“Questa era dunque Ninfa, la Pompei del Medio Evo; questa città, sommersa nella Palude Pontina, questo mondo di fantasmi”. Così scriveva il Gregorovius che, a cavallo, percorreva la Campagna Romana, innanzi allo spettacolo dell’area pontina, dove, frammezzo ai miasmi delle Paludi, sorgevano piccoli centri carichi di storia. Persi nella solitudine della Campagna o isolati su glabre colline questi antichi borghi racchiudevano in sé il fascino di tempi segnati dal Mito. Norma con accanto le rovine di Norba, Ninfa, Sermoneta, più oltre Cori, la terra dei Volsci, paesaggi ai quali i vapori delle Paludi davano un che fra fantastico ed onirico. Come li rappresentavano i pittori del Grand Tour o i famosi XXV della Campagna Romana.
E questa cifra un po’ sospesa torna nello spirito del Festival Pontino, soprattutto ora, nella piena maturità, ad oltre mezzo secolo dalla sua istituzione. Musica, pittura, teatro, dall’8 al 31 luglio, un denso cartellone di eventi decentrati fra castelli, abbazie, palazzi nobiliari, luoghi dove ancora si respira la memoria storica del territorio. E il cuore pulsante è il Castello Caetani (con la vicina oasi di Ninfa), dove negli anni ’60 Lelia Caetani volle avviare il Festival in ricordo del padre Roffredo. Un evento inizialmente solo musicale che, nel tempo, si è arricchito di nuovi apporti, fino a fare del Festival una delle più importanti (ed interessanti) manifestazioni culturali del Lazio meridionale.
Ed entriamo subito nel vivo, con un’apertura dei programmi nel segno della “verde età”, l’Orchestra Sinfonica Farnesina, creatura dell’omonimo Liceo Musicale, diretta da Matteo Bettinelli in un repertorio classico, da Vivaldi a Elgar. 8 luglio h.21 a Sermoneta, nel Castello Caetani che ospita una serie di concerti, a cominciare da una solista di fama internazionale, Elissò Virsaladze, che esegue al piano pezzi famosi di Mozart, Schubert, Schumann (sabato 9, h.21). Ancora giovanissimi il 10, h.19,30, Ivos Margoni violino e Rodolfo Focarelli pianoforte, da Paganini a Sarasate e così pure l’11 ed il 13, nelle Scuderie del Castello, h.21, “Giovani artisti dal mondo”.
Il 14, nella chiesa sermonetana di San Michele Arcangelo, alle 18, inaugurazione di “Simbolo, sogno, mistero”, a cura di Carlo Fabrizio Carli, in mostra opere di Rosetta Acerbi, Carlo Bertocci, Leonardo Carboni, Marco Calì, Massimo Livadiotti, Claudio Sciascia, il cui comun denominatore è quell’aura di arcano che ancora trasuda da questa terra antica. In serata, nel Castello alle 21, cambio di registro con il Quartetto d’Archi del Teatro San Carlo, da Ravel a Webern, ovvero le ansie del ‘900 che vengono riproposte nello stesso luogo il 16, stessa ora, con il duo Alessandro Carbonara clarinetto e Désirée Succuglia pianoforte (fra gli autori eseguiti Poulenc e Bartok). In mezzo, venerdì 15 alle 21,30 nel chiostro di Sant’Oliva di Cori, antichissimo centro dei Prisci Latini, lo Ialsax Quartet in un succoso repertorio di jazz classico (Gershwin, Duke Ellington, Dizzy Gillespie ma anche Piazzolla ed altri).
La splendida abbazia cistercense di Fossanova, dove finì i suoi giorni il Doctor Angelicus, Tommaso d’Aquino, ospita domenica 17 h.19,30, nell’Infermeria, l’Orchestra d’Archi di Santa Cecilia con Mozart (la mitica “Eine Kleine Nachtmusik”), Nino Rota e le sue musiche da film (“La strada”, “Giulietta e Romeo”, “Amarcord”), Nicola Piovani, Ennio Morricone. Torniamo poi al Castello Caetani, venerdì 22 alle 20 e sabato 23 alle 21, con il Quatuor Diotima, gruppo di grande talento che accanto a Beethoven e passando per Schoenberg presenta brani di autori italiani e non in anteprima assoluta. E, assolutamente da non mancare, domenica h.21, per quel suo misto di colto ed ecologico, la performance nel Parco di Pantanello, area rinaturalizzata accanto all’Oasi di Ninfa. E’ un singolare “concerto ornitologico” che vede Alfonso Alberti al piano eseguire pezzi in tema (“Oiseaux tristes” di Ravel, quattro brani del grande Couperin, “Le rousserolle effarvatte”, di Messiaen, “Oiseaux tristes”, di Martino Traversa) e l’ornitologo Ugo Faralli quale guida del Parco. Questo insolito dialogo cultura-natura, realizzato in collaborazione fra Fondazione Roffredo Caetani e la LIPU, è come una sorta di omaggio simbolico al “genius loci” che abita l’area pontina.
Ci spostiamo a Fondi, nel bel Palazzo Baronale, martedì 26 h.21,30, con il duo Giulia e Francesco Buccarella, rispettivamente violino e pianoforte, con brani di Brahms, Dvorak, Grieg, Saint Saens (la celebre “Danza macabra”), Kreisler. E ancora un’abbazia, Valvisciolo, dove ancora aleggiano le ombre dei Templari, con due interessanti serate. Giovedì 28 h.21, nel chiostro romanico, l’Ensemble Project String Quartett in musiche di James Moody, Gordon Jacob e Astor Piazzolla, e venerdì 29 stessa ora, all’interno dell’abbazia la JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Simone Genuini in un percorso sinfonico da Beethoven a Britten. E veniamo al teatro, Castello Caetani, sabato h.21.
Ma “Morte di Galeazzo Ciano”, di Enzo Siciliano, è più una formula combinata teatro-musica, al centro un reading del figlio Francesco con la colonna sonora, per così dire, di Goffredo Petrassi affidata al Rest Ensemble, regia di Gianfranco Pannone. E, infine, la chiusura del Festival il 31 luglio alle 21 nell’Infermeria di Fossanova, “Pensa alla patria. Gioacchino Rossini, musicista, fra Rivoluzione e Restaurazione”. Anche qui un reading che vede impegnati il giornalista e scrittore Vittorio Emiliani e l’attore Lorenzo Lavia, i quali citeranno alcuni passaggi dell’epistolario del musicista pesarese il quale, vivendo in un’epoca di turbolenze politiche, ebbe non poche noie (come traspare da “Il furore e il silenzio. Vite di Gioacchino Rossini”, saggio biografico di Vittorio Emiliani). Lo spettacolo prende spunto dal “flop” clamoroso del “Barbiere di Siviglia”, rappresentato il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma per ripercorrere la vita e la carriera artistica di un grande musicista (come sfondo sonoro le sue Sonate a quattro eseguite da Cesare Zanfini e Caterina Coco, violini, Dagmar Bathmann, violoncello, Angel Pérez contrabbasso). In contemporanea si svolgono i Corsi di perfezionamento strumentale e interpretazione musicale e i Laboratori, a dimostrare ancora una volta la vitalità e l’impegno culturale del Festival Pontino.
Per informazioni: Fondazione Campus Internazionale di Musica – Latina, 0773.605550-1 e www.campusmusica.it . Biglietti: Intero 15 euro, ridotto 10, studenti conservatorio e licei musicali 2.
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