Pollicino, Roland Böer e l’idea fondante del Cantiere Internazionale d’Arte
Pubblicato: 21 agosto 2016 di in News // 0 Commenti
di Daniela Puggioni.
Al 41°CantiereInternazionaled’ArtediMontepulciano i principali eventi in conclusione di questa edizione sono stati la riproposizione di Pollicino, che Henze scrisse proprio per Montepulciano, e il tradizionale concerto di chiusura, diretto da RolandBöer, direttore artistico del festival, che quest’anno ha avuto come tema “NaturaeTecnologia”.
Entrambi gli eventi sono emblematici, rispecchiando in pieno i principi su cui basò il manifesto di HansWernerHenze fondatore del Festival: produrre gli spettacoli con l’apporto delle forze locali in collaborazione con professionisti esterni, “Cantiere” in quanto officina di sperimentazione per giovani artisti in dialogo proficuo e pedagogico con dilettanti e studenti. Tutti i professionisti non sono pagati ma solo ospitati, non si tratta di sfruttamento, in un’epoca in cui questo, disgraziatamente, accade spesso, ma della filosofia del fondatore, di mettere tutti partecipanti su un piano di parità. L’idea di Henze nasce da una visione dell’arte come benecomune da condividere tra tutti, unico metodo affinché sia vitale e di impulso per la creazione artistica. Una concezione totalmente opposta a quella dell’arte elitaria, ristretta a un gruppo scelto di eletti o, peggio, quella museale che allontana la maggior parte delle persone, che la percepiscono come estranea alla loro sensibilità. Per arrivare a concretizzare, nel lavoro di decenni, questo sogno è stata necessaria l’intelligenza politica e la sensibilità degli amministratori di Montepulciano e l’accoglienza e la disponibilità della popolazione per accoglierlo, che si sono rinnovate puntualmente per la nuova messa in scena di Pollicino.
Pollicino, favola in musica, l’opera per ragazzi, e non solo, più rappresentata, creata nel 1980 da Henze per i giovani di Montepulciano, venerdì 29 luglio è tornata nel TeatroPoliziano, dove fu rappresentata per la prima volta; è la terza edizione dopo quella del 1995. Nella partitura Henze previde tre parti concertanti, per violino pianoforte e chitarra, affidate a professionisti, in questo caso, invece sono statiquattro giovani studenti a eseguirle, rispettivamente EmanueleLuzzati, MassimilianoCuseri, EmanueleMassotti e FrancescoDeLuca. Nelle situazioni più inquietanti e drammatiche la musica è dissonante con l’impiego di diversi tipi di percussioni, singolare ed efficace l’uso del cromorno, antico strumento rinascimentale a doppia ancia dal suono simile alla cornamusa ma più cupo, nella scene in cui l’Orco è il tenebroso protagonista. In quelle affidate ai bambini e più ironiche invece prevale la melodia con l’uso di motivi popolari, da quelli del BruscelloPoliziano a “NagitaaliCastelli“(romani), Henze abitava a Marino, ma anche l’opera, Rigoletto, ironicamente accennata dall’Orco mentre sente l’odore dei bambini.
L’esecuzione musicale, affidata alla Orchestradell’IstitutodiMusica “H. W. Henze” di Montepulciano e diretta autorevolmente da AlessioTiezzi, attuale direttore della scuola, è stata trascinante per l’attenzione ai valori musicali e alla dimensione teatrale. Il lavoro lungo, da gennaio, con gli allievi ha prodotto un eccellente risultato, ricordiamo anche, oltre al direttore che ha preparato l’orchestra, Il prezioso contributo di EleonoraContucci e ChiaraGiorgi a cui è stato assegnato l’onere di preparare le vocibianche, compito portato a termine con un risultato eccellente. I bambini hanno interpretato, i figli del taglialegna, fratelli di Pollicino, AndreaCiacci, le figlie dell’Orco, sorelle di Clotilde, SaraCipriani e sei degli animali del bosco. Ottimo il cast degli adulti, professionisti, EleonoraContucci,che partecipò da bambina al primo Pollicino, e poi ha intrapreso una brillante carriera di cantante lirica, ha sostenuto la parte della madre, MarcoRencinai è stato il padre, FedericoMarconi il signor Lupo, AnnamariaAmorosa la moglie dell’Orco, questo ultimo ruolo è stato StefanoBernardini, un eccellente dilettante sia protagonista canoro di diversi Bruscelli Poliziani, sia di teatro.
In questa edizione la parte scenica è stata affidata alla regista MarinaBianchi e alla scenografa Leila Fteita, che ha disegnato anche in costumi, una coppia affermata e di grande esperienza in campo teatrale. La regia ha interpretato acutamente i temi del libretto di GiuseppeDiLeva, che, ispiratosi ai FratelliGrimm, Perrault e Collodi, costruì un racconto in cui gli adulti si mostrano inadeguati al ruolo di educatori. La mancanza di attenzione ai bambini c’è nella famiglia povera di Pollicino come in quella ricca delle figlie dell’Orco, che per questo arrivano e dubitare della loro parentela. I bambini fuggono insieme e, dopo la prova rappresentata dal passaggio del fiume, che segna il passaggio ad una dimensione adulta e consapevole, superata grazie alla solidarietà che c’è tra loro, vivranno in armonia nella foresta. Inizialmente un luogo terrificante come i suoi abitanti, il cui incontro, come spesso accade fiabe, dopo un inizio inquietante si era poi rivelato risolutivo. Il lavoro di MarinaBianchi sui cantanti- attori, professionisti e dilettanti Poliziani, è stato magistrale tutti gli interpreti, giovani e meno giovani sono stati bravi e convincenti. Leila Fteita, in perfetto accordo con la regista ha escogitato soluzioni sceniche nella tradizione teatrale, come il fiume realizzato con i teli, ingegnose soluzioni e arguti e ironici sberleffi: l’Orco siede su una sedia gigantesca che cita il “Pensatore “di Rodin, l’orchessa, paludata in un abbigliamento da diva anni ’30 evoca Jean Harlow e si muove in un salotto borghese. Le luci dei PietroSperduti e GianniTrabalzini hanno contribuito al successo dello spettacolo che ha coinvolto ed entusiasmato il numeroso pubblico accorso che ha riempito il teatro in ogni ordine di posti.
Il concerto sinfonico conclusivo del 31 luglio ha visto protagonista la RoyalNorthernCollegeofMusicSymphonyOrchestra di Manchester diretta dal maestro RolandBöer, in un programma che riassumeva in sé il tema di questa edizione “NaturaeTecnologia”. Dalla“Pastorale” di Beethoven, un inno alla natura ispiratrice dei sentimenti dell’uomo, al “mostromeccanico”, il treno di “Pacific231”(1923) di ArthurHonegger (1892- 1955). Il trittico “AlPiemonte” (1940) di CarloAlbertoPizzini (1905- 1981)racchiude nel programma il tema il paesaggio delle Alpi e le nuove fabbriche della Fiat mentre “ShortRideinaFastMachine” (Breve corsa un una macchina veloce 1986) di JohnAdams (1943)ci porta nel convulso mondo contemporaneo. Il maestro ha saputo guidare la giovane orchestra autorevolmente rendendo efficacemente cantabilità trascinante dell’immortale partitura beethoveniana come il ritmo incalzante e frenetico della modernità, l’esecuzione ha incontrato il favore del pubblico che ha applaudito a lungo. Il lavoro pedagogico svolto con impegno e passione, che da anni Böer porta avanti con i giovani del conservatorio di Manchester raccoglie e fa vivere l’idea fondante del CantiereInternazionaled’ArtediMontepuciano. A questo si aggiungono le scelte felici e raffinate come direttore artistico, che hanno reso memorabile il 41° CantiereInternazionaled’ArtediMontepulciano. Abbiamo appreso cheilmaestro Böer è stato confermato nel suo ruolo di direttore artistico anche per il prossimo anno, il tema sarà “ContemplazioneedEstasi”. Buon Lavoro !
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