Macroritmi in, Viaggio inVerso
Al Teatro Studio Keiros di Via Padova a Roma, Rosi Giordano, autrice regista e scenografa per il teatro, torna dal 14 al 16 marzo, con un nuovo lavoro dal titolo Viaggio inVerso, di cui ne firma la regia.
Lo spettacolo è un mixage di parole e suggestioni tratte dal testo di Pessoa Il Marinaio e dal racconto poetico Il colore di Bianca, di Maria Enrica Prignani, testi profondamente legati tra loro da due personaggi simbolo: una donna defunta e un marinaio. In Pessoa la donna defunta e il marinaio sono personaggi mai espressi nella realtà fisica del dramma invece ne “Il colore di Bianca” la donna defunta viene proposta come rediviva per giungere, infine, alla sintesi dello spettacolo di “Viaggio inVerso” dove entrambi i personaggi prenderanno vita, saranno Bianca e Ruah, e consistenza scenica.
Viaggio inVerso, spettacolarizzazione di un viaggio nella nebbia, ha una scrittura scenica in cui la traccia testuale simbolica e illusoria è estratta da “Il Marinaio” di Pessoa e il racconto poetico della Prignani funge da collante, somministra incanto alle domande sottese, agli interrogativi di un “viaggio inverso” suggestivo e imprendibile dove le tre presenze sceniche più la quarta, legata al ritmo e alla sonorità, si collocano.
“Lo spettacolo è frutto della rivisitazione e rielaborazione di parole, pensieri e suggestioni dal testo di Pessoa “Il Marinaio”, un’opera di particolare contenuto poetico in cui tre donne si confrontano smarrite con un passato probabilmente mai vissuto, immerse in nebbiose nostalgie, i loro dialoghi, mentre vegliano una quarta donna defunta, appaiono come un intreccio senza fine di realtà, sogni e ricordi. Altra scrittura presa in considerazione è il racconto poetico “Il colore di Bianca”, di Maria Enrica Prignani che estrae, proprio dal testo di Pessoa, la defunta che le tre sorelle vegliano, proponendola come rediviva, essenza del sogno e del ricordo, Bianca apre e traccia strade alle suggestioni ed è un essere immediatamente riconoscibile
nelle sue caratteristiche. Vera, l’altra presenza femminile, è frutto della riscrittura testuale, non esiste nel testo di Pessoa anche se ne è parte integrante, infatti la ritroviamo in tutti quegli aspetti concreti, razionali, esplicativi che compongono, a tratti, i discorsi delle tre sorelle. Vera non vuole metafore, pensieri che si perdono nelle illusioni, il suo intento è razionalizzare il percorso che attraversa desiderosa di non essere frutto di un’idea, di un bisogno, di un sogno ma semplice realtà. Il terzo personaggio è la personificazione del marinaio del testo di Pessoa di cui raccontano le tre sorelle, il naufrago che desideroso di riprendersi i ricordi primigeni, dopo averne inventati di nuovi per non soffrire della perdita del proprio mondo, si rende conto di non essere in grado di ricordarli e sparisce… ed è allora che lo immaginiamo come “Ruah”, nell’intento di riproporre ancora e ancora, in un altro luogo, in uno spazio altro, il suo immaginifico racconto. Nella riscrittura viene tratteggiato come percettivo ed intento a cercare , è vento , muove traiettorie, scopre lo spazio attraverso il movimento, una sorta di preparazione “pico-fisica” per rivivere il suo viaggio nell’immaginazione, efficace e unico antidoto alla sofferenza per la perdita del suo mondo. Vera e Ruah hanno in comune l’attrazione verso i pensieri di Bianca ma anche l’aspirazione di non rimanerne invischiati e vi si accostano in maniera diversa : Ruah con curiosità e gioco, Vera con il dubbio e la provocazione. Tutti e tre i personaggi vivono come in un territorio invaso da nebbia, si incontrano e si confrontano, rimanendo strettamente legati alle loro caratteristiche nonostante i diversi momenti di condivisione …il luogo in cui vivono è un luogo della mente dove ognuno di loro formalizza la propria essenza attraverso la diversità dagli altri due personaggi. Sarà la concreta Vera a dare un limite al viaggio inverso nel sogno e nell’immaginazione in cui l’hanno trascinata l’inconsistenza di Bianca e la leggerezza di Ruah e utilizza proprio le parole del testo di Pessoa per concludere con ..No, non ci credo!” (Rosi Giordano)
con Enrico Alfani, Giulia Bornacin, Maria Enrica Prignani – percussioni e voce Michele Albini
– costumi a cura di Giulia Bornacin – luci di Michele Favorito – regia e spazio di Rosi Giordano
La Compagnia Macroritmi è attiva dal 2008. Privilegia la messa in scena di Autori poco conosciuti e poco rappresentati il cui leitmotiv è l’essere umano nel rapporto complesso e irriverente con la propria e altrui identità ( Perec, Copi, Pessoa…).Le scritture sceniche, definite dalla critica di segno classico-sperimentale privilegiano il visionario, l’evocativo e l’irridente, sempre segnate da un ritmo espressivo “no-stop action”, dove basico è il flusso sonoro e l’azione corporea. Formazione e attività dei fondatori differenziata rispetto ai diversi ambiti di spettacolo con il fine di creare esperienze multidisciplinari derivate dalla dialettica e dal confronto. Partecipazione a diverse significative Rassegne in Teatri di innovazione.
Teatro Studio Keiros
14, 15, 16 marzo 2014
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