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Pollicino, Roland Böer e l’idea fondante del Cantiere Internazionale d’Arte

di Daniela Puggioni.

Al 41°Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano i principali eventi in conclusione di questa edizione sono stati la riproposizione di Pollicino, che Henze scrisse proprio per Montepulciano, e il tradizionale concerto di chiusura, diretto da Roland Böer, direttore artistico del festival, che quest’anno ha avuto come tema “Natura e Tecnologia”.

Pollicino_foto Irene Trancossi7

Entrambi gli eventi sono emblematici, rispecchiando in pieno i principi su cui basò il manifesto di Hans Werner Henze fondatore del Festival: produrre gli spettacoli con l’apporto delle forze locali in collaborazione con professionisti esterni, “Cantiere” in quanto officina di sperimentazione per giovani artisti in dialogo proficuo e pedagogico con dilettanti e studenti. Tutti i professionisti non sono pagati ma solo ospitati, non si tratta di sfruttamento, in un’epoca  in cui questo, disgraziatamente, accade spesso, ma della filosofia del fondatore, di mettere tutti partecipanti su un piano di parità. L’idea di Henze nasce da una visione dell’arte come bene comune da condividere tra tutti, unico metodo affinché sia vitale e di impulso per la creazione artistica. Una concezione totalmente opposta a quella dell’arte elitaria, ristretta a un gruppo scelto di eletti o, peggio, quella museale che allontana la maggior parte delle persone, che la percepiscono come estranea alla loro sensibilità. Per arrivare a concretizzare, nel lavoro di decenni, questo sogno è stata necessaria l’intelligenza politica e la sensibilità degli amministratori di Montepulciano e l’accoglienza e la disponibilità della popolazione per accoglierlo, che si sono rinnovate puntualmente per la nuova messa in scena di Pollicino.

Pollicino, favola in musica, l’opera per ragazzi, e non solo, più rappresentata, creata nel 1980 da Henze per i giovani di Montepulciano, venerdì 29 luglio è tornata nel Teatro Poliziano, dove fu rappresentata per la prima volta; è la terza edizione dopo quella del 1995. Nella partitura Henze previde tre parti concertanti, per violino pianoforte e chitarra, affidate a professionisti, in questo caso, invece sono  statiquattro giovani studenti a eseguirle, rispettivamente Emanuele Luzzati, Massimiliano Cuseri, Emanuele Massotti e Francesco De Luca. Nelle situazioni più inquietanti e drammatiche la musica è dissonante con l’impiego di diversi tipi di percussioni, singolare ed efficace l’uso del cromorno, antico strumento rinascimentale a doppia ancia dal suono simile alla cornamusa ma più cupo, nella scene in cui l’Orco è il tenebroso protagonista. In quelle affidate ai bambini e più ironiche invece prevale la melodia con l’uso di motivi popolari, da quelli del Bruscello Poliziano a “Na gita a li Castelli“(romani), Henze abitava a Marino, ma anche l’opera, Rigoletto, ironicamente accennata dall’Orco mentre sente l’odore dei bambini.

Concerto di chiusura 2016

L’esecuzione musicale, affidata alla Orchestra dell’Istituto di MusicaH. W. Henze” di Montepulciano e diretta autorevolmente  da Alessio Tiezzi, attuale direttore della scuola, è stata trascinante per l’attenzione ai valori musicali e alla dimensione teatrale. Il lavoro lungo, da gennaio, con gli allievi ha prodotto un eccellente risultato, ricordiamo anche, oltre al direttore che ha preparato l’orchestra, Il prezioso contributo di Eleonora Contucci e Chiara Giorgi a cui è stato assegnato l’onere di preparare le voci bianche, compito portato a termine con un risultato eccellente.  I bambini hanno interpretato, i figli del taglialegna, fratelli di Pollicino, Andrea Ciacci, le figlie dell’Orco, sorelle di Clotilde,  Sara Cipriani e sei degli animali del bosco. Ottimo il cast degli adulti, professionisti, Eleonora Contucci,che  partecipò da bambina al primo Pollicino, e poi ha intrapreso una brillante carriera di cantante lirica, ha sostenuto la parte della madre, Marco Rencinai è stato il padre, Federico Marconi il signor Lupo, Annamaria Amorosa la moglie dell’Orco, questo ultimo ruolo è stato Stefano Bernardini, un eccellente dilettante sia protagonista canoro di diversi Bruscelli Poliziani, sia di teatro.

In questa edizione la parte scenica  è stata affidata alla regista Marina Bianchi e alla scenografa Leila Fteita,  che ha disegnato anche in costumi, una coppia affermata e di grande esperienza in campo teatrale. La regia ha interpretato acutamente i temi del libretto di Giuseppe Di Leva, che, ispiratosi ai Fratelli Grimm, Perrault e Collodi, costruì un racconto in cui gli adulti si mostrano inadeguati al ruolo di educatori. La mancanza di attenzione ai bambini c’è nella famiglia povera di Pollicino come in quella ricca delle figlie dell’Orco, che per questo arrivano e dubitare della loro parentela. I bambini fuggono insieme e, dopo la prova rappresentata dal passaggio del fiume, che segna il passaggio ad una dimensione adulta e consapevole, superata grazie alla solidarietà che c’è tra loro, vivranno in armonia nella foresta. Inizialmente un luogo terrificante  come i suoi abitanti, il cui incontro, come spesso accade fiabe, dopo un inizio inquietante si era poi rivelato risolutivo. Il lavoro di Marina Bianchi sui cantanti- attori, professionisti e dilettanti Poliziani, è stato magistrale tutti gli interpreti, giovani e meno giovani sono stati bravi e convincenti. Leila Fteita, in perfetto accordo con la regista  ha escogitato soluzioni sceniche nella tradizione teatrale, come il fiume realizzato con i teli, ingegnose soluzioni e arguti e ironici sberleffi: l’Orco siede su una sedia gigantesca che cita il “Pensatore “di Rodin, l’orchessa, paludata in un abbigliamento da diva anni ’30 evoca Jean Harlow e si muove in un salotto borghese. Le luci dei Pietro Sperduti e Gianni Trabalzini hanno contribuito al successo dello spettacolo che ha coinvolto ed entusiasmato il numeroso pubblico accorso che ha riempito il teatro in ogni ordine di posti.

Concerto di chiusura 2016

Il concerto sinfonico conclusivo del 31 luglio ha visto protagonista  la Royal Northern College of Music Symphony Orchestra di Manchester diretta dal maestro Roland Böer,  in un programma che riassumeva in sé il tema di questa edizione “Natura e Tecnologia”. Dalla“Pastorale” di Beethoven, un inno alla natura  ispiratrice dei sentimenti dell’uomo,  al “mostro meccanico”, il treno di “Pacific 231”(1923) di Arthur Honegger (1892- 1955). Il trittico “Al Piemonte” (1940) di Carlo Alberto Pizzini (1905- 1981)racchiude nel programma il tema il paesaggio delle Alpi e le nuove fabbriche della Fiat mentre “Short Ride in a Fast Machine” (Breve corsa un una macchina veloce 1986) di John Adams (1943)ci porta nel convulso mondo contemporaneo. Il maestro ha saputo guidare la giovane orchestra autorevolmente rendendo efficacemente cantabilità trascinante dell’immortale partitura beethoveniana come il ritmo incalzante e frenetico della modernità,  l’esecuzione  ha incontrato il favore del pubblico che ha applaudito a lungo. Il lavoro pedagogico svolto con impegno e passione, che da anni Böer porta avanti con i giovani del conservatorio di Manchester raccoglie e fa vivere l’idea fondante del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepuciano. A questo si aggiungono le scelte felici e raffinate come direttore artistico, che hanno reso memorabile il  41° Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. Abbiamo appreso che il maestro Böer    è stato confermato nel suo ruolo di direttore artistico anche per il prossimo anno, il tema sarà “Contemplazione ed Estasi”. Buon Lavoro !

Pollicino_foto Irene Trancossi6

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