Pubblicato: 2 dicembre 2015 di admin in News // 0 Commenti
di Mattia Sacco.
Podemos – dal Giugno 2015 – governa la capitale della Catalogna. Le parole d’ordine della nuova giunta, anche grazie all’impronta della Colau, sono mutualismo, autorganizzazione, ecologia e solidarietà. Cambiare il volto di Barcellona è ora possibile.
Ada Colau – 41 anni – nata e cresciuta a Barcellona, in città e in tutta la Spagna, è saltata, nel corso degli anni 90 , agli onori delle cronache per la sua militanza – e leadership – nei movimenti di “lotta per la casa”, e per essere una delle più strenue sostenitrici e promotrici delle virtuose pratiche politiche “dal basso”, come il mutualismo sociale e le reti di solidarietà.
Esponente di punta della componente catalana del movimento “15M” o “Los indignados”, ha contribuito, in prima linea, alla realizzazione di una solida alleanza tra le varie anime “movimentiste” presenti in città, rendendo meno tortuoso il processo di politicizzazione di queste ultime, determinanti nella vittoria di Podemos alle comunali di Barcellona – tenutesi a giugno – che hanno portato la Colau a ricoprire la carica di “Alcaldesa” (sindaco).
Barcellona, a dispetto dei luoghi comuni, da anni rappresenta un importante laboratorio politico, dove le forze sociali hanno saputo integrare le singole vertenze, dando vita ad un progetto di città alternativo, all’insegna dell’autorganizzazione e della cooperazione , nel quale la cittadinanza sia direttamente coinvolta.
La Colau si è sempre mostrata sensibile al concetto di “collettività”; famosa è la frase da lei proferita :” si tocan uno tocan todos” , in un momento storico in cui l’atomismo alienante, figlio legittimo del neoliberismo, e’ pervasivo.
“Siamo riusciti, attraverso la coesione e la progettualità, a catalizzare il malcontento, ponendoci come unica alternativa al disastro socialista, vero braccio destro del capitale” , ha dichiarato la Colau.
La declinazione catalana di Podemos è, ad oggi, uno degli esperimenti più virtuosi realizzatisi nell’intero paese: una sinergia pressoché perfetta tra movimenti, associazioni e transfughi del partito socialista e izquierda unida che hanno posto da parte vecchi dissapori, mettendo a disposizione le proprie competenze allo scopo di realizzare un progetto unitario e inclusivo, che miri ad oltrepassare steccati ideologici anacronistici e divisivi.
L’auspicio è che, in Italia e nel resto d’Europa, si possa prendere spunto da tali percorsi, nel tentativo di dar vita a un progetto, preminentemente sociale, che risulti competitivo sul piano politico. Che questo modello possa rappresentare l’antidoto alla tecnocrazia e al becero populismo? Ciò non è ancora dato saperlo, ma all’orizzonte, onestamente, non si scorgono alternative migliori.
Scritto da: adminin data: 2 dicembre 2015.il3 dicembre 2015.
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