso sorgesse una vera e propria città autosufficiente.
L’Uganda, il cui territorio è poco meno vasto dell’Italia, si trova nell’Africa centro-orientale e non ha sbocchi al mare. Pur essendo un paese verde e ricco di acque (ricordiamo il corso iniziale del Nilo e il lago Vittoria), vive una situazione di estrema povertà a seguito dei conflitti etnici che l’hanno sconvolto soprattutto negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso e attualmente risente enormemente della crisi umanitaria del Sud Sudan, colpito da carestia, siccità e guerra civile. Basti pensare che solo negli ultimi 12 mesi in Uganda sono arrivati in media 1800 rifugiati sud-sudanesi al giorno.
In un paese come questo i figli sono visti come una benedizione (sono forza lavoro per i campi e al tempo stesso una garanzia per la vecchiaia), ma purtroppo i figli muoiono facilmente (1 su 19 muore nel primo anno di vita). È per questo che il tasso di natalità è tra i più alti al mondo (quasi 7 figli per ogni donna) e il paese è decisamente giovane, con un’età media di poco superiore ai 15 anni. L’ospedale offre, a prezzi bassissimi e talvolta gratis, un’assistenza medica ben diversa dall’arte dei guaritori, cui ricorrevano prima le popolazioni locali. È un’eccellenza medica con ben 482 posti letto e tre centri periferici, con 595 dipendenti ugandesi, affiancati da volontari provenienti da tutto il mondo.
Le foto di Frassineti non grondano sangue, non raccontano gli orrori o la ferocia della guerra, come uno potrebbe aspettarsi da un reportage in Africa, ma al contrario raccontano la vita all’interno dell’ospedale, e soprattutto la maternità, perché è proprio questa vitalità che fa andare avanti e riempie di speranza le donne africane. Ogni mattina lunghe file di giovanissime mamme attendono il loro turno, con i loro bambini sulla schiena, in braccio, per mano o ancora nel ventre. Sono vestite con colori sgargianti e hanno in testa elaborate acconciature fatte di treccine. Le vediamo ritratte all’interno dell’ospedale e nei vasti cortili alberati, dove i familiari dei pazienti vengono di norma ospitati, come pure nelle strade, nei negozi e nel mercato della cittadina. Con i loro gesti aggraziati ci svelano il loro mondo, l’amore e la sofferenza vissuti con una semplicità e una serenità che ci conquista.
African Mothers. Gulu, Uganda: viaggio fotografico di Mimmo Frassineti
Biblioteche di Roma. Via Ulisse Aldrovandi, 16 a
Orario: dal lunedì al venerdì, ore 9-13
Ingresso libero
21 settembre-21 ottobre 2017
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