Ci si innamora ancora a sessant’anni?
A sessant’anni o anche oltre!
La domanda non nasce da un tardivo colpo di sole di questa estate incandescente appena tramontata, ma da uno spunto che mi è stato offerto da Paolo Conti, brillante giornalista del Corriere, che ha condotto, o vi ha semplicemente partecipato, un interessante dibattito all’interno della redazione sulla “età dell’amore” ovvero, per dirla terra terra, per capire se la gente ritiene che ci sia un limite di età per innamorarsi.
Bel tema, non è vero?
Eppure attorno ad esso esiste un velo di nebbia, un che di opaco e di reticente, quasi si parlasse di qualcosa di sconveniente.
Paolo Conti bene ha fatto, quindi, a squarciare quel velo e lo ha fatto tra persone avvezze a scrutare nelle pieghe dei comportamenti della gente.
Non conosco le opinioni degli altri partecipanti al dibattito, ma quella di Conti la conosco e ve la riferisco subito: egli non crede al “colpo di fulmine” in età avanzata e secondo lui non accade mai.
Non so se il suo scetticismo si spinga oltre il colpo di fulmine e si estenda anche all’amore tout court a quell’età e, quindi, non so come definirebbe gli sguardi adoranti, le premure più delicate, le tenerezze timide e un po’ impacciate, il capo chino dell’uno sulla spalla dell’altra, di una coppia di anziani che ho incontrato a Villa Torlonia, seduti su una panchina, all’ombra di una magnifica magnolia.
La stagionata coppietta, ad occhio e croce, i sessant’anni li aveva superati da almeno dieci.
Era fine agosto, sul far della sera di una giornata infernale (ricordate i vari Lucifero, Nerone, ecc.?), e sono uscito insieme a mia moglie per andare in cerca di un po’ di refrigerio da qualche parte.
Villa Torlonia, per chi abita a Roma, zona Piazza Bologna, è il toccasana più vicino per tutti gli accaldati e nel deserto del mese di agosto il parco diventa un paradiso terrestre.
Quasi arrancando lungo la via, lì ci siamo diretti e ci siamo letteralmente impossessati di una bella panchina distante una ventina di metri da quella occupata dai due piccioncini.
Eravamo alle loro spalle e non potevamo non vedere ciò che stavamo vedendo, ossia il miracolo d’amore che scorreva sotto i nostri occhi.
Erano marito e moglie?
Non credo, mi sarebbero sembrate strane tante effusioni all’aperto!
Erano due amanti clandestini?
Non lo so, ma che importanza avrebbe?
Erano un “badato” e una badante?
Non direi, a giudicare dalle loro apparenti condizioni fisiche!
Di certo erano due persone anziane che si scambiavano gesti d’amore.
E che quello fosse amore non c’è ombra di dubbio, credetemi sulla parola!
Arturo Schwarz la pensa in maniera diametralmente opposta a quella di Paolo Conti.
Il professor Schwarz, ex assistente di Herbert Marcuse, icona del Movimento studentesco del ’68 ed ispiratore del fortunato slogan “La Fantasia al potere”, poi docente ad Harvard, Los Angeles, Parigi e Toronto, titolare di una straordinaria collezione d’arte contemporanea, ha preso carta e penna per manifestare a Paolo Conti tutto il suo rammarico per il suo sconfortante scetticismo, con queste parole:
“Compiango la sua visione pessimista, oltre che razzista della vita ( …) io a 88 anni, vedovo due volte, sto per risposarmi con un architetto di 51 anni. Il nostro rapporto non è meno profondo ed intenso da quando entrambi eravamo molto più giovani, anzi!”
Quell’ ”anzi” è splendidamente carico di sottile ed ironica allusione.
L’esuberante professore non è il solo a pensarla così.
Roberto Vecchioni, oltre che un grande cantante, è anche un amatissimo (dai suoi alunni) insegnante e, stando ad una sua dichiarazione afferente l’amore maturo, anche un finissimo psicologo.
“Io mi innamoro di mia moglie diversamente ad ogni decennio!”
Roberto Vecchioni è nato il 25 luglio 1943.
Ma anche Alba Parietti, che come attrice non sarà la divina Greta Garbo ma è intelligente, cosa non scontata nel mondo dello spettacolo, ha le idee chiare sull’argomento e sfata un timore diffuso, più fasullo che reale: il ridicolo dell’amore senile, proprio l’argomento che ha innescato il dibattito coordinato da Paolo Conti.
“L’unica strada che non rende ridicoli è quella dell’amore vero. Che non si interroga, non pensa al domani e se ne frega del giudizio di tutto quello che sta attorno”.
Sante parole, ma secondo me bisogna riconoscere che lo scetticismo di Conti è piuttosto diffuso e si fonda su una motivazione tanto ovvia quanto evanescente, ovvero che a sessant’anni l’amore non ha più la forza dirompente dei vent’anni, perché la passione prepotente riguarda le prime stagioni della vita.
Bella scoperta! E allora?
Se questa chiave di lettura dell’amore fosse corretta, vorrebbe dire che nell’arco dell’esistenza di un uomo con un’aspettativa di vita di ottant’anni l’amore sarebbe amore solo per dieci o vent’anni.
E gli altri sessanta, tolti i primi venti?
Mi verrebbe da credere che Conti, e tutti coloro che la pensano come lui, chiamino amore solo quello che caratterizza “le prime stagioni della vita”, l’amore bruciante, “l’amour fou”, tanto caro ad André Breton, ma questo amore, che pure è vero ed autentico, ha vita breve perché, sempre secondo quella corrente di pensiero, subisce una profonda mutazione e da sorgente di incontenibile felicità, si trasforma in quieta e rassicurante abitudine.
E qui sta il punto!
La trasformazione può avvenire e il più delle volte avviene, mi meraviglierei del contrario, ma l’amore può trasformarsi addirittura in meglio, ossia in uno stato di profondo appagamento determinato dalla scomparsa delle emozioni vertiginose e defatiganti.
Ma questo appagamento, questo stato di benessere fisico e spirituale da che cosa scaturisce se non dagli “amorosi sensi” che ti avvolgono e ti avviluppano alla persona che ti sta accanto?
A tutte le età!
Non so per quale ragione nel nostro Paese sia così diffusa la convinzione che “i giovani devono fare i giovani ed i vecchi devono fare i vecchi”. Questo concetto è meno forte negli USA perché lì viene combattuta vigorosamente la discriminazione per età.
Da noi i cambiamenti sono più lenti per mille ragioni, ma per fortuna, così come sono arrivati la coca cola, l’hamburger e i blue jeans, prima o poi arrivano.
Personalmente ho una ragione di più per ritenere che l’amore non ha età e che Cupido non seleziona per età il destinatario delle sue frecce.
Vi racconto un’esperienza vissuta da vicino.
Don Nino è un vecchietto ultra novantenne che da alcuni anni vive immerso nelle nebbie della demenza senile, accudito meravigliosamente dalle sue tre impagabili figlie e da una giovanissima badante di nome Alessandra che ora non c’è più.
Quattro anni fa Don Nino ha perso l’adorata moglie, dopo settant’anni di vita in comune, ma la perdita non lo ha “toccato” perché ormai aveva staccato la spina e non aveva più coscienza di ciò che lo circondava, al punto di non riconoscere nemmeno i familiari che lo riempiono di premure e di attenzioni, figuriamoci la badante, un’estranea.
Assente completamente! Indifferente! Spento!
Almeno così sembrava!
La badante, giovanissima e assai carina, da subito si è presa cura di Don Nino con una dedizione che ha sorpreso persino i familiari. Gli parlava dolcemente all’orecchio, gli massaggiava i piedi per riattivargli la circolazione periferica, gli tagliava i capelli e le unghie, gli faceva la barba, gli teneva la mano per ore, lo imboccava come un passerotto e gli cantava nenie dolcissime in lingua rumena.
Don Nino a poco a poco ha cominciato ad avere delle reazioni sempre più vitali, ma tutte concentrate sulla ragazza. Quando lei gli accarezzava la faccia lui chiudeva gli occhi con un senso di beatitudine. La seguiva con lo sguardo quando si allontanava e nello sguardo si leggeva delusione e smarrimento. Se un familiare faceva le stesse cose di Alessandra, lui restava immobile come un pezzo di legno e non dimostrava alcun interesse e quando la ragazza rientrava nella stanza, don Nino si rianimava, i lineamenti si distendevano e spesso sulle labbra si disegnava qualcosa che sembrava un sorriso. No, non sembrava: era un sorriso. Il timido e dolce sorriso di Don Nino.
Da quando Alessandra non c’è più l’occhio di Don Nino ha perso nuovamente la luce, ma lui continua a cercarla fissando la porta.
Che dire di questa esperienza?
Che cosa è successo nel mistero e nell’abisso del subconscio dell’ultranovantenne Don Nino?
Io lo so, lo so, e nessuno potrebbe farmi cambiare idea.
Don Nino si è semplicemente, delicatamente, teneramente, perdutamente, innamorato.
Come quando di anni ne aveva ventidue.
Scritto da: in data: 3 settembre 2016.il20 giugno 2019.
Amor che a nullo amato amar perdona…scrisse il sommo vate nel canto quinto verso 103 dell’inferno , parlando di Francesca da rimini e paolo malatesta uccisi perchè colti in flagranza di adulterio dal fratello di lui.
Ma cosè l’amore?non basterebbero a mio avviso cento lunghe vite ,per descriverlo in tutta la sua bellezza , e nella completezza del suo splendore.
personalmente non riuscirei a concepire un esistenza senza una figura femminile,poichè ogni donna bella o meno bella che sia è la forma di vita più meravigliosa che il nostro amorevole creatore ci hà dato. Sono d’accordo con lei, non esiste limite di età , per assaporare quelle meravigliose, indescrivibili sensazioni, sempre fresche, nuove, a dispetto degli anni libere da qualsiasi concetto razionale di tempo o età, gustate in un eterno presente che racchiude l’essenza stessa della vita.E quando lo si assapora nella maturità , assume una forma diversa, più ricca, immensamente più grande, più completadi quando la si vive da giovani.
L’assenza di esso è la morte.
francesco foti
Avete fatto bene a riproporre questo articolo sull’amore senza età perchè le persone avanti con gli anni provano le stesse emozioni di coloro che di anni ne hanno molto meno.
La scintilla che ti scocca nel cuore e nella testa non guarda la carta di identità e quando arriva è festa grande per il cuore e per la testa.
A me è successo r so di cosa parlo.
Grazie di avermi dato questa piccola soddisfazione
” … Erano marito e moglie? …”; perché no?
Taluni affermano che il matrimonio è la tomba dell’amore; ma non sempre è così!
Dimenticavo, poiché rammento ancora cosa voglia dire, ho chiesto alla donna che mi sta accanto da sempre che, se badante debba entrare in casa nostra per le mie cure quando si renderanno necessarie/indispensabili, gradirei fosse – oltre che carina e … – presente già da ora. Diciamo per le prove generali!
Vorrei seguirla ed inseguirla non solo con lo sguardo.
Anch’io ritengo di sapere ciò che Don Nino pensasse anche se, forse, non se ne ricordava più altro che la teoria.
Commovente l’ultranovantenne Don Nino che cerca con lo sguardo smarrito la ragazza che lo accudisce ed io confermo che l’amore non ha età perché anche mio nonno entra in uno stato di beatitudine quando la signora che lo assiste gli taglia i capelli o gli fa la barba.
E’ un atteggiamento che ha solo con lei, eppure anche noi familiari (io sono la nipote) ci prendiamo cura di lui e gli facciamo le coccole ma non ha le stesse reazioni.
Che mistero la mente!
L’età dell’amore è anche, come dire? alla rovescia.
Se una figlia di tredici anni, da tre col suo filarino di vent’anni e occupazione di meccanico, ti dice che che è innamorata pazza e vuole andare a vivere con lui, cosa si deve rispondere? Che è minorenne e deve ubbidire a mamma e papà?
Vi assicuro che è meglio vedere due anziani in sereno ed affettuoso legame amoroso che un’adolescente fuori di testa che trascorre le sue giornate alternando risate a pianti disperati.
L’amore può arrivare a sessant’anni ed anche oltre e non si comprende perchè ci si debba sorprendere, ma se arriva a dodici o tredici anni é normale?
La verità è che certi stimoli sono imprevedibili ed incontrollabili e l’età non c’entra.
L’amore non ha età o, meglio, la persona innamorata non ha età e si gioisce e si soffre per amore a 70, a 75 e a 80 anni come si gioiva e si soffriva a 20, a 30 e a 40.
Sono le manifestazioni esteriori che cambiano e chissenefrega.
F.to Un felice 77 enne
All’interno di un corpo c’è una persona che ha dei sentimenti delle emozioni e delle speranze non un età, ma, chi si vergogna del proprio corpo o delle proprie emozioni, chi si sente ridicolo perchè amare è solo un periodo relativo, esclusivo della giovaninezza, per il quale, il solo fine è quello che porta al sesso e poi alla famiglia – queste persone non amano sè stesse nè chi li circonda, perchè condizionano l’amore solo al periodo genericamente più fecondo della loro esistenza – Amare prescinde da ogni convenzione ed ogni convinzione, magari poter amare e potersi far amare – danno per scontato un DONO che riempie l’asistenza con un niente per il quale si cambierebbe il mondo.
Fin dall’antichità gli uomini hanno sezionato l’uomo in spirito, corpo, e mente, ed ad ogni parte hanno attribuito funzioni determinate -
La nostra cultura ha mescolato le carte e confuso i compiti – Controllando così attraverso il giudizio ed il pregiudizio, ora questa ora quella parte di noi che non fosse conforme alla Morale del momento –
I sentimenti, parte inconsistente di Noi, influenzano tanto la realtà che sono stati il motivo delle più grandi imprese ed invenzioni che l’uomo abbia mai creato, dalla guera di Troia al taj mahal al Coral castel, solo per citarne alcuni (che mi piacciono)-
Grazie ai sentimenti gli uomini spostano se stessi le montagne e se potessero i cieli, le emozioni sono come i maremoti che sconvolgono la parte più profonda di noi rinnovano e rinvigoriscono le nostre cellule e ci danno sempre una nuova SPERANZA -
Vorrei parlarne per ore ma mi limito a citare la Bibbia che in Galati 5, cita :
Il frutto dello Spirito, è amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza; contro tali cose non c’è legge.
E, TUTTE QUESTE COSE NON HANNO UNA CONSISTENZA FISICA –
Il corpo ne è solo il contenitore .
Pensateci, pensateci.