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C’era una volta la A.O.I.

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                                                    C’era una volta la A.O.I.

di Marco Pasquali

 Recentemente Roma Capitale ha voluto “decolonizzare” i nomi di alcune strade, la maggior parte delle quali si trova nel c.d. Quartiere Africano, grosso modo l’ampia zona sul lato destro di viale Libia costruita negli anni Trenta del secolo scorso. Il Gruppo Toponomastico indica per il quartiere Africano “Località, regioni, province e protagonisti dell’espansione coloniale italiana in Africa”, la A.O.I. Africa Orientale Italiana (1). Non si tratta di cambiare i nomi delle strade (tipica politica di regime), ma di aggiornarne le didascalie rendendole più aderenti alla realtà contemporanea. Un’operazione tutto sommato poco radicale, e almeno dai primi sondaggi la maggior parte dei residenti sembra sia concorde con l’iniziativa del Campidoglio. Ma andiamo in dettaglio, strada per strada (sono 24, 17 toponimi e 5 persone):
Eritrea – Stato dell’Africa dal nome dato sin dal 1890 agli antichi possedimenti italiani nel Mar Rosso > Stato dell’Africa Orientale.
Senafé – Villaggio dell’Eritrea > Città dell’Eritrea, luogo di resistenza all’espansione coloniale italiana, 1894.
Tembién – Centro dell’Altopiano Etiopico > Altopiano etiopico, luogo di battaglia durante l’occupazione italiana, 1936.
Tigré – Regione dell’Etiopia > Antica denominazione della regione dell’Etiopia, oggi Tigray.
Chisimaio – Città della Somalia > Città e porto della Somalia.
Cunfida – A ricordo della battaglia vittoriosa della Marina italiana nella guerra di Libia il 7 gennaio 1912 > Luogo di battaglia durante l’occupazione italiana della Libia, 1912, oggi Al Qunfundhah.
Cirene – Antica città della Libia > Antica città della Libia e sito archeologico.
Derna – Città della Libia > Città e porto della Libia sul mar Mediterraneo.
Bengasi – Città della Libia > Città e porto della Libia, oggi Benghazi.
Gadamés – Città della Libia > Oasi della Libia occidentale, oggi Ghadamis.
Homs – Città della Libia > Città della Libia, oggi Al Khums.
Ghirza – Città libica di origine romana> Città della Libia e sito archeologico.
Giarabub – Oasi della Libia > Oasi della Libia, oggi Al Jaghbub.

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Zanzur – Oasi della Libia – Oasi della Libia, oggi Janzur (della) Giuliana – Penisoletta presso Bengasi Tripoli ove sbarcarono nel 1911 le nostre truppe per occupare detta città > Luogo di sbarco delle truppe di occupazione italiana della Libia, oggi Juliana.
Tripoli – Regione della Libia > Capitale della Libia, attuale denominazione Tarabulus / Trables.
Tolemaide – A ricordo del celebre assedio e conquista compiuta dalle navi italiane nel 1911 > Sito archeologico in Libia.
Toselli Pietro – (niente) > Maggiore dell’esercito italiano caduto ad Amba Alagi (1895) nella guerra di espansione coloniale (1856-1895).
Massaia Guglielmo – Apostolo dell’Africa orientale (1804-1889) > Cardinale e missionario in Etiopia (1804-1899).
Partini Umberto – Eroe coloniale (1866-1896) > Tenente dell’esercito italiano durante la guerra di espansione coloniale (1866-1896).
Dabormida Vittorio – Eroe della guerra coloniale (1842-1896) > Generale dell’esercito italiano durante la guerra di espansione coloniale (1842-1896).
Arimondi Giuseppe – Eroe della guerra coloniale (1849-1896) > Generale dell’esercito italiano durante la guerra di espansione coloniale (1849-1896).
Brighenti Maria – Eroina nella guerra per la conquista della Libia – Medaglia d’Oro al V.M. (1836-1915) > Infermiera durante la guerra di espansione coloniale in Libia (1836-1915) medaglia d’oro al V.M.
Dei Cinquecento (piazza) – In memoria dei caduti della battaglia di Dogali /Eritrea) il 26 gennaio 1887 > In memoria dei caduti italiani nella battaglia di Dogali (1887).


 Intanto alcune note. Una è formale: Esercito e Medaglia d’Oro negli atti ufficiali vanno scritti con la maiuscola. L’altra è topografica: la penisola della Giuliana nella vecchia targa è assurdamente collocata sia a Bengasi che a Tripoli, mentre la nuova targa neanche dice che sta a Bengasi (2). Gadamés da città è retrocessa a oasi, mentre nel 2003 contava 16.000 abitanti ed è capoluogo di provincia (3). Derna da città diventa città e porto della Libia sul mar Mediterraneo. E su quale altro mare doveva affacciarsi? Giusto invece dire che Tripoli non è più una regione, ma la capitale di uno stato (e aggiungerei: fallito). Giusto dire che Tembién e Senafé furono luoghi di resistenza. Su Giarabub invece io avrei aggiunto una nota sull’assedio del 1940-41.

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 E passiamo ad argomenti più sostanziali. Da Roma Capitale arrivano precisazioni: non ci sarebbe nessun pregiudizio di tipo ideologico, ma è inutile dire che si è cercato di rendere asettico l’insieme: le persone sono burocraticamente ridotte a missionari, infermiere e militari. Nelle battaglie non si capisce chi ha vinto. A Tolemaide non è successo niente, è solo un sito archeologico come Cirene (ma la Venere di Cirene non la vedremo mai più). I caduti della battaglia di Dogali invece diventano “italiani”, ma senza la data completa della battaglia. Anche se la decisione è stata presa solo per maggior aderenza alla geopolitica attuale, la presa di distanza dal passato è evidente. Ma proprio questo passato andrebbe studiato meglio a scuola e in società, almeno da quando gli studi di Angelo Del Boca hanno riveduto e corretto in base ai documenti e non a chiacchiere tutta la storia del colonialismo italiano. Aver perduto le colonie da un giorno all’altro ci ha risparmiato la decolonizzazione, ma ci ha anche esentato da un esame di coscienza. L’Africa ormai era un capitolo chiuso e non andava sottoposto a revisione. In questo caso il Campidoglio ha ascoltato le istanze della rete chiamata «Yekatit 12-19 febbraio», che da anni promuove una riflessione collettiva sui crimini commessi dall’Italia durante il periodo coloniale. La stessa rete che promosse la mozione con cui la giunta di Roma si impegnò a istituire la «Giornata della memoria per le vittime del colonialismo italiano» il 19 febbraio (la data del 1937 in cui si verificò la strage di Addis Abeba costata la vita a migliaia di civili etiopi). A queste associazioni consiglio di organizzare tour guidati nel quartiere spiegando strada per strada le vicende storiche alle quali fanno riferimento. Infine, una considerazione personale. La decolonizzazione della storia e della cultura non dovrebbe essere gestita dalle sole classi dirigenti, capacissime – si veda la cultura “woke” – di farsi il pubblico esame di coscienza e riscrivere libri di storia “inclusivi e sostenibili” pur di restare al potere, sia pur condiviso con le classi emergenti e le minoranze etniche immigrate.

NOTE
1. https://geoportale.comune.roma.it/sisto/viario?page=1
2. https://www.coordinategeografiche.it/coordinate/latitudinelongitudine/LY/la-
giuliana/11995
3. https://it.wikipedia.org/wiki/Gadames

AOI 1936

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