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L’erede ripudiato

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                                            L’erede ripudiato

di Antonio Mazza

  Siamo a Roma nel 4 d.C. inizio dell’èra imperiale, al potere è la dinastia giulio-claudia nella persona di Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto il quale sta pianificando la sua linea di successione. Ma gli eredi designati muoiono prima del tempo stabilito, Marcello, figlio di Ottavia, sorella di Augusto, e Lucio e Gaio Cesare, figli di Marco Vipsiano Agrippa, architetto (il Pantheon) e comandante della flotta (sua la vittoria di Azio contro Antonio e Cleopatra), e di Giulia, unica figlia di Augusto. L’imperatore è quindi obbligato a rettificare la linea di successione e adotta Tiberio Claudio Nerone, figlio di primo letto della moglie Livia e Agrippa Postumo, ultimo dei cinque figli di Marco Vipsanio (Postumus, in quanto era da poco morto il padre). Così il giovane assume il nuovo nome di Agrippa Iulius Caesar, entrando nella famiglia di Augusto, la Iulia, come predestinato al trono, ma è un sogno che dura poco.

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  Agrippa Postumo non ha un carattere facile, anzi, relazionarsi con lui risulta complicato,  è insofferente, facile all’ira, insomma Augusto, suo zio, si disaffeziona e l’allontana. Almeno così dice la storia ma forse di mezzo ci sono anche le solite lotte di potere, intrighi di corte che intorbidano gli ultimi anni di vita dell’imperatore (Augusto muore nel 14 d.C.). Di fatto il giovane Postumus, costretto all’ “abdicatio” dallo zio, viene esiliato prima a Sorrento, poi nell’isola di Pianosa dove verrà ucciso nel 14 d.C. ancora giovane, solo 26 anni, probabilmente per volere di Tiberio, che non voleva un rivale, esiliato sì ma comunque vivo (sembra che Augusto, pentito, volesse richiamarlo in patria ma a Pianosa giunse prima la nave con i sicari inviati da Tiberio).

Agrippa Postumo, Fondazione Sorgente Group, Roma.

Agrippa Postumo. Fondazione Sorgente Group, Roma.

  La statuaria romana ci ha lasciato in eredità migliaia di busti e volti, imperatori, patrizi, gente comune, ritratti sempre di notevole verismo, dove la cura della fisiognomica serviva a delineare il “tipo”. Dove si colloca l’effigie di Agrippa Postumo in tale contesto? Eccola, esposta nella Sala degli arazzi dei Musei Capitolini, facente parte della collezione dei ritratti imperiali della Fondazione Sorgente Group, in marmo di Thasos di Capo Vathy, alta 27,2 cm. e di recente attribuita da Eugenio La Rocca  allo sfortunato Postumus. Realizzata fra il 4 e il 7 d.C. la scultura rappresenta un volto giovane, volitivo ma che s’intuisce testardo, con un’espressione torva, che denota un carattere difficile. Scultura non completa, tagliata al collo, naso e labbro superiore sfigurati dal tempo, le ciocche di capelli sparse sulla fronte (allo scorrere del tempo si deve anche quelle sorta di ruggine sparsa sul volto: le “cariature” tipiche del marmo tasio dolomitico).

Busto di Agrippa Postumo. Musei Capitolini.

Busto di Agrippa Postumo. Musei Capitolini.

  E’ l’aggettivo “torvo” che fa da collante con le altre due rappresentazioni dello stesso periodo di Agrippa Postumo. La prima, un tempo nella collezione Albani, è interna ai Musei Capitolini , Stanza degli Imperatori, un busto in marmo bianco in ottimo stato di conservazione, dove risalta lo sguardo intenso del giovane (altezza totale cm.45, solo testa 22,5). I capelli sono spartiti secondo la moda del tempo, caratteristica che si ritrova nella seconda versione proveniente dagli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture. La testa, originale, appare innestata su un busto moderno realizzato nel 1711-12 dallo scultore carrarese Francesco Franchi, in guisa antica (vedi il mantello, “paludamentum”, fermato da una fibula circolare sulla spalla destra). Qualche piccolo restauro ma, nel complesso, una valida rappresentazione di Agrippa Postumo, ben caratterizzata per quel verismo tipico della statuaria romana antica (altezza totale cm.82, busto cm.36,5, parte antica cm.35).

Agrippa Postumo. Gallerie degli Uffizi, Firenze.

Agrippa Postumo. Gallerie degli Uffizi, Firenze.

  Il tutto, l’incontro fra le tre raffigurazioni marmoree, quale risultato di una felice sinergia fra pubblico e privato. L’esposizione è a cura di Laura Buccino, Eugenio La Rocca e Valentina Nicolucci, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Fondazione Sorgente Group e il sostegno del Gruppo Sorgente e Condotte 1880. Servizi museali Zètema Cultura.

“Agrippa Iulius Caesar, l’erede ripudiato” ai Musei Capitolini fino al 27 aprile 2025. Da martedì a domenica h.9,30-19,30. Biglietto euro 13,50 intero 11,50 ridotto. Gratis con la Mic Card. Per informazioni 060608 e musei e www.museicapitolini.org

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