Pubblicato: 6 luglio 2016 di Nica Fiori in News // 1 Commento
Per Veronica Piraccini, artista e docente di grande sensibilità (titolare della cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma), l’arte sacra va osservata con una luce molto particolare, in grado di trarre il visibile dall’invisibile. C’è qualcosa di mistico nella sua opera “Dall’impronta di Gesù”, che potremmo definire come una rivisitazione della Sindone di Torino eseguita con una tecnica innovativa, basata su colori solo apparentemente impercettibili, che ben si addicono a un’immagine misteriosa come quella del “sacro lino”, il sudario di Cristo nel quale si sarebbe formata l’impronta del suo corpo.
Noi crediamo ingenuamente di conoscere la nostra strada senza ombra di dubbio, ma, se nel nostro cuore si fa buio, le luci si spengono e non riusciamo più ad orientarci, solo un’illuminazione divina può aiutarci. È allora che i pezzi smembrati dell’anima si ricompongono, i pensieri negativi si annullano e la luce penetra in noi.
Allo stesso modo una luce particolare colpisce l’opera di Veronica Piraccini, apparentemente un grande telo di lino bianco tessuto a mano, evidenziando come per miracolo il corpo di Cristo a grandezza naturale, realizzato per contatto, e quindi speculare all’immagine sindonica, con pigmenti invisibili. Ulteriori pigmenti appaiono e scompaiono su quel corpo con il cambiamento di luce (come avviene per l’inchiostro simpatico), il blu per evidenziare i colpi di flagello, le escoriazioni e il martirio, il rosso per le ferite provocate dalla lancia sul costato, dai chiodi sulle mani e sui piedi e dalla corona di spine sulla testa. Colori forti che trasmettono tutta la sofferenza di Cristo e allo stesso tempo il suo messaggio di misericordia quanto mai attuale in questo momento di crisi del nostro mondo: egli è stato immolato per salvare l’umanità ed è risorto.
Confrontarsi con l’icona di Cristo è stato per la pittrice Piraccini un momento di grande crescita spirituale e artistica. Nonostante l’età della Sindone sia più che mai avvolta nel mistero (per il prof. Michael Tite del British Museum di Londra si tratterebbe di un falso medievale, ma egli ha condotto le indagini su campioni di stoffa marginali, che potrebbero essere di restauro) e la Chiesa non abbia mai preso posizione riguardo la sua autenticità, molti fedeli ritengono che si tratti di una vera reliquia. Del resto sono molti i racconti apocrifi, le tradizioni e le leggende dei primi secoli della nostra era che tramandano il tema del sudario con l’immagine di Cristo. Il ritrovamento sul lino di pollini della Giudea e di calce proveniente dalle grotte di Gerusalemme sembrerebbe confermare la sua provenienza dalla Terrasanta, mentre alcuni dettagli di tipo medico sulla crocifissione, che solo ora siamo in grado di studiare su base scientifica, dimostrano che l’impronta che si vede è veramente quella di un uomo flagellato e crocifisso. Il gesuita storico dell’arte Heinrich Pfeiffer ha evidenziato, inoltre, l’assoluta corrispondenza dei lineamenti del volto con quelli della Veronica, la “vera icona” di Cristo, un tempo conservata nella basilica di San Pietro, immagine della quale si erano perse le tracce e che lui avrebbe individuato anni fa a Manoppello, in Abruzzo.
Certo Veronica Piraccini ha realizzato la sua opera dopo “alcuni accadimenti che, per chi crede, sono Armonie divine”, invocando lo Spirito Santo come fanno solitamente i pittori di icone. Il giovedì santo del 2012 le era stata consegnata da dei frati cappuccini una riproduzione a grandezza naturale della Sindone e un anno dopo il dipinto “Dall’impronta di Gesù” era terminato. Questo lungo contatto con l’immagine di Cristo è una presenza che ancora sente, che le ha cambiato la vita.
Da quando è stata realizzata, la grande opera (m 4,37 per m 1,13) è andata in mostra in innumerevoli sedi, nazionali e internazionali, suscitando sempre grande impatto emotivo per quel suo apparire e scomparire, che è stato definito dalla giornalista Sara Pizzei “un miracolo tra arte e alchimia”. Espressione che, in effetti, rende bene il talento della pittrice che ha inventato la tecnica della “pittura impercettibile”, da lei utilizzata anche in altre opere. È proprio grazie al suo talento che la Piraccini, bolognese di nascita ma romana d’adozione, ha vinto a soli 23 anni la cattedra di pittura all’Accademia di Brera (Milano), per passare poi a Palermo, Frosinone e quindi a Roma. Per le importanti attività che ha svolto e svolge nel campo dell’arte il prossimo 9 luglio le verrà conferito il premio internazionale “Spoleto Art festival 2016”.
La prossima installazione pubblica del dipinto “Dall’impronta di Gesù” è prevista nella serata di domenica 17 luglio ad Arquata del Tronto, nell’ambito della rassegna di incontri “Sui sentieri dell’anima. Serate d’estate alla luce della Sindone”, promossa e curata già da diversi anni da Pina Traini per favorire la conoscenza di una copia secentesca della Sindone, conservata nella chiesa di San Francesco a Borgo d’Arquata.
Eccezionale!
Complimenti.