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La primavera di Pompei

 1094 87ert Quasi tredicimila i visitatori registrati a Pompei nel giorno di Pasqua, che coincideva con la prima domenica del mese, giorno di ingresso gratuito per musei ed aree archeologiche di tutta Italia. Visitatori che hanno sì trovato zone recintate e transennate ma, a differenza delle altre volte (e di un passato recente che ha suscitato non poche polemiche), quasi tutte con presenza di cantieri impegnati in attività di restauro e conservazione. E, vera ciliegina sulla torta, nonché regalo agli amanti di questo sito archeologico unico al mondo, l’apertura al pubblico della Villa dei Misteri, con il suo straordinario ciclo pittorico.  Ciclo che rischiava il degrado ma nel 2013 è partita la campagna diagnostica che ha permesso di avviare un lungo lavoro di restauro, con pulitura e consolidamento delle parti affrescate intervenendo peraltro anche sulle aree a mosaico. Un lavoro lungo e complesso, poiché la Villa comprende oltre settanta ambienti per un totale di tremila metri quadrati.10940693

  Il nucleo originario risale al I secolo a.C. con varie ristrutturazioni fino all’anno fatidico, 79 d.C. Era la classica villa suburbana dedicata all’ “otium”, poi si aggiunse la parte rustica, prettamente agricola (vino in particolare). Il complesso fu riportato alla luce in varie riprese nella prima metà degli anni ’30 del secolo scorso dal grande archeologo Amedeo Maiuri, che molto si adoperò per la tutela e conservazione non solo di Pompei ma anche di Ercolano, Cuma e l’area flegrea in generale. E, allora, entrando in questo straordinario scrigno che è la Villa dei Misteri, non si può non rivolgere un pensiero a chi amò e protesse il luogo che l’Unesco nel 1997 dichiarò “patrimonio mondiale dell’umanità”. E sappiamo bene come, causa incuria ed inerzia dello Stato, si è rischiata l’esclusione di Pompei dai circuiti internazionali, con grave danno per il turismo. Ma ora sembra che le cose stiano finalmente cambiando, con una serie di interventi a tutto campo: il Grande Progetto Pompei, approvato dall’Unesco.

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  Il ciclo affrescato o megalografia si trova all’interno della Villa, nel triclinio, e lascia trasparire un chiaro significato esoterico. La lunga fascia pittorica che si snoda lungo le pareti ha come tema l’iniziazione di una giovane donna alla vita matrimoniale, passando per vari gradi che rappresentano un percorso per giungere alla consapevolezza. Il nuovo status si ottiene solo cercando entro se stessi supportati da una guida ideale ed ecco la ragazza che si prepara agli sponsali istruita da una matrona. Ma un altro tema corre parallelo e s’intreccia a quello principale ed è connesso a Dioniso, i suoi riti che conducono ad uno stadio di sospensione simbolica del mondo reale con l’ingresso in una dimensione mistico-erotica. L’ebbrezza dionisiaca, il porsi “oltre”, ed è quanto vive la nostra eroina scoprendo la dimensione fallica (che, per gli antichi, aveva un aspetto sacrale, essendo legata alla fecondità, il ciclo della vita, fondamentale in un mondo dove tutto era precario. Vedi, ad esempio, l’antico Egitto, i romani Lupercalia o anche il Lingham induista.  Comune poi era l’uso di amuleti fallici in funzione apotropaica).

  Insieme al dio dell’eccesso, chiamiamolo così, figura anche Afrodite, dea dell’amore e della temperanza e, insieme, consacrano l’intero ciclo che si può interpretare quale alternanza di armonie dissonanti (come in realtà è la vita erotico-sentimentale). La scena della flagellazione che compare in tale contesto, legata cioè all’aspetto fallico, si può leggere in un’accezione di eros-thanatos e il tutto, infine, è riconducibile alla consapevolezza di sé. E questo eccezionale documento di usi e costumi di un tempo mitico è l’unico superstite del mondo romano, in quanto i Bacchanalia furono proibiti dal Senato nel 186 a.C. ma, per nostra fortuna, sopravvissero a Pompei.

 

10940692La visione di queste splendide pagine di un antico culto misterico oltre ad incantare il visitatore si propone come auspicio di rinascita di un luogo che lo scorso anno ha registrato oltre due milioni di presenze. L’inizio di un “dopo” seguito a crolli, scandali e burocrazia ottusa, con cantieri aperti in piena attività, restauri ultimati o in corso di finitura, lancio di gare, nuovo personale assunto, recupero fondi e iniziative culturali. L’Unesco, come già dicevo all’inizio, ha approvato il Grande Progetto Pompei, cosa che non può non renderci felici. E poi, fondamentale in questi tempi di corruzione continua, è nato il “portale della trasparenza on-line”, dove compaiono tutti i dati relativi al centro vesuviano. Dunque è finalmente iniziata la primavera di Pompei? Raccomandiamoci a Fortuna, l’antica dea romana del caso e del destino.

Il portale per restare informati su quanto avviene in tempo reale a Pompei: open.pompeiisites.org

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